Motori di ricerca: con OpenAI e Microsoft la search online diventa conversazione

Con l’integrazione di una versione migliorata di chatGPT sul motore Bing cambia l’esperienza di ricerca sul web. Cercare un’informazione online diventa semplice come conversare con un esperto in materia. L’indicazione delle fonti e le diverse personalità disponibili rendono le risposte più affidabili e molto personalizzate

Pubblicato il 10 Mar 2023

Gioele Fierro

CEO e Founder Promezio Engineering

ChatGPT motori ricerca

Le AI generative esistono da anni, ma la grande capacità conversazionale di ChatGPT le ha rese le rock star della scena Hi-tech del momento. Tutti parlano delle gesta della rete neurale di OpenAI e tante aziende iniziano a integrarla nei loro prodotti, talvolta dimostrando un grado di creatività non indifferente. La notizia più interessante è l’integrazione dell’AI generativa in un motore di ricerca.

ChatGPT, Microsoft e Bing

In mezzo a tutto questo brusio, Microsoft continua a investire in OpenAI, con un accordo pluriennale di collaborazione per cifre da capogiro, che secondo le stime si attestano intorno ai 10 mld di dollari. Intuendo la grande opportunità offerta dall’improvvisa popolarità delle chat ai-powered, Microsoft ha integrato una chat basata sulla stessa tecnologia di ChatGPT in Bing, il suo motore di ricerca. E questa volta il risultato è interessante sul serio. Il prodotto finale ha un peso specifico che va oltre la risonanza mediatica che ha generato: sembra addirittura essere destinato ad avviare un percorso di innovamento nella modalità di relazione tra l’uomo e le informazioni presenti sul web.

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AI Generativa e motori di ricerca

Ma perché usare l’AI per interagire con un motore di ricerca? Trovare un’informazione online non è un compito sempre banale. Le fonti sono centinaia (o migliaia, a seconda dei casi), in alcuni casi sono ridondanti e in altri si contraddicono. Bisogna leggere molto, avere buone capacità di sintesi e un arguto spirito critico per una cernita che separi le informazioni affidabili facendole emergere dalla disinformazione e dal pressappochismo dilagante.

In tutti quei casi nei quali non è necessaria una ricerca approfondita e scientifica, il supporto di un’AI può facilitare e velocizzare il processo di raccolta informazioni. Se le domande sono ben formulate, è possibile trovare risposte che richiederebbero altrimenti di sfogliare diverse pagine dei motori di ricerca tradizionali, sfruttando al 100% la grande quantità di dati presenti online.

Oltre all’analisi testuale sarebbe utile avere a disposizione strumenti per la data visualization, che al momento sono pochi e spesso scadenti. Alcuni motori generativi sono in grado di creare tabelle e semplici grafici, ma hanno bisogno di istruzioni molto dettagliate sul loro contenuto. Estrarre un concept di data visualization efficace con i dati a disposizione è ancora una skill soltanto umana.

Per quanto riguarda la creatività delle risposte, i risultati sono altalenanti. La generazione di prosa e poesia non è all’altezza nemmeno delle aspettative più modeste. Viene rispettata la forma e, in alcuni casi, la metrica, ma il prodotto finale è immediatamente attribuibile a una macchina (o a un umano con scarse abilità di scrittura). Per la generazione di immagini i risultati sono più incoraggianti e, talvolta, con il prompt giusto si ottiene esattamente il risultato desiderato, ma questa funzione è estremamente esosa in termini di risorse di calcolo e quindi non è integrata in Bing AI e negli altri motori di ricerca AI-powered attualmente disponibili.

Come funziona Bing AI

Bing AI è un assistente basato su un modello avanzato di linguaggio naturale (LLM) sviluppato da OpenAI. Una caratteristica chiave di Bing AI è che può cercare sul web e incorporare i risultati nelle sue conversazioni con gli utenti. Inoltre, Bing AI ha tre stili di scrittura: creativa, equilibrata e precisa, che gli utenti possono scegliere in base alle loro preferenze.

L’AI migliora l’esperienza di ricerca, fornendo risposte più dinamiche, complete e personalizzate alle domande degli utenti. Aiuta anche nello svolgimento di compiti complessi, come scrivere codice o sintetizzare i risultati dei contenuti presenti sul web. L’attitudine alla conversazione stimola la creatività e l’apprendimento degli utenti, offrendo contenuti sempre originali e fortemente orientati alla verticalità.

La scelta della personalità di Bing AI è un elemento di personalizzazione che migliora l’esperienza di ricerca. Le quattro “personalità”al momento disponibili sono: normale, poeta, programmatore e cantante.

Ogni personalità ha delle caratteristiche specifiche che influenzano il tono, lo stile e il contenuto delle risposte:

  • normale – è quella di default e offre risposte informative, visive, logiche e azionabili;
  • poeta – offre risposte in forma di poesia, usando la rima, il ritmo e le figure retoriche;
  • programmatore – è in grado di scrivere codice usando i linguaggi di programmazione più diffusi;
  • cantante – offre risposte in forma di canzone, usando le melodie e i testi delle canzoni più famose o inventando di nuove.

Bing indica anche le fonti

Un’altra caratteristica fondamentale per valutare l’affidabilità delle risposte dell’AI in un motore di ricerca è l’indicazione delle fonti (source). Bing AI è in grado di rispondere a domande complesse che richiedono ragionamento logico, comprensione del contesto e sintesi di informazioni. Alle risposte sono legate delle citazioni linkate che indicano le fonti sul web da cui è stata tratta una specifica frase della risposta. Questo serve a migliorare la trasparenza e la credibilità delle risposte e ad approfondire rapidamente la ricerca. La citazione delle fonti avviene utilizzando numeri tra parentesi quadre che corrispondono agli indici dei risultati di ricerca usati.

A rendere l’esperienza più vicina a una conversazione con un umano ci pensano le domande che l’AI pone, in alcuni casi, alla fine della sua risposta. Ad esempio, chiedendo informazioni su una persona, l’AI potrebbe chiedere: “Perché vuoi conoscerla?”. Cercando, invece, informazioni su un prodotto da acquistare, Bing potrebbe domandare “Perché ti piace questo prodotto?” o “Vuoi conoscere i prezzi di questo prodotto?”.

Bing AI e la SEO

Basta usare per qualche ora Bing AI come sistema di ricerca per comprendere che questo nuovo modo di accedere alle informazioni cambierà l’approccio dei brand e dei content creator che vogliono essere facilmente rintracciabili dagli utenti. L’ottimizzazione dei siti per i motori di ricerca (SEO) dovrà ora iniziare a considerare strutture dati che rendano i contenuti adatti a essere elaborati e sintetizzati da un’AI generativa. Questo significherà anche sviluppare strumenti in grado di contrastare la creazione di contenuti antagonisti, in grado di confondere o trarre in inganno la rete neurale. Gli utenti useranno le AI per chiedere informazioni su un prodotto o per valutare l’affidabilità di un sito di e-commerce: eventuali informazioni fake, appositamente confezionate, potrebbero invalidarne del tutto l’attendibilità.

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I limiti attuali del motore di ricerca Bing AI

Le AI generative funzionano e sono di grande impatto per gli utenti. Comunque, come per qualsiasi tecnologia, ci sono limitazioni e sfide nell’implementazione di queste funzionalità avanzate. Il team di Bing AI ha ammesso che le lunghe sessioni di chat possono confondere il chatbot di Bing, il che può portare a risposte non pertinenti o incomplete. Per prevenire questo problema, il sistema ha implementato limiti per gli utenti che riguardano sia il numero di interazioni per chat che il numero di chat al giorno, vincoli che comunque il team sta cercando di aumentare velocemente. Questi limiti sono stati introdotti per prevenire il sovraccarico del sistema e garantire che gli utenti ricevano risposte precise e pertinenti.

Conclusioni

Tuttavia, nonostante questi miglioramenti, alcuni esperti di intelligenza artificiale hanno sottolineato la necessità di un avviso di salute digitale per evitare effetti negativi sulla salute mentale degli utenti. Ciò è particolarmente importante dato che questi sistemi sono in fase di sviluppo e potrebbero, quindi, non essere ancora in grado di gestire situazioni di chat complesse o conflittuali.

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