In un tempo storico in cui il nostro quotidiano è sempre più dominato dalla tecnologia, ciò che conta è non farsi travolgere. Sono frasi spesso riferite a questioni generazionali, ma oggi le tecnologie avanzate come l’AI, il machine learning e il cognitive computing sono talmente pervasive, che non impattano più solo determinati settori, ma potenzialmente ogni industria che stia intraprendendo un percorso di digitalizzazione, e diventa una questione di competenze per qualsiasi generazione. Per questo motivo, quando IULM ha chiesto di un partner tecnologico che potesse assolvere l’esigenza di creare un legame concreto e innovativo tra università e realtà imprenditoriale non ci siamo tirati indietro, e da questa collaborazione, a gennaio 2023, è nato IULM AI Lab.
L’intelligenza artificiale è una tecnologia che ha avuto e sta avendo tuttora un impatto significativo in diversi ambiti, dalla medicina, alla produzione industriale, alla finanza, generando innovazione e progresso. Il progetto con IULM parte proprio dalla consapevolezza dei benefici che l’AI può generare a livello sociale e in ambito formativo per i giovani talenti, fonte per l’innovazione del futuro.
La tecnologia e la mission di IULM AI Lab
Il progetto di AI Lab aveva l’obiettivo di creare un sistema integrato software e hardware, in modo da poter utilizzare le soluzioni tecnologiche con più flessibilità possibile, dalla formazione alla prototipazione di progetti imprenditoriali.
Relatech ha implementato l’intera infrastruttura basata su tecnologia iperconvergente e ad alta affidabilità. Questa ha permesso lo sviluppo di interfacce di ultima generazione utili a creare assistenti virtuali meta human e chatbot; a sfruttare la data visualisation e data handling, e ancora a utilizzare AR/VR anche per il training da remoto.
Sono tipologie di soluzioni basate quasi interamente sull’intelligenza artificiale. Cionondimeno, è necessario conoscere a fondo le tecnologie per poterle utilizzare nel modo migliore sia a livello etico che di potenziale tecnologico. Per questo abbiamo sostenuto il progetto IULM, condividendo il nostro know-how e formando una partnership strategica.
Il laboratorio IULM AI Lab è strutturato con chiare aree di lavoro che possono essere utilizzate da imprese per progetti aziendali esterni all’ateneo, ma anche da studenti, per progetti interni e collaborazioni legate a realtà imprenditoriali. Per questo IULM ha definito le “quattro anime” del laboratorio, che giocano volutamente sulla sigla “IA” per la centralità dell’intelligenza artificiale: Maestr.ia, dedicata alla Formazione; Empir.ia, per Ricerca e Servizi; Empat.ia per Progetti e soluzioni specifiche; Sinerg.ia, dedicata alle Connessioni e al networking.
La mission costruita da IULM insieme al supporto di Relatech è di produrre intelligenza; ovvero concentrarsi sulla ricerca avanzata, per la prima volta non solo per fini di tipo scientifico, ma per il business, il marketing e la comunicazione. L’infrastruttura implementata nel laboratorio IULM AI Lab punta ad agevolare lo sviluppo delle imprese, creare iniziative per la Pubblica Amministrazione e, in modo più ampio, per portare valore al sistema aziendale e al sistema Paese, esportando cultura e soluzioni che si basano sull’applicazione dell’intelligenza artificiale improntata all’open innovation.
IULM AI Lab nasce in un momento strategico
Nel campo dell’AI c’è stata un’accelerazione innegabile, e IULM AI Lab arriva in un momento strategico, perché ha l’opportunità di diventare parte del sistema pionieristico che i centri e le università in Europa stanno sviluppando nella corsa all’intelligenza artificiale, includendo così in modo più netto anche l’Italia nella mappa, rispetto a una materia che al momento è più che altro una prerogativa di Cina e America.
Basti pensare che nel 2022, negli USA, sono stati investiti nel privato per l’intelligenza artificiale circa 50 miliardi di dollari secondo l’AI Index Report 2023 curato dall’Università di Standford. E se, per esempio, nel 2017 si contavano solo 23 investimenti per startup nel settore, per circa 71 milioni di dollari, stando ai dati di Cbs Insights, solo nel 2019 si percepisce un balzo, grazie al round da 1 miliardo di dollari di Open AI, su un totale di 1,296 miliardi di dollari; mentre nel 2022 si sono sfiorati i 2,654 miliardi per 110 operazioni nel mondo, ed è un trend che sembra destinato a crescere.
Dal nostro lato del mondo, in Italia, oggi il 61% delle imprese italiane, secondo l’Osservatorio del Politecnico di Milano, ha già avviato almeno un progetto di intelligenza artificiale, e di queste il 42% ne ha almeno uno operativo. Nel 2022, infatti, questo dato si riflette sugli investimenti nel settore, dato che il mercato dell’AI ha raggiunto i 500 milioni di euro, con una crescita del 32% in un solo anno.
Ciò che si nota guardando i dati, però, è quanto al momento l’esperienza degli utenti con l’intelligenza artificiale si limiti ad assistenti virtuali e sistemi di Recommendation, come i chatbot, riporta l’Osservatorio del Politecnico.
IULM AI Lab si inserisce perciò in un contesto completamente in divenire e, sembrerebbe, con il timing giusto per poter cogliere l’opportunità di dimostrare il vero potenziale dell’intelligenza artificiale, e come possa divenire ponte tra mondo aziendale e industriale insieme a quello della formazione.
IULM AI Lab, la collaborazione con istituzioni educative
Abbiamo colto quest’occasione proprio perché il nostro portafoglio tecnologico ci consente di avere un approccio flessibile nell’interazione con le istituzioni educative, grazie all’asset proprietario RePlatform e a storiche partnership con l’ecosistema scientifico di università e centri di ricerca sul territorio nazionale.
IULM, in quanto non solo ateneo, ma anche centro culturale e polo d’innovazione, voleva proporre un laboratorio di ricerca avanzata, un luogo di condivisione tra studenti e imprenditori.
La generazione che oggi è studente sente molto più vicina l’AI, ma poterla sperimentare in diverse forme per progetti formativi apporta un valore aggiunto innanzitutto a livello creativo, perché un laboratorio di questo genere lavora in maniera disruptive e con il preciso intento di staccarsi dallo standard per cercare sempre nuove applicazioni delle soluzioni digitali.
Proprio con questo intento anche Guido Di Fraia, professore associato in IULM, ha condiviso con Relatech da ormai oltre due anni, la visione di rinnovare la formazione universitaria: “Come Prorettore all’Innovazione e all’Intelligenza Artificiale dell’Università IULM ritengo che sfruttare al meglio la rivoluzione tecnologica in atto sia una grande opportunità non solo per garantire il posizionamento che da sempre contraddistingue l’Ateneo, ma soprattutto per generare valore contribuendo a presidiare le nuove tecnologie. Ritengo che il futuro si apra a chi impara a gestire il cambiamento, a chi unisce il sapere al saper fare e a chi possiede spirito critico, visione strategica e intelligenza emotiva”.
In secondo luogo, perché essendo AI Lab uno spin-off di IULM è anche un ponte diretto con il mondo imprenditoriale, facilmente slegato dal contesto universitario puro. Da sottolineare il termine “imprenditoriale” e non “del lavoro”, perché l’intento non è mai stato trasferire informazioni per portarle in azienda, ma creare una sinergia positiva instaurata proprio dagli strumenti tecnologici. Certo non è la prima collaborazione con un ateneo, abbiamo lavorato, fra gli altri, a stretto contatto anche con l’Università della Calabria Unical, da cui sono nati Ithea, Okt e DtokLab, altri esempi di spin off universitari che lavorano quotidianamente con le tecnologie di frontiera, tra cui proprio AI, blockchain, machine learning e molto altro ancora.
La tecnologia come game-changer nella formazione
Si chiude una porta e si apre un portone, così si dice. Abbiamo concluso un progetto a livello pratico, ma di fatto da questo momento IULM AI Lab si apre a infinite possibili applicazioni. Ed è proprio ciò che, ribadisco, penso abbia unito la realtà di IULM a Relatech: abbiamo dimostrato il valore comune di credere che ci sia davvero un’opportunità di grande cambiamento da cogliere per la formazione universitaria e che realmente “l’innovazione si possa realizzare solo a partire dalla cultura”, come giustamente sottolinea il professor Di Fraia.
Infatti, se da un lato l’obiettivo è stato creare uno laboratorio che fosse spazio di incontro e knowledge sharing tra il mondo universitario e quello imprenditoriale, dall’altro una forte spinta al progetto è stata data da quello che ci piace definire “nuovo umanesimo digitale”, e per riprendere ancora una volta le parole dei Di Fraia, “nello splendido periodo della vita in cui l’esistenza può essere in qualche modo rappresentata dal termine ‘studente’, è nostro dovere fornire tutti gli strumenti necessari affinché il percorso che condurrà al mondo del lavoro sia ricco di spunti, riflessioni e capace di far percepire ai nuovi professionisti il potenziale, ma anche i limiti, che le tecnologie portano con sé”, ecco, questo per noi è porre di nuovo la persona al centro, in quanto individuo che in potenza può esprimere tutto.
L’evoluzione futura dell’intelligenza artificiale può essere prevista da noi solo in parte, ma è chiaro che avrà un impatto significativo sulle nostre vite in ogni ambito. Dall’AI Autonoma, all’intelligenza artificiale generale (AGI), alle applicazioni di AI su cloud o nella cybersicurezza, fino al campo medico e sanitario. La nostra speranza è che questo possa essere un piccolo punto di partenza per il percorso di democratizzazione della tecnologia, in modo che sia davvero il volano del progresso.