In un’epoca caratterizzata da un avanzamento tecnologico incessante, l’ascesa dei computer quantistici si configura come un marcatore significativo sul percorso dell’innovazione. Queste macchine, radicate nelle leggi esotiche della meccanica quantistica, detengono la promessa di una potenza di calcolo stupefacente, portando con sé la prospettiva di un rinnovamento radicale in svariati campi, dalla risoluzione di problemi complessi alla simulazione di sistemi molecolari. Uno dei risvolti più critici di questa rivoluzione riguarda i sistemi di crittografia che attualmente costituiscono la spina dorsale della sicurezza delle comunicazioni digitali. Gli algoritmi crittografici odierni, robusti di fronte agli attacchi dei computer classici, potrebbero diventare vulnerabili di fronte alla potenza di calcolo dei computer quantistici. Una realtà che potrebbe esporre a rischi inimmaginabili l’integrità dei dati e la privacy delle comunicazioni.
Peter Shor: con i computer quantistici i protocolli crittografici attuali sono a rischio
Il noto matematico e informatico Peter Shor ha illustrato come un computer quantistico potrebbe fattibilmente scomporre i prodotti di grandi numeri primi, un problema che i computer classici trovano estremamente difficile. Questo ha risonanze dirette sulla sicurezza dei protocolli crittografici attuali, come RSA, che si fondano sulla difficoltà di tale problema matematico.
La preoccupazione riguardo ai pericoli del calcolo quantistico non è relegata solo alla comunità accademica. Glenn S. Gerstell, ex avvocato generale della National Security Agency, ha espresso che il rischio posto dai computer quantistici è di una natura completamente diversa rispetto a qualsiasi altro problema affrontato precedentemente. Anche se la possibilità che tale scenario si verifichi potrebbe essere minima, le implicazioni catastrofiche che potrebbe portare rendono essenziale l’attenzione su questo fronte.
Ma cosa succederebbe se questa potenza dovesse cadere in mani sbagliate? Si apre una finestra su uno scenario temibile, in cui l’Europa, con la sua crescente dipendenza dalle infrastrutture digitali, potrebbe diventare il bersaglio di un attacco informatico di proporzioni mai viste, orchestrato attraverso l’impiego di computer quantistici. Un tale scenario non solo metterebbe a dura prova la resilienza delle infrastrutture critiche, ma potrebbe anche erodere la fiducia dei cittadini nei confronti delle istituzioni digitali, gettando ombre lunghe sul futuro della società digitalizzata.
I leader europei sono consapevoli di tali rischi. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha sottolineato l’importanza di investire nella ricerca e nell’innovazione nel campo della sicurezza informatica, per garantire che l’Europa possa affrontare le sfide poste dai rapidi progressi nella tecnologia quantistica.
La consapevolezza dei rischi legati al calcolo quantistico
La consapevolezza dei rischi associati al calcolo quantistico ha raggiunto un’importanza cruciale a livello globale. Negli Stati Uniti, la comunità di cybersecurity riconosce tale minaccia come reale ed urgente. Il governo, in risposta, ha intensificato gli sforzi per sviluppare sistemi di crittografia resistenti ai computer quantistici. Tale impegno, avviato nel 2016 dal National Institute of Standards and Technology (NIST), sta per raggiungere una milestone rilevante. Nel 2024, il NIST prevede di standardizzare i primi algoritmi di crittografia post-quantistica (PQC), che rappresenteranno un benchmark globale per la cybersecurity resistente al calcolo quantistico. Sebbene la transizione verso una crittografia più robusta possa richiedere una decade o più, il ritmo attuale degli sviluppi, sostenuto dalla collaborazione tra governo, industria e accademia, mira a mitigare in modo proattivo le potenziali minacce del calcolo quantistico, cercando di prevenire scenari catastrofici.
Per sondare l’ampiezza dei potenziali pericoli, proiettiamoci nello scenario ipotetico del giorno post Q-Day, l’istante in cui un computer quantistico potrebbe invalidare gli attuali sistemi crittografici. Immaginiamo che tale circostanza si concretizzi e l’Europa si ritrovi impreparata di fronte a un assalto informatico orchestrato mediante i computer quantistici.
Quale sarebbe l’impatto di un assalto quantistico sull’Europa?
Le implicazioni di un assalto quantistico alla sicurezza digitale possono essere paragonate a un terremoto che scuote i pilastri della società, dell’industria e delle istituzioni.
Immaginiamo un assalto quantistico come una tempesta silenziosa che, nel cuore della notte, svela i segreti celati dietro le mura criptate della nostra vita quotidiana. La società civile potrebbe svegliarsi in un mondo dove le conversazioni private, le transazioni bancarie e i dati sensibili non sono più al sicuro. Un esempio inquietante potrebbe essere l’accesso non autorizzato a database sanitari, esponendo le informazioni delicate su milioni di cittadini, una sorta di finestra spalancata sulla vita e sulla salute di un continente.
Industria
Il tessuto industriale, dal canto suo, potrebbe vedere i suoi segreti più preziosi svelati come foglie al vento. La sicurezza delle informazioni, vitale per l’industria, potrebbe essere compromessa, causando perdite economiche significative. Un esempio palpabile potrebbe essere un’incursione nei sistemi di una grande azienda automobilistica, causando la divulgazione di progetti inediti e strategie commerciali. E per le aziende dotate di macchinari intelligenti o comunque connessi in rete, l’immagine di un blocco totale delle attività lavorative potrebbe non essere lontana dalla realtà.
Istituzioni
Le istituzioni, pilastro di stabilità e garanti di una gestione ordinata della società, potrebbero trovarsi a fronteggiare intrusioni devastanti. Un esempio potrebbe essere un attacco ai sistemi informatici di una banca centrale, una sorta di terremoto che, manipolando i tassi di interesse, potrebbe causare instabilità finanziaria, agitando le acque già tempestose dell’economia europea.
Il settore finanziario, con la sua rete intricata di borse e istituzioni creditizie, potrebbe essere il teatro di manipolazioni dei mercati azionari, causando crolli improvvisi e perdite monumentali, una cascata di numeri rossi che si riversa sui titoli e sulle vite di innumerevoli persone.
E non meno critica potrebbe essere la situazione per i servizi pubblici e privati. Servizi essenziali come l’energia, l’acqua e i trasporti potrebbero vedere le loro arterie digitali bloccate. Un esempio potrebbe essere l’interruzione dell’energia elettrica in diverse metropoli, una sorta di blackout che getta ombre lunghe sulle città, causando caos e disagi estesi.
Educazione e ricerca
L’educazione e la ricerca, pilastri dello sviluppo e della crescita, potrebbero essere fortemente colpiti. Istituzioni educative e centri di ricerca potrebbero vedere compromessi dati cruciali, violata la privacy degli studenti e perso il patrimonio di conoscenze accumulato nel tempo. Un esempio potrebbe essere l’accesso non autorizzato a dati di ricerca sensibili, una sorta di eruzione che compromette anni di lavoro e sviluppi futuri.
Sanità
La sanità, inoltre, potrebbe vedere non solo i suoi database, ma anche altri aspetti vitali, vulnerabili. Dispositivi medici connessi e sistemi di supporto alla vita potrebbero essere compromessi, causando potenziali pericoli per la salute dei pazienti. L’interruzione dei servizi sanitari essenziali potrebbe anche essere una realtà inquietante.
Tecnologia
Il settore tecnologico, motore di crescita e innovazione, potrebbe vedere ostacolato lo sviluppo tecnologico, compromessa la proprietà intellettuale e ridotta la capacità competitiva delle aziende europee. Un esempio potrebbe essere l’accesso non autorizzato a brevetti inediti, una sorta di intrusione silenziosa che causa perdite economiche significative e rallentamenti nell’innovazione.
Sicurezza nazionale
In uno scenario bellico, le conseguenze di un assalto quantistico potrebbero essere ancora più gravi. L’accesso non autorizzato ai sistemi di difesa di un paese potrebbe neutralizzare le sue forze armate, mentre l’intercettazione delle comunicazioni potrebbe fornire un vantaggio tattico enorme. Un esempio potrebbe essere la neutralizzazione dei sistemi di difesa aerea, lasciando un continente vulnerabile ad attacchi esterni.
La sicurezza nazionale e internazionale, si estende oltre lo scenario bellico. Un assalto quantistico potrebbe avere impatti geopolitici, compromettendo alleanze e causando tensioni internazionali. Un esempio potrebbe essere la manipolazione di sistemi di comunicazione governativi, causando disinformazione e potenziali crisi diplomatiche.
Infine, la minaccia alla privacy individuale e collettiva è palpabile. Un assalto quantistico potrebbe minare il diritto alla privacy, esponendo dati personali e sensibili. Questo scenario metterebbe a dura prova le leggi sulla protezione dei dati e potrebbe causare una perdita di fiducia nelle istituzioni.
L’ascesa del calcolo quantistico, se non affrontata con un approccio di sicurezza robusto, potrebbe aprire le porte a scenari preoccupanti. L’Europa, con la sua complessa tessitura socioeconomica, sta lavorando attivamente per fortificare la sua resilienza digitale, preparandosi a navigare le acque tempestose dell’era quantistica.
Il Q-Day: una preoccupazione globale
Il Q-Day, o il giorno in cui i computer quantistici potrebbero spezzare i codici crittografici che proteggono le infrastrutture digitali mondiali, è una tematica che si estende ben oltre le frontiere geografiche o politiche. La portata globale di questa preoccupazione è stata sottolineata anche da François Villeroy de Galhau, membro del Consiglio direttivo della Banca centrale europea. Se da un lato ha evidenziato l’importanza del tema per l’Europa, dall’altro ha reso necessaria un’esplorazione più profonda delle misure che l’Unione Europea sta adottando per affrontare questa sfida emergente.
L’Europa non è stata certo a guardare mentre altre potenze globali avanzano a passo spedito nel campo della computazione quantistica. Un esempio concreto di tale impegno è il programma Horizon Europe, dotato di un budget di quasi 100 miliardi di euro, che ha destinato una parte significativa dei suoi fondi alla ricerca nel campo quantistico. Ma non solo. L’Unione Europea ha dato il via anche al Quantum Flagship, un’iniziativa imponente da 1 miliardo di euro, per accelerare la ricerca e lo sviluppo nel settore quantistico, mostrando una consapevolezza chiara della rilevanza strategica di questa tecnologia emergente.
La preparazione al Q-Day va ben oltre lo sviluppo tecnologico; è una questione di preparazione infrastrutturale e normativa. Organizzazioni come ENISA (Agenzia dell’Unione europea per la cybersicurezza) sono sulla linea di fronte per fornire linee guida e best practice che permettano una transizione fluida verso nuovi standard di crittografia.
Il Q-Day non è solo una data segnata sul calendario, ma una sfida complessa, multifacettata che richiede un impegno congiunto a livello globale. L’Europa, conscia della gravità della situazione, sta investendo risorse significative e lavorando in collaborazione a livello internazionale, mantenendo però un occhio vigile sulla sua sovranità digitale. Il messaggio è chiaro: la posta in gioco è alta e il tempo per prepararsi è ora.
Computer quantistici e dimensione geopolitica
Il panorama della supremazia quantistica si disvela come un teatro dove la geopolitica si veste di nuove tonalità, con l’Europa fervidamente impegnata a scolpire il suo ruolo. Emerge una consapevolezza cristallina dal discorso di Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea, sull’urgenza di una riflessione europea approfondita sulle sue relazioni con la Cina, esaminando la conformità di esportazioni o investimenti in tecnologie cardine come il calcolo quantistico con gli interessi di sicurezza dell’Unione Europea. Una tale riflessione sottolinea la lucida consapevolezza dell’Unione sulle ramificazioni geopolitiche della supremazia quantistica, accendendo un desiderio inossidabile di non restare in scia.
Nel fervore della corsa alla supremazia quantistica, l’Europa non resta a guardare, ma si posiziona con decisione tra i colossi globali come Stati Uniti, Cina e Russia. Per mantenere un passo competitivo, l’Unione Europea ha innestato una serie di iniziative finanziarie. Spicca tra queste il programma Quantum Technologies Flagship, una nave ammiraglia con un tesoretto di 1 miliardo di euro, navigando verso la meta di consolidare e ampliare la maestria scientifica e la leadership europea in questo dominio emergente.
Con un occhio lungimirante, l’Europa, tramite il programma Horizon Europe e altri strumenti, ha assegnato una fetta robusta del suo budget alla ricerca nel campo della computazione quantistica. L’iniziativa EuroHPC JU funge da catalizzatore, orchestrando gli sforzi e fucinando le risorse per elevare l’Europa a un polo di riferimento mondiale nel supercalcolo, abbracciando la trasformazione digitale della sua economia mentre si adopera per cementare la sua sovranità tecnologica.
Parlando di sovranità tecnologica, l’Europa ha inanellato progressi tangibili nel campo delle tecnologie quantistiche. Gli accordi di hosting firmati per i futuri computer quantistici europei in diversi paesi, tra cui Italia, Polonia, Spagna, Francia, Germania e Repubblica Ceca, ne sono una testimonianza eloquente. Tale movimento si integra con l’aspirazione di forgiare una sorta di “sovranità tecnologica”, temperando la dipendenza da altre superpotenze.
La narrazione della supremazia quantistica si intreccia con rischi e opportunità geopolitiche, con l’Europa impegnata in una valutazione scrupolosa e in azioni mirate per mitigare i rischi associati alle tecnologie quantistiche, una strategia assertiva che si proietta nel settore digitale.
In questo scenario, la dimensione geopolitica della corsa alla supremazia quantistica non è un mero sfondo, ma un terreno fertile dove l’Europa è attivamente impegnata, sia in termini di investimenti che di strategia. L’obiettivo non vacilla: l’Europa non vuole essere solo un partecipante, ma aspira a ergersi come un protagonista influente in questa nuova epoca della tecnologia.
L’approccio europeo alla sicurezza quantistica
Nello scenario della sicurezza nell’era quantistica l’Europa emerge con un’impronta distintiva, che va ben oltre la mera ricerca e sviluppo (R&D). L’iniziativa Quantum Flagship, inaugurata nel 2018 incarna il fiore all’occhiello degli sforzi europei in questo dominio. Tuttavia, è l’evoluzione continua della strategia europea che proietta l’Europa in una posizione di prestigio nel contesto mondiale della sicurezza quantistica.
Malgrado la collaborazione internazionale sia di vitale importanza, l’Europa è risoluta nello sviluppare competenze e infrastrutture autoctone. Tale risolutezza risuona in armonia con gli ultimi set di Indicatori Chiave di Performance (KPI) annunciati dal Quantum Flagship, che monitorano l’avanzamento delle tecnologie quantistiche nel continente. La visione strategica esposta nel documento “Raccomandazione (UE) 2023/2113” accentua ulteriormente l’urgenza di elevare la base economica e la competitività dell’UE, mitigare i rischi e intessere partenariati con il più ampio numero di paesi per affrontare preoccupazioni e interessi condivisi.
Guardando all’oggi, il calendario del secondo semestre del 2023 è già costellato di importanti conferenze interdisciplinari sulle tecnologie quantistiche. Queste kermesse rappresentano opportunità inestimabili per gli stakeholder di dialogare sui progressi, sulle sfide e sulle strategie, rafforzando ulteriormente l’ecosistema quantistico europeo. Una recente relazione del Parlamento Europeo, datata 4 aprile 2023, delinea con maggior dettaglio lo stato dell’arte e le sfide future delle tecnologie critiche per la sicurezza e la difesa, un’area di interesse che si sovrappone inesorabilmente alla sicurezza quantistica.
Al fianco del Quantum Flagship, l’Europa sta navigando attraverso altre entità, come l’ENISA (Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersicurezza), per definire standard e linee guida che facilitino il passaggio verso una crittografia più robusta. Questo è il riflesso dell’approccio olistico dell’Europa, che amplierà la R&D includendo anche aspetti normativi e di governance. Inoltre, l’iniziativa EuroQCI costituisce un avanzamento significativo per accelerare gli sforzi europei in materia di cybersecurity, conferendo un ulteriore strato di sicurezza basato sulla fisica quantistica.
In definitiva, l’approccio europeo alla sicurezza quantistica è una fusione di ricerca avanzata, sviluppo di capacità sovrane, e un impegno marcato verso la formazione e la standardizzazione. Questa metodologia multidimensionale non solo colloca l’Europa come un attore di primo piano nel teatro globale della sicurezza quantistica, ma offre anche un modello su come navigare le sfide complesse e interconnesse di questa nuova era, sfruttando partenariati strategici, innovazioni tecnologiche e un impegno costante verso la standardizzazione e la governance.
La crittografia post-quantistica: il progetto PQCrypto
L’avvento della computazione quantistica pone una minaccia sinistra alla crittografia tradizionale. Qui entra in gioco il progetto PQCrypto, finanziato dall’Unione Europea, una risposta proattiva e ben calibrata alle minacce emergenti. La sua missione primaria è quella di fornire implementazioni efficienti di crittografia post-quantistica ad alta sicurezza per una vasta gamma di applicazioni reali, un elemento chiave per la protezione dei dati destinati a essere conservati per molti anni, come i record sanitari e i documenti statali confidenziali.
Il PQCrypto non è un semplice progetto isolato, bensì un tassello di una strategia più ampia mirata a cementare la cybersecurity a lungo termine. In sinergia con altre iniziative, come il progetto SHARCS, si dedica allo sviluppo di paradigmi di sicurezza, architetture e software essenziali per garantire l’affidabilità dei sistemi ICT. L’obiettivo è ambizioso e chiaro: sviluppare sistemi crittografici resilienti sia oggi che in futuro, in grado di resistere agli assalti dei computer quantistici.
Il percorso di ricerca intrapreso dal PQCrypto è vasto e copre una varietà di algoritmi crittografici, spaziando da quelli basati su reticoli, ai codici correttori d’errore e ai logaritmi discreti su curve ellittiche. La serie di conferenze PQCrypto è diventata nel tempo una piattaforma principale per la presentazione e la discussione delle ricerche nel campo della crittografia post-quantistica, con eventi programmati fino al 2024, testimoniando l’impegno continuo della comunità scientifica in questo ambito cruciale.
L’importanza di un approccio collaborativo è palpabile. PQCrypto non naviga queste acque turbolente da solo, ma tesse una rete di collaborazioni a livello globale. Un esempio notevole è il processo di standardizzazione della crittografia post-quantistica guidato dal National Institute of Standards and Technology (NIST) negli Stati Uniti, un contributo significativo alla formazione di una risposta globale alle sfide portate dalla computazione quantistica.
La strada verso la crittografia post-quantistica è irta di sfide e ostacoli. Non solo è imperativo assicurare che i nuovi algoritmi siano sicuri, ma anche efficienti in termini di tempo di calcolo e di utilizzo delle risorse. La transizione da sistemi crittografici esistenti a nuovi standard necessiterà di un impegno coordinato tra diversi stakeholder, un’impresa che richiede una visione condivisa e azioni decisive.
Tanja Lange, alla guida del progetto PQCrypto , ha evidenziato la crucialità di anticipare il “Q-Day”, manifestando la sua inquietudine con la frase “ogni giorno trascorso senza implementare nuovi sistemi equivale a un giorno di dati persi”. L’eco del suo appello all’azione risona ben oltre i confini europei, poiché la posta in gioco è la sicurezza globale nell’era digitale.
Il progetto PQCrypto rappresenta un’avanzata significativa verso la preparazione di un futuro in cui la crittografia tradizionale potrebbe non bastare. Grazie alla sua ricerca avanzata e alle collaborazioni internazionali, PQCrypto sta gettando le fondamenta per un ecosistema di sicurezza più robusto e resiliente, un’investitura per un futuro digitale più sicuro.
Computer quantistici e crittografia: il ruolo dell’ENISA
La transizione verso standard crittografici robusti di fronte alle minacce poste dai computer quantistici è una sfida cruciale che l’Europa e gli Stati Uniti stanno affrontando. Al centro di questa transizione, in particolare nel territorio europeo, si posiziona l’ENISA (Agenzia dell’Unione Europea per la Cybersecurity), con Juhan Lepassaar alla guida.
La sua leadership sta delineando una risposta organica alle necessità di rinnovamento tecnologico nell’ambito della sicurezza digitale.
La chiave per affrontare le sfide della crittografia post-quantistica risiede in una collaborazione multidisciplinare, un intreccio di competenze che uniscono governi, industria e comunità accademica. Lepassaar ha messo in luce la necessità di una coordinazione forte e ben orchestrata per mitigare incidenti su larga scala e gestire crisi transfrontaliere nell’Unione Europea. Questo richiede un impegno concreto e costruttivo da parte di una moltitudine di stakeholder: università, centri di ricerca, settore industriale sono chiamati a unirsi in uno sforzo comune per sviluppare algoritmi di crittografia più robusti e creare un terreno fertile per la ricerca e l’innovazione.
ENISA ha già mosso passi significativi in questa direzione, con la pubblicazione di diverse relazioni che esplorano la necessità di progettare nuovi protocolli crittografici e integrare sistemi post-quantistici nei protocolli esistenti. Un esempio è una relazione datata 19 ottobre 2022, che ha messo in rilievo l’importanza di queste integrazioni. Inoltre, ENISA ha fornito una panoramica dettagliata del processo di standardizzazione per la crittografia post-quantistica, offrendo una classificazione delle soluzioni esistenti in diverse famiglie e analizzandone i vantaggi e gli svantaggi.
Tra le sfide tecniche più rilevanti si evidenzia la retrocompatibilità degli algoritmi di crittografia post-quantistica con i sistemi esistenti. Questo aspetto è fondamentale per garantire una transizione fluida e minimizzare i rischi di interruzioni nei servizi. La tempistica rappresenta un altro aspetto cruciale: è fondamentale implementare nuovi algoritmi prima che i computer quantistici diventino una minaccia reale.
Per Lepassaar, la lente strategica deve anche essere puntata sulle risorse umane: è essenziale concentrare gli investimenti per colmare la carenza di lavoratori qualificati, ed aumentare gli investimenti in settori critici. Ha citato, in particolare, il settore sanitario come un’area che necessita di attenzione.
In sintesi, la transizione verso nuovi standard di crittografia è un percorso in cui la collaborazione multidisciplinare e un impegno significativo in termini di tempo e risorse sono ingredienti indispensabili. Con ENISA che opera attivamente per fornire linee guida e un ecosistema di ricerca e industria sempre più integrato, l’Europa sembra ben posizionata per rispondere a questa sfida cruciale, delineando un percorso che potrebbe fare da esempio anche oltre i suoi confini.
Conclusioni
La computazione quantistica, con il suo avanzamento, disegna nuovi orizzonti, innescando una vera e propria rivoluzione nel panorama della sicurezza informatica. È un mondo in rapido movimento, dove Europa e Stati Uniti, proiettati in una dimensione globale, delineano percorsi innovativi per fronteggiare le minacce che i computer quantistici arrecano alla crittografia tradizionale. Questo viaggio esplorativo nel dominio quantistico, avvolto da un fascino quasi magnetico, porta con sé sfide crittografiche di non poco conto.
Emergono ora sul palcoscenico progetti come PQCRYPTO, portabandiera della crittografia post-quantistica, che si prospetta come un baluardo nella difesa dei segreti digitali. È un movimento verso una crittografia più robusta, riflettendo una consapevolezza crescente delle vulnerabilità esistenti. Un dialogo vivace si snoda tra i corridoi dell’innovazione e le aule di politica globale, rendendo l’ENISA un punto di riferimento nel delineare standard e best practice per una transizione crittografica ben guidata.
La corsa verso la supremazia quantistica, intanto, prende le sfumature di una contesa geopolitica. L’Europa, con una determinazione palpabile, sta modellando la sua sovranità digitale, investendo risorse in ricerca e collaborazioni internazionali. Progetti come il Quantum Flagship e il programma Horizon Europe non sono altro che la manifestazione tangibile dell’energia europea canalizzata nel settore quantistico.
Dall’altra parte dell’Atlantico, gli Stati Uniti non stanno a guardare. Con il NIST a guidare la carica, si stanno mettendo a punto gli standard per una crittografia resiliente. L’armonia tra il mondo accademico, l’industria e il governo è il pilastro di questo sforzo, un trinomio che mira a forgiare una robusta armatura crittografica in vista del cosiddetto Q-Day.
Ma la transizione verso una crittografia post-quantistica non è una passeggiata. Richiede una visione globale e azioni decisive. L’appello alla preparazione per il “Q-Day” è netto e vigoroso, sottolineando l’urgenza di un impegno collettivo. Le sfide sono davvero notevoli, e l’eco del Q-Day potrebbe risuonare come un campanello d’allarme, spingendo le nazioni a mettere al sicuro i loro segreti digitali prima che le porte del futuro si spalanchino, svelando un paesaggio tanto promettente quanto carico di sfide. In questo intricato scenario, l’adeguamento crittografico non è solo una necessità tecnica, ma diventa un imperativo geopolitico, un passo necessario per navigare le acque tumultuose dell’era quantistica che si profila all’orizzonte.