Il Quantum Computing rappresenta una nuova frontiera della tecnologia, che promette di rivoluzionare molti settori, dalla criptografia alla simulazione di molecole per lo sviluppo di farmaci. L’investimento nella ricerca e nello sviluppo del Quantum Computing si rivela una mossa strategica per il futuro delle nazioni. L’Italia non è da meno, con il PNRR che si pone come motore propulsivo verso l’innovazione in questo campo. Ma come si posiziona il nostro Paese rispetto al resto del mondo? E quali sono le prospettive future? Queste alcune delle evidenze presentate dall’Osservatorio Quantum Computing & Communication, giunto alla sua terza edizione, durante il convegno promosso il 23 novembre 2023 dalla School of Management del Politecnico di Milano intitolato “Quantum Revolution: Italy, are you (getting) ready?”.
L’importanza del Quantum Readiness
Per le aziende italiane, diventa cruciale raggiungere un livello di “Quantum Readiness” adeguato per affrontare le sfide e cogliere le opportunità offerte da questa emergente tecnologia.
“Grazie al PNRR, l’Italia ha mostrato segnali incoraggianti di attenzione verso la rivoluzione quantistica. Nonostante si sia partiti in ritardo rispetto ad altri Paesi europei e di oltreoceano, questi investimenti ci permetteranno di fare passi da gigante nel tentativo di colmare il gap tecnologico. Oggi quindi è più che mai importante garantire continuità a quanto avviato, strutturando una visione coordinata e strategica per il futuro del Paese in questo comparto: si tratta di un ambito fondamentale da presidiare a livello sistemico per non dipendere da altre nazioni con accesso diretto a queste tecnologie” afferma Paolo Cremonesi, Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Quantum Computing & Communication e docente del Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria del Politecnico di Milano.
L’impatto del Quantum Computing sul tessuto produttivo italiano potrebbe essere rivoluzionario. Tuttavia, per sfruttare al meglio questa opportunità, le aziende italiane devono essere “quantum ready”, ovvero pronte ad adottare questa tecnologia. La Quantum Readiness non significa soltanto implementare soluzioni basate sulla computazione quantistica, ma anche e soprattutto sviluppare competenze specifiche, investire in formazione e ricerca, e creare un ecosistema favorevole. Essere “quantum ready” significa dunque abbracciare un cambio di paradigma che potrebbe portare a nuove opportunità di business.
“Alimentare la ricerca pubblica e promuoverne la collaborazione con l’industria è fondamentale per dare impulso alla creazione di un ecosistema italiano competitivo sul Quantum Computing. Le università italiane sono già partite con diversi percorsi di studio specialisti sul tema e nel giro di qualche anno immetteranno sul mercato del lavoro giovani talenti che, senza una filiera tecnologica attrattiva, saranno a rischio di fuga all’estero”, conclude Cremonesi.
Investimenti in Quantum Computing: Italia a confronto con il mondo
In un contesto globale, l’Italia si sta progressivamente posizionando nel panorama dell’investimento in Quantum Computing. Sebbene il ritardo rispetto alle potenze tecnologiche come gli Stati Uniti e la Cina sia ancora sensibile, l’incremento degli investimenti privati e pubblici è palpabile. Secondo dati di Inside Quantum Technology, la spesa globale per il Quantum Computing dovrebbe raggiungere i 9,1 miliardi di dollari entro il 2030. L’Italia, pur non detenendo una fetta significativa di queste risorse, sta comunque investendo in ricerca e sviluppo attraverso università e aziende innovative per colmare il gap.
In Italia nel 2023 l’investimento privato nel Quantum Computing è ancora modesto, inferiore a 6 milioni di euro, stanziati su risorse interne all’azienda, come il personale dedicato, e all’esterno in consulenza, tempo macchina e formazione. Anche a livello globale, il mercato del Quantum Computing nel 2023 è piccolo ed emergente: si stimano tra gli 800 e i 900 milioni di dollari di spesa.
La tecnologia è in una fase prototipale in cui sono i fondi governativi a trainare lo sviluppo di ecosistemi competitivi. Entrando nel merito degli investimenti pubblici italiani, è possibile identificare due iniziative. La prima è il Centro Nazionale HPC, Big Data e Quantum Computing (budget totale di 320 milioni di euro, di cui 30 dedicati a uno Spoke sulla computazione quantistica), che ha l’obiettivo di promuovere la creazione di una rete di collaborazione tra centri di ricerca, università e aziende. La seconda è il partenariato esteso NQSTI – National Quantum Science and Technology Institute – che ha l’obiettivo di promuovere attività di ricerca fondamentale competitiva nella Quantum Science (budget totale di 116 milioni di euro, di cui circa 8 in uno Spoke su Information Processing & Communication ma ben di più in ricerche a TRL – Technology Readiness Level – basso con potenziali impatti anche sul Computing).
Approfondendo l’ecosistema internazionale, la filiera del Quantum Computing nel mondo è emergente ma in crescita. È stato fotografato il mercato dell’offerta guardando ad aziende, startup e scale-up attivi nel campo del Quantum Computing lungo tutto lo stack tecnologico: dall’hardware e le sue componenti abilitanti, alle piattaforme di sviluppo e agli ambienti middleware, fino al software e agli algoritmi. Sono stati identificati 250 attori, il 70% dei quali rappresenta nuove iniziative imprenditoriali, nate proprio in questo mercato e oggi a diversi livelli di sviluppo.
Il 56% di questi nuovi business è stato finanziato nel corso degli ultimi 5 anni per un totale di 4,6 miliardi di dollari raccolti, di cui 1,2 stanziati dal 2022. Anche in questo caso, i finanziamenti sono piuttosto concentrati: si stanno consolidando alcuni scale-up particolarmente attrattivi, specialmente quelli focalizzati sullo sviluppo di hardware quantistico, in grado di raccogliere diverse centinaia di milioni di dollari.
Dal punto di vista della domanda, diverse grandi aziende leader in numerosi settori stanno investendo in queste tecnologie: crescono gli annunci di progetti di sperimentazione sul Quantum Computing nel 2023, per un totale di 151 progetti (+50% negli ultimi due anni) realizzati da 108 aziende. Tra i settori più prolifici per numero di progetti troviamo quello finanziario, il chimico-farmaceutico, l’automobilistico e quello energetico.
Le prospettive future del Quantum Computing in Italia
Le prospettive future della computazione quantistica nel nostro Paese sono strettamente legate all’evoluzione dell’ecosistema di ricerca e innovazione, nonché alla capacità delle imprese di adattarsi a questa nuova tecnologia. Secondo gli esperti, nei prossimi anni il Quantum Computing potrebbe trovare applicazioni concrete in diversi settori, tra cui la finanza, la salute o l’energia. Inoltre, la formazione di una nuova generazione di professionisti specializzati potrebbe contribuire a consolidare il posizionamento dell’Italia nel settore. Tuttavia, per raggiungere questi obiettivi è necessario un impegno collettivo da parte degli stakeholder del sistema Italia: istituzioni pubbliche, università, aziende private e investitori.
“In Italia, al netto di alcune grandi aziende d’avanguardia, i budget stanziati sul Quantum Computing sono spesso esigui. Il settore però è emergente e destinato a crescere, grazie anche ai fondi del PNRR destinati a progetti in collaborazione tra università e industria da qui al 2025. Per una tecnologia ancora prototipale come questa, a livello internazionale, l’impulso principale di sviluppo viene dai governi e dall’investimento pubblico nella ricerca, necessario anche per alimentare la nascita di start-up a partire proprio da questi laboratori. In Italia, stiamo muovendo i primi passi in tale direzione e sarà importante costruire una visione sistemica per i prossimi anni.” afferma Marina Natalucci, Direttore dell’Osservatorio Quantum Computing & Communication. “Rischiamo altrimenti di perdere un’opportunità di sviluppo di un comparto critico per le imprese: sta crescendo la necessità di capacità computazionale per risolvere problemi complessi e il Quantum Computing aiuterà a dare una risposta.”
In un contesto globale in cui la competizione tecnologica si fa sempre più serrata, l’Italia non può permettersi di restare indietro. L’investimento nel Quantum Computing rappresenta un passaggio cruciale, una sfida che il nostro Paese sembra essere pronto ad affrontare grazie anche ai fondi del PNRR. Un cambiamento di paradigma che richiede alle aziende italiane una nuova consapevolezza: quella della Quantum Readiness, indispensabile per sfruttare al meglio le potenzialità offerte da questa tecnologia emergente. Si tratta di un percorso con molte incognite, ma altrettante opportunità. Guardando al futuro del Quantum Computing in Italia, è importante mantenere una visione lungimirante e strategica, alimentando costantemente ricerca e innovazione. Solo così potremo garantire al nostro sistema produttivo un ruolo da protagonista nella prossima rivoluzione tecnologica.