Con il termine automazione s’intende l’impiego di tecnologia per svolgere compiti in cui l’intervento umano è ridotto ai minimi termini.
Si può parlare di era dell’automazione a partire dalla fine degli anni ’50 del secolo scorso nella quale oltre alla manipolazione materiale (oggetti fisici) anche la manipolazione simbolica (dati e informazioni) viene affidata alle macchine. Automazione, in questo senso, definisce un complesso di tecniche che sono indirizzate a far sì che il controllo delle macchine avvenga per mezzo di altre macchine (“L’automazione industriale” – G. Bertoni – M.E. Penati).
Ora, l’area dell’automation engineering comprende progettazione, creazione, sviluppo e gestione di apparecchiature volte a eliminare, per quanto possibile, l’intervento umano diretto nel funzionamento di macchinari, processi, impianti e reti che distribuiscono beni o forniscono servizi.
L’importanza della formazione in automation engineering
L’automazione industriale moderna nasce dagli sviluppi dell’informatica e dell’automatica (teoria e tecnica dei controlli automatici).
La stessa origine del termine “automazione”, che si fa risalire a John Diebold, imprenditore statunitense, e Del Harder, manager Ford, è legata alle trasformazioni della fabbrica sempre più automatizzata.
Nell’opera “Automation: the Advent of the Automatic Factory”, Diebold associa l’automazione all’impiego dei sistemi elettronici programmabili nel processo produttivo industriale. Nel 1947, presso la Ford Motor Company, fu introdotta la parola automation (contrazione di automatic production) e spetta all’industria automobilistica il merito di averla coniata stando a indicare l’utilizzo di dispositivi automatici e l’insieme di apparati di movimentazione automatica che erano stati installati nelle loro linee di produzione.
Ciò dimostra che l’automazione è intimamente connessa allo sviluppo dell’attività industriale. Industria che nella realtà odierna compie nuovi progressi in questa direzione con la trasformazione di Industry 4.0. Un processo caratterizzato da una crescente automazione, dai sistemi cibernetici con digitalizzazione, interconnessione e uso di macchine intelligenti e smart factory che integrano tecnologie “abilitanti” come Internet of Things (IoT), cloud computing, big data analytics, AI e machine learning.
Va da sé che, in questo quadro, la formazione in automation engineering diviene sempre più fondamentale e necessaria nel settore. Dal momento che si ha a che fare con paradigmi nuovi come quello di cyber-physical production system, alla cui base c’è lo sviluppo di sistemi informatici, capaci di “interagire con i sistemi fisici in cui operano, che sono dotati di capacità computazionale, di comunicazione e di controllo”.
Competenze fondamentali in automation engineering
Il profilo di un ingegnere dell’automazione (automation engineer) risente e deve essere in accordo con la sfida dell’innovazione e dell’integrazione tecnologica più avanzata che definisce la realtà produttiva moderna.
La sua attività professionale si basa su competenze in varie discipline sia di natura tecnica che gestionale. La funzione e i compiti che deve svolgere, più spesso in ambito industriale, richiedono creatività ed esperienza nel risolvere problemi di integrazione che derivano dalla combinazione delle tecnologie ingegneristiche tradizionali (meccanica ed elettrotecnica) con le tecnologie dell’informazione (automazione, elettronica, informatica, telecomunicazioni).
I sistemi di automazione sono sempre più complessi e diffusi in tanti settori, venendo utilizzati per automatizzare impianti e processi produttivi ma anche per migliorare la qualità dei prodotti.
In questo senso, un ingegnere dell’automazione deve essere fornito di hard skill che riguardano conoscenze in automazione e robotica, ML, AI, programmazione PLC, C#, Java o Python così come soft skill quali problem solving, capacità di lavorare in team, e attitudine all’aggiornamento continuo.
Percorsi formativi in automation engineering
Per diventare un automation engineer si passa attraverso un percorso formativo che implica il conseguimento di una laurea specifica. L’offerta formativa in Europa è varia e ampia. In diverse università, tra le più importanti, sono previsti corsi di laurea specifici ma anche master.
Si diventa pertanto ingegnere dell’automazione iscrivendosi a un corso di laurea di durata triennale che permette di entrare immediatamente nel mondo del lavoro. Tuttavia, la grande maggioranza degli studenti preferisce continuare gli studi nel corso di laurea magistrale in cui ci ha una formazione più approfondita e specialistica.
Grazie ai corsi, gli studenti ricevono una formazione ingegneristica ad ampio raggio che consente di acquisire o completare una più solida preparazione scientifica per la comprensione, definizione, modellazione e soluzione di problemi, anche complessi, tipici dell’ingegneria industriale.
Automation engineering: corsi universitari e lauree magistrali
In Italia, sono diversi gli atenei che offrono corsi di laurea triennali e lauree magistrali (corso specialistico della durata di due anni). Tutte le principali università italiane importanti offrono una formazione universitaria in ambito automation engineering : il Politecnico di Milano, il Politecnico di Torino, l’Università degli Studi di Napoli, La Sapienza di Roma e l’Università di Brescia e Bologna, tanto per citarne alcune.
La laurea triennale fornisce in gran parte istruzione su materie di base (grazie a cui s’impara a comprendere e a utilizzare i componenti meccanici ed elettronici più diffusi come motori, attuatori, circuiti elettronici e sistemi di visione, conoscendo i quali si è in grado di sviluppare sistemi complessi) per poi pian piano passare alle scienze applicate, prevalenti nei corsi magistrali.
Gli obiettivi formativi di un corso magistrale sono quelli di dare ai futuri laureati approfondite conoscenze interdisciplinari nei settori della scienza dell’automazione, della meccanica, dell’informatica, dell’elettronica e della elettrotecnica.
Un ateneo come quello di Bologna fornisce peraltro agli studenti la possibilità di ottenere un doppio titolo di laurea (in un’ottica di percorsi a doppio titolo contemplati anche in altre università): insieme alla laurea magistrale in automation engineering il Msc (Master in science) in Control Theory and Control Engineering dalla Tongji University di Shanghai. Un’opportunità che consente a chi partecipa di avere importanti esperienze all’estero (anche in ambito industriale con tirocini obbligatori). Nel percorso di formazione è altresì previsto di svolgere attività di laboratorio, tirocini e stage, visite e lezioni in diverse aziende e all’estero.
Un numero ristretto di studenti, dopo aver ottenuto la laurea, consegue il dottorato di ricerca che permette di specializzarsi e dedicarsi all’insegnamento e alla ricerca in enti pubblici e privati.
Opportunità di carriera per gli automation engineers
Studiare e conseguire una laurea in automation engineering permette di avere importanti opportunità di carriera e un ingresso rapido nel mondo del lavoro. Molti laureati già lavorano prima di terminare gli studi mentre altri trovano occupazione dopo pochissimo tempo dalla laurea (dati Università di Brescia).
Secondo un’indagine del Consorzio Interuniversitario Almalaurea, gli studenti (Università di Bologna) che hanno conseguito una laurea in automation engineering trovano lavoro più facilmente e in tempi molto più ridotti. Anche le retribuzioni sono in media migliori e la soddisfazione è più alta.
Gli sbocchi professionali di un automation engineer sono vari e ampi in aziende del settore automazione, robotica, manifatturiero e di processo, ma anche in società di servizi. Inoltre, gli automation engineer sono occupabili in società di consulenza e in studi di ingegneria, in centri di ricerca, pubblica amministrazione ed enti territoriali, libera professione.
Conclusioni
Affrontare il tema dell’automation engineering significa focalizzare l’attenzione sui processi di automazione che hanno subito negli ultimi anni un forte sviluppo. Molti sistemi e processi produttivi oggi sono sempre più automatizzati. È una tendenza che evolve rapidamente con macchine e tecnologia smart sempre più dominanti in un mercato in continua crescita.
Le prospettive del lavoro umano sono quindi caratterizzate da queste trasformazioni che implicano nuova conoscenza e nuova formazione. L’automazione è il cuore della quarta rivoluzione industriale e per aziende e organizzazioni non è un nice-to-have ma è diventata un must-to-have. L’attività di automation engineering assume valore strategico in questo contesto, e la figura di ingegnere dell’automazione garantisce sbocchi professionali importanti e a largo spettro.