Secondo un recente report di Boston Consulting Group (BCG), nonostante una intenzione diffusa e positiva in termini di investimenti, permane una certa esitazione da parte delle organizzazioni a implementare le nuove tecnologie di intelligenza artificiale.
BCG Report – “AI Radar: From Potential to Profit with GenAI”
La recente indagine di BCG – che ha coinvolto circa 1400 dirigenti di alto livello a livello globale – svela come la GenAI stia rapidamente modificando le dinamiche aziendali. Tuttavia, il 90%, degli intervistati rimane in attesa che questa tecnologia superi gli hype del momento o si limita a condurre esperimenti su piccola scala.
Il report conferma che l’AI ha guadagnato con rapidità un posto preminente all’interno dell’agenda strategica del Top Management. Inoltre, l’avvento della Generative AI (GenAI) sta generando inedite opportunità di business che i leader aziendali sono impazienti di cogliere. In particolare, come si evince che:
- il 71% dei leader intervistati ha manifestato l’intenzione di incrementare gli investimenti tecnologici della propria azienda nel 2024 in aumento rispetto al 60% del 2023.
- l’85%, che prevede di ampliare i propri investimenti in AI e GenAI nel corso del prossimo anno.
- l’89% posiziona l’AI e la GenAI tra le tre principali priorità tecnologiche per il 2024.
- il 54% anticipa che l’AI contribuirà, nel 2024, a generare risparmi sui costi e circa la metà di questi si attende una riduzione dei costi superiore al 10%, dovuta principalmente ad incrementi di produttività nei settori delle operazioni, del servizio clienti e dell’informatica.
Cosa stanno facendo le organizzazioni
Il report di BCG evidenzia come la maggior parte delle organizzazioni, nonostante l’aumento degli investimenti, non stia facendo abbastanza per cogliere appieno i benefici dell’AI. Gli intervistati hanno segnalato, di fatto, di essere insoddisfatti del progresso della propria organizzazione in materia di AI e GenAI, a fronte di diverse sfide che hanno dovuto affrontare, tra cui:
- carenza di talenti e competenze (62% degli intervistati)
- mancanza di chiarezza nelle priorità di investimento (47% degli intervistati)
- assenza di una strategia per un’AI responsabile (42% degli intervistati).
Inoltre, dal report si evince che:
- solo il 6% delle aziende, fino ad ora, è riuscito a formare più del 25% dei propri collaboratori sull’uso degli strumenti GenAI.
- il 45% dei dirigenti afferma di non avere ancora linee guida o politiche di restrizioni sull’uso dell’AI e della GenAI sul posto di lavoro.
In sintesi, nonostante la riconosciuta necessità di incrementare gli investimenti nell’AI, numerose organizzazioni mostrano una certa riluttanza nel pienamente adottare questa innovazione. Due terzi dei leader intervistati prevedono che occorreranno almeno due anni perché l’AI e la GenAI superino la fase di eccessivo entusiasmo. Inoltre, il report rivela che il 71% delle organizzazioni si sta concentrando su esperimenti circoscritti e progetti pilota di ridotta dimensione. Effettivamente, circa il 90% dei dirigenti di alto livello appartiene a una di queste due categorie, e nel report, sono categorizzati come “osservatori”.
Il report categorizza, invece, come “vincitori” quei leader che riconoscono che la GenAI è qui per restare e che opportunità straordinarie in temini di aumento della produttività e di crescita dei ricavi, sono attualmente a portata di mano.
Inoltre, dal report si evince che l’area Middle East risulti in cima alla classifica degli investimenti in termini di tecnologie emergenti e AI/GenAI, mentre l’UE si posizioni solo dopo il Continente Africano.
Cosa distingue i leader “vincitori” rispetto agli “osservatori”
L’analisi di BCG, rivela che soltanto una ristretta cerchia di organizzazioni si sta efficacemente orientando verso l’ambito dell’AI, mentre altre rischiano seriamente di restare indietro. In particolare, emergono cinque caratteristiche per distinguere i “vincitori” del settore. E, precisamente:
- I “vincitori” investono in produttività e nell’espansione dei ricavi. Tra le organizzazioni che anticipano di conseguire riduzioni dei costi attraverso l’impiego dell’AI e della GenAI entro il 2024, quasi la metà stima di raggiungere un risparmio superiore al 10%. In termini concreti, ciò si tradurrebbe in un risparmio di 1 miliardo di dollari per un’organizzazione che registra un fatturato annuo di 10 miliardi di dollari.
Inoltre, le organizzazioni che, nel corso del prossimo anno, prevedono di allocare più di 50 milioni di dollari in investimenti in AI/GenAI hanno una probabilità del 30% superiore di anticipare risparmi di costi nel 2024 rispetto alle altre. Queste stesse organizzazioni mostrano anche una probabilità superiore del 50% di prevedere un risparmio sui costi superiore al 10%. I cosiddetti “vincitori” in questo contesto prevedono di reinvestire i guadagni ottenuti all’interno dell’organizzazione per creare nuove fonti di reddito e stimolare una crescita addizionale. Di fatto, questa strategia proattiva di reinvestimento dovrebbe rappresentare il punto di riferimento per ogni azienda nella sua pianificazione strategica.
- I “vincitori” puntano sistematicamente all’aggiornamento delle competenze. Le organizzazioni leader, per cogliere i benefici dell’AI, si assicurano che i team sappiano come utilizzarla nel modo più efficace e, di conseguenza, potenziano le loro capacità di riconversione professionale. La maggior parte dei “vincitori” concorda sul fatto che la GenAI creerà nuovi ruoli nelle proprie organizzazioni e si aspetta che, in media, quasi la metà della propria forza lavoro dovrà essere riqualificata nei prossimi tre anni.
È interessante evidenziare che il 21% delle organizzazioni – che spenderanno più di 50 milioni di dollari in AI e GenAI il prossimo anno – ha già formato più di un quarto dei propri dipendenti sugli strumenti pertinenti (contro solo il 6% delle aziende in generale). Mentre, la maggior parte degli intervistati rivela che solo dall’1% al 10% dei propri lavoratori è attualmente formato sugli strumenti GenAI. Inoltre, è importante ricordare che anche il Top Management ha bisogno di formazione, poiché il 59% delle organizzazioni intervistate afferma di avere una fiducia limitata o nulla nella competenza del proprio team esecutivo in termini di GenAI.
- I “vincitori” sono attenti ai costi di utilizzo. Il report evidenzia che, con l’espansione dell’accessibilità della Generative AI (GenAI), assisteremo a un’adozione accelerata da parte delle organizzazioni e, conseguentemente, a un incremento dei costi connessi all’uso di queste tecnologie man mano che si diffondono. Al momento, però, soltanto il 19% degli intervistati segnala il costo come la loro principale preoccupazione nella selezione di soluzioni di AI/GenAI.
È importante sottolineare che, nelle organizzazioni dove la GenAI non è adeguatamente implementata, i costi operativi potenziali possono risultare ingenti a causa della veloce adozione della tecnologia e dell’inevitabile aumento dei costi che seguirà, man mano che le aziende avvieranno progetti personalizzati su larga scala. Di conseguenza, sarà essenziale gestire proattivamente i costi di utilizzo per evitare di incorrere in spiacevoli sorprese economiche.
- I “vincitori” costruiscono relazioni strategiche – I “vincitori” comprendono che l’AI e le soluzioni che rende possibili si stanno evolvendo rapidamente. Solo il 3% degli intervistati considera le partnership preesistenti una priorità nella ricerca di soluzioni AI. Di fatto, i “vincitori” stanno attivamente costruendo un ecosistema di partnership con molteplici aziende – inclusi fornitori di software e startup GenAI – al fine di ottenere accesso a tecnologie all’avanguardia e creare valore nel breve termine.
- I “vincitori” implementano principi di Responsible AI (RAI) – La velocità senza precedenti con cui viene adottata la GenAI rende i principi di RAI più importanti che mai, specialmente alla luce delle minacce emergenti in ambiti come la cybersecurity. Pertanto, le organizzazioni – indipendentemente dal punto in cui si trovano nel loro percorso verso l’AI – devono adottare un approccio proattivo nell’affrontare le questioni legate alle problematiche di RAI.
Inoltre, altri studi condotti dalla BCG hanno rivelato che le organizzazioni nelle quali i CEO si impegnano direttamente nelle iniziative di implementazione dei principi di Responsible AI (RAI) ottengono benefici aziendali superiori del 58% rispetto a quelle in cui i CEO non sono coinvolti. Mentre, dal recente report si evince che il 27% delle aziende intervistate – che prevedono di investire oltre 50 milioni di dollari in intelligenza artificiale (AI) e Generative AI (GenAI) nel 2024 – assegna al CEO la responsabilità della propria strategia RAI, rispetto a una media generale del 14%.
Prospettive future
Fino a poco tempo fa, l’implementazione dell’AI era prerogativa esclusiva di esperti in AI, scienziati dei dati e specialisti in machine learning. Ora, invece, la GenAI è accessibile a qualunque dipendente interessato a esplorarne le potenzialità. Inizialmente, alcune organizzazioni hanno ristretto l’uso di ChatGPT e di altri modelli linguistici avanzati, ma con il tempo hanno fornito accesso, stabilito regole e offerto formazione obbligatoria sulle migliori pratiche e i pericoli, definendo così una governance da seguire. Pertanto, si ritiene che, se il 2023 è stato l’anno in cui l’AI è diventata più accessibile a tutti, il 2024 promette di essere l’anno in cui le capacità della GenAI verranno sfruttate per valutarne l’effetto sul business.
In questa ottica, il report di BCG suggerisce tre strategie principali per ottimizzare il potenziale della GenAI e, precisamente:
- applicare la GenAI nelle operazioni quotidiane per sbloccare un potenziale di produttività tra il 10% e il 20%. Ovvero, si tratta di: selezionare con attenzione e sperimentare gli strumenti GenAI; promuovere un’intensa formazione per accrescere le competenze; adottare soluzioni che assistano i dipendenti nelle loro mansioni giornaliere; monitorare accuratamente i costi associati all’implementazione.
- rivoluzionare le funzioni critiche per ottenere un incremento dell’efficienza e dell’efficacia tra il 30% e il 50%. SI tratta di anticipare le ripercussioni della GenAI sulla forza lavoro e sulle attività chiave, istituire nuovi profili professionali, riallocare i budget e coordinare una serie di progetti pilota scalabili e affidabili.
- creare nuovi modelli di business innovativi con la GenAI per garantire un vantaggio competitivo duraturo. Si tratta di adottare una strategia fortemente focalizzata sul cliente e di utilizzare dati proprietari e diritti di proprietà intellettuale per offrire esperienze uniche e irripetibili ai clienti.
Di fatto, le organizzazioni, concentrandosi su queste aree, potranno incrementare la produttività, elevare l’efficienza e l’efficacia oltre a garantire maggiori i ricavi e consolidare un vantaggio competitivo sostenibile nel tempo.
Cosa succede in Italia
Le imprese che stanno già sfruttando la GenAI si ritiene potranno raggiungere guadagni di produttività fino a un miliardo di dollari a livello internazionale. Una prospettiva che si estende anche alle compagnie italiane, le quali hanno la possibilità di incrementare notevolmente tale cifra adottando soluzioni pronte all’uso come ChatGPT e Microsoft Copilot.
Tuttavia, per realizzare benefici tangibili, è essenziale intraprendere iniziative di formazione strutturate per il personale. Inoltre, esistono soluzioni più sofisticate che possono produrre effetti rilevanti per l’organizzazione soprattutto in termini di funzioni o prodotti. Trend confermato anche da Roberto Ventura, Managing Director e Partner di BCG che dichiara: “Dopo una fase di osservazione iniziale, nella seconda parte del 2023 abbiamo visto da parte delle aziende italiane un progressivo aumento dell’interesse per queste tecnologie. Molti dei nostri clienti, infatti, hanno iniziato a chiederci in che modo l’AI generativa potesse avere un impatto concreto nei loro processi specifici. Osserviamo questo trend anche nel 2024 grazie all’attenzione crescente verso questo tema, insieme al legittimo timore di rimanere indietro rispetto ai competitor”.
Ovvero, basta proclami, è tempo di agire. In quest’ottica vanno interpretate le aperture di Accenture di due centri – a Milano e a Roma – dove le aziende di ogni ambito potranno esplorare nuovi modi per ottimizzare e reinventare il loro business. Queste aperture rientrano nel più ampio piano da parte della multinazionale di investire 3 miliardi di dollari in dati e AI.
Anche Microsoft Italia, lo scorso settembre 2023, ha annunciato l’avvio di AI L.A.B (Learn – Adopt – Benefit), un’iniziativa sviluppata in collaborazione con l’ecosistema dei partner, per promuovere le opportunità dell’AI Generativa per le aziende pubbliche e private, i professionisti e gli studenti e contribuire alla crescita sostenibile dell’Italia attraverso nuovi scenari di innovazione digitale.
Inoltre, uno studio condotto da The European House – Ambrosetti e Microsoft Italia ha stimato che l’adozione capillare della GenAI potrebbe generare – mantenendo invariate le ore lavorative – un valore aggiunto annuale fino a 312 miliardi di euro, corrispondente al 18% del PIL italiano. Ancora, in termini di produzione di ricchezza, l’impiego di strumenti basati sulla GenAI potrebbe risparmiare circa 5,4 miliardi di ore, rendendole disponibili per attività di maggiore strategia e valore aggiunto. Senza dimenticare che i benefici della GenAI si estendono a tutti i settori e, in particolare, al settore finanziario, manifatturiero e sanitario (incluse le scienze della vita), i.e. i mercati con maggiore esperienza nell’utilizzo della GenAI.
Conclusioni
Nell’ambito dell’AI in rapida evoluzione, la GenAI emerge come una svolta capace di trasformare settori e modelli di business, promettendo incrementi di produttività e facilitando la creazione di strategie competitive durature. Le aziende possono sfruttare la GenAI per generare proposte di valore innovative, accedere a mercati inesplorati e offrire esperienze personalizzate, ridefinendo così i modelli di business esistenti. L’adozione della GenAI nelle routine quotidiane rappresenta un passo cruciale verso la realizzazione del suo potenziale, nonostante le sfide legate all’adattamento dei flussi di lavoro, alla formazione del personale e all’uso etico dell’AI.
È doveroso ricordare che le organizzazioni – per sfruttare al meglio le potenzialità della nuova tecnologia – dovranno, ancora una volta, partire dalla conoscenza del contesto in cui si vuole implementarla e comprenderne punti di cedimento, rischi e necessari cambi di paradigma, soprattutto considerando il panorama normativo che si sta delineando a livello UE (i.e. AI Act, Nuovo Regolamento Macchine, Cyber Resilience act, NIS2, ecc.) che si basa sempre più su un approccio risk-based e resilience-based, quale intersezione dell’implementazione da parte delle organizzazioni dei principi di Risk management, Business continuity e cybersecurity.