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“L’intelligenza artificiale per l’Italia”: Meloni annuncia la ‘via italiana’ e un investimento di 1 mld di euro



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L’annuncio nel corso del convegno ‘L’intelligenza artificiale per l’Italia’, il 12 marzo 2024. Il Governo lavora su una legge per stabilire principi fondamentali e norme complementari al regolamento europeo. Butti: “Italia sul podio europeo per gli investimenti pubblici nell’intelligenza artificiale”. Un disegno di legge entro la fine di marzo

Pubblicato il 12 mar 2024



AI Italia

Un impegno finanziario di 1 miliardo di euro e una “via italiana per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale. La premier Giorgia Meloni, nel corso del convegno “L’intelligenza artificiale per l’Italia”, a Roma il 12 marzo 2024, in un videomessaggio sottolinea l’impegno del governo. Aggiungendo che si “sta lavorando su una legge volta a stabilire principi fondamentali, definire norme complementari al regolamento europeo in fase di approvazione e individuare le misure più efficaci per stimolare l’economia nazionale”.

Meloni: “AI rivoluzione più significativa del nostro tempo”

Meloni ha osservato come l’AI rappresenti una svolta radicale rispetto al passato, quando il progresso era principalmente finalizzato all’ottimizzazione delle capacità umane e alla sostituzione del lavoro fisico. Oggi, è l’intelletto umano a rischiare di essere soppiantato, mettendo in discussione la centralità dell’uomo nel processo produttivo. Secondo la Premier, l’AI è la rivoluzione più significativa del nostro tempo e rappresenta la principale sfida da affrontare sotto vari aspetti: antropologico, economico, produttivo e sociale. Tuttavia, Meloni ha sottolineato che il pieno potenziale positivo dell’AI può essere realizzato solo se lo sviluppo della tecnologia avviene entro un quadro di regole etiche che pongono al centro l’individuo con i suoi diritti e bisogni. Per affrontare questa sfida, il Governo si avvale di un Comitato composto dai migliori esperti italiani, che hanno contribuito alla definizione della Strategia nazionale per l’AI.

La Presidente del Consiglio ha poi ribadito l’importanza di una “via italiana” all’AI, che può essere realizzata solo attraverso un forte sostegno alla ricerca, alla sperimentazione e alle realtà produttive esistenti in Italia, che necessitano di valorizzazione per diventare più forti e competitive.

Butti: “Italia sul podio europeo per gli investimenti pubblici nell’intelligenza artificiale

Alessio Butti, Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega all’innovazione, ha dichiarato durante l’evento che l’Italia è L’Italia è “sul podio europeo per gli investimenti pubblici nell’intelligenza artificiale”. Ha inoltre anticipato alcuni aspetti della Strategia nazionale per l’AI, elaborata dal Comitato da lui nominato. Questa strategia sarà utilizzata come base per la stesura di un disegno di legge entro fine mese. Butti ha rivelato che la Presidenza del Consiglio avrà la responsabilità politica in materia di AI e sarà coinvolta anche nella normativa sul golden power. Il Dipartimento per la Trasformazione Digitale avrà invece il compito di valutare le scelte della Presidenza del Consiglio. Questo processo sarà supportato da un’agenzia pubblica con funzioni di vigilanza e sanzionatorie. “Parliamo prevedibilmente di un’agenzia e non di un’autorità indipendente”, ha precisato il sottosegretario, spiegando che si tratterà di un organismo con un ruolo di supporto all’attuazione della strategia nazionale.

Infine, Butti ha illustrato i meccanismi finanziari previsti per l’attuazione della strategia, tra cui una fondazione e un sistema per promuovere la ricerca e lo sviluppo e finanziare startup e imprese ad alta tecnologia con progetti innovativi. “Per eccellere nei mercati della IA servono risorse finanziarie ingenti, che come sistema Paese non abbiamo, al pari di molti altri Paesi europei – ha puntualizzato. “Intanto, abbiamo libera davanti a noi la strada per sviluppare soluzioni verticali che contribuiscano a far crescere l’ecosistema nazionale applicativo di cui abbiamo bisogno e che assicuri il terreno di coltura per la crescita delle nostre aziende”.

Butti ha inoltre sottolineato l’importanza del coinvolgimento del mondo dell’istruzione per individuare talenti creativi fin dalla scuola, evitando che siano costretti a emigrare per esprimere le loro potenzialità.

Nel suo intervento di chiusura Butti ha dichiarato: “Ci sono alcune indicazioni che vorrei riprendere, delle questioni emerse. La prima è il piccolo gruppo di multinazionali che ha in mano l’AI nel mondo; ho apprezzato la loro disponibilità, ma a loro dico: non potete fare tutto da soli. Avete bisogno dell’Europa e dell’Italia, e l’Italia ha bisogno di voi. La seconda riguarda le società di ICT che trattano l’AI come parte della loro offerta, a loro dico di non limitarsi a fare gli integratori di sistema. La terza riguarda le società che fanno applicazioni di AI e le startup, dobbiamo sostenerle, creare degli ecosistemi adatti a loro. La quarta riguarda le università; devono porsi il problema di come interagire con il tessuto produttivo italiano. Le università e le aziende devono cercarsi, relazionarsi, ragionare a lungo termine. La quinta, la più importante, riguarda la consapevolezza del governo sulla partita che stiamo giocando. L’AI serve alla politica, alla scuola alla sanità. Vorrei ricordare che venerdì saremo a Trento per la prima ministeriale. Importante avviare questo processo del G7 con iniziative come questa, che dopo l’AI Summit di Londra, con il G7 di questa estate promette di essere all’ordine del giorno.

Il sistema di regole dell’AI dovrebbe preoccuparsi non solo del pregiudizio ma anche dell’affidabilità dei dati. Se alleni un modello di intelligenza artificiale su dati non rappresentativi o di scarsa qualità o non corrispondenti alla funzione di un modello, i risultati ne soffriranno, dando risposte errate o addirittura false. Inoltre, non è neanche sufficiente che i dati siano puliti o rappresentativi. Perché i dati devono anche essere adatti allo scopo di addestramento previsto.

Il modo in cui l’AI viene gestita è una questione sociale, oltre che tecnologica. Le organizzazioni coinvolte nell’arricchimento e raccolta dei dati devono coinvolgere altri gruppi sociali”, ha concluso Butti.

Greco, AIxIA – Comitato per l’IA: “Questa strategia vuole affrontare questi cambiamenti facendo sì che l’Italia non sia solo spettatrice di questa rivoluzione epocale, bensì possa essere un attore consapevole”

Il comitato sta lavorando da novembre a una strategia per l’intelligenza artificiale, dice Gianluigi Greco, presidente, Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale AIxIA e Coordinatore Comitato per l’IA. “Se dovessi sintetizzare la visione che è emersa da questo gruppo di lavoro potrei dire che la nostra idea è stata quella di dover affrontare un fenomeno dinamico, una dinamicità a cui non eravamo abituati. Proprio in questo dinamismo si gioca la nostra competitività, in cui dobbiamo far vedere di essere capaci di giocare un ruolo a livello internazionale. Questa strategia vuole fare proprio questo: vuole affrontare questi cambiamenti facendo sì che l’Italia non sia solo spettatrice di questa rivoluzione epocale, bensì possa essere un attore consapevole e attento, che sia capace di utilizzare, ma soprattutto di produrre delle soluzioni tecnologiche che siano concepite e sviluppate in sintonia con i nostri valori e con le peculiarità del nostro Paese”.

Raggiunto telefonicamente da Ai4business.it, il presidente di AIxIA e Coordinatore del Comitato per l’IA ha aggiunto: “Quello che abbiamo visto oggi è uno spaccato di un’Italia capace di innovare. Un momento in cui si è delineata una strategia, una via italiana all’intelligenza artificiale. Siamo un sistema paese composto da molti settori verticali, capace di mettere insieme creatività, tessuto sociale, oltre alla pubblica amministrazione”.

Viola, Commissione Europea: “I tre assi sui quali si snoda il discorso della governance e del supporto all’intelligenza artificiale sono quello delle regole, della concorrenza e del lavorare con le imprese”

Roberto Viola, Direttore Generale, DG Connect Commissione Europea, si è concentrato sul rapporto fra Italia ed Europa nel percorso di trasformazione del nostro sistema sociale e produttivo. “I tre assi sui quali si snoda il discorso della governance e del supporto all’intelligenza artificiale sono quello delle regole, della concorrenza e del fare, del lavorare con le imprese. Sulle regole, è importante che ve ne sia una sola, anziché tante regole nazionali che starebbero strette rispetto alla portata del tema. Sul tema della concorrenza, la Commissione europea starà molto attenta che il mercato non sia monopolizzato da una o l’altra impresa. Vogliamo che le imprese europee abbiano le stesse chance delle imprese di altri Paesi. Il tema più importante e delicato è quello dello sviluppo dell’AI. L’Italia ha una posizione invidiabile quanto a capacità industriale, seconda in Europa, ma ha dei punti deboli. Il primo è il numero di laureati in materie scientifiche è fra i più bassi in Europa; il tema delle competenze è quindi cruciale se si vuole recuperare questo gap. In Europa ci sono 6mila start up di intelligenza artificiale, di cui 600 fanno AI generativa. L’Italia ha solo il 4% di queste start up contro il 10% della Germania e il 12% della Francia; si può fare di meglio”.

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