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Risorse umane: l’Italia seconda in Europa per uso dell’AI nel payroll



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Nonostante non sia ancora una necessità pressante per le imprese, gli investimenti in AI sono già in corso; il nostro Paese è più inclini a esplorare le potenzialità. Un’impresa europea su tre sta investendo per implementare l’intelligenza artificiale sul posto di lavoro e il 37% si sta impegnando finanziariamente per introdurre la generative AI nella gestione delle buste paga

Pubblicato il 27 mag 2024



AI risorse umane

AI nelle risorse umane: un terzo delle imprese europee ha già effettuato investimenti, l’Italia si posiziona al secondo posto per l’uso nel payroll. L’8% delle società europee considera l’AI come la sfida attuale; il 50% cerca il suo supporto per la conformità. Un lavoratore su cinque è preoccupato per le ripercussioni sul proprio impiego. Questo è quanto emerge da un recente sondaggio europeo di ampia portata condotto dal provider di servizi HR SD Worx su oltre 5.000 aziende e 18.000 lavoratori in 18 Paesi europei.

Un terzo delle aziende europee ha intrapreso azioni per integrare l’AI nel lavoro

Secondo lo studio, a febbraio 2024 un terzo delle aziende europee aveva già intrapreso azioni per integrare l’intelligenza artificiale nel proprio ambiente di lavoro, nonostante tale progetto non fosse tra i primi cinque problemi HR dell’anno. Allo stesso tempo, un lavoratore su cinque esprime preoccupazione riguardo all’eventualità che l’intelligenza artificiale possa svolgere molte mansioni.

AI, scarsa necessità, grande potenziale

L’intelligenza artificiale è ormai ubiqua, sia nella nostra vita privata che sul posto di lavoro, ma solo l’8% delle imprese europee ritiene che l’utilizzo dell’AI nelle operazioni HR sia tra le cinque sfide principali del 2024. Secondo la maggior parte delle aziende intervistate, il benessere (37%), il reclutamento (34%), la ritenzione dei dipendenti (33%), il lavoro flessibile (27%) e l’esperienza dei dipendenti (27%) sono priorità, anche se alcuni Paesi come Francia, Germania, Romania e Svezia considerano invece l’AI meritevole di particolare attenzione. Inoltre, si è riscontrato che le aziende più grandi (con oltre 2.500 dipendenti) percepiscono questa sfida come più rilevante rispetto alle imprese di minori dimensioni, probabilmente perché la loro grandezza le porta a confrontarsi con maggiori problemi in termini di digitalizzazione e AI.

Tuttavia, sebbene la necessità sembri ancora limitata, il potenziale è indiscutibilmente riconosciuto. Quando interrogate su quali funzionalità e caratteristiche siano fondamentali in un software payroll, l’intelligenza artificiale si colloca in fondo alla lista (grafico 1), ma il 22% delle organizzazioni afferma di utilizzare già la tecnologia AI nel proprio processo di payroll.

Grafico 1

Nel contesto del processo retributivo, l’AI viene impiegata più frequentemente (grafico 2) per monitorare la legislazione e apportare le modifiche necessarie, ad esempio in caso di emendamenti legislativi (39%), seguita dalla convalida continua dei dati (34%), dalla categorizzazione dei dipendenti e altri dati (34%) e dal rilevamento e correzione delle deviazioni (33%).

Grafico 2

Infatti, un’impresa europea su tre sta investendo per implementare l’intelligenza artificiale sul posto di lavoro e il 37% si sta impegnando finanziariamente per introdurre la generative AI nella gestione delle buste paga, ora o nel prossimo futuro (grafico 3).

Grafico 3

L’Italia confida nell’AI

L’Italia sembra essere una delle aree più interessate alle opportunità offerte dall’AI nel settore HR. Se quasi il 34% delle aziende intervistate concorda sull’avvento di un payroll completamente digitalizzato e automatizzato, nel frattempo:

• il 28% (grafico 4) utilizza già la generative AI all’interno del processo, posizionando l’Italia al secondo posto per l’uso a livello europeo dopo la Polonia (33%);

• il 36% sta investendo per estendere l’uso della generative AI all’interno della propria azienda;

• il 45%, il dato più alto in Europa, sta attivamente esplorando le potenzialità della generative AI sul posto di lavoro.

Ma come viene o verrà principalmente utilizzata l’AI all’interno del payroll e dei processi HR? Nel caso italiano, classificazione degli impiegati (35%), data analytics, predictions (30%) rilievo e correzione delle anomalie (32%) sono gli utilizzi più apprezzati. Mentre in Europa il supporto legislativo è l’applicazione dominante al momento, è invece previsto dal 28% delle aziende italiane.

Un lavoratore su cinque teme che l’AI possa sostituirlo nelle sue funzioni

Nonostante la maggior parte delle aziende non consideri l’AI una sfida di rilievo, i dipendenti la vedono in modo diverso. Un lavoratore su cinque tra quelli intervistati teme che l’AI generativa e altre forme di AI possano sostituirsi a un numero significativo di compiti. Non sorprende che questa percentuale aumenti, fino al 35% tra i dipendenti che già lavorano con l’AI generativa e altri tipi di AI. Tuttavia, lo studio rivela anche che attualmente un lavoratore su sei utilizza regolarmente l’AI nel proprio lavoro.

L’AI nelle risorse umane

Tra i responsabili delle risorse umane intervistati, il 29% prevede che l’AI renderà obsoleti alcuni tipi di lavoro. Inoltre, più di sette dipendenti su dieci (73%) che utilizzano l’AI ritengono questa tecnologia preziosa per il loro lavoro, sostenendo che li rende molto più produttivi. “L’intelligenza artificiale può creare un valore significativo, una maggiore efficienza, un servizio clienti più rapido o insight interessanti che possono essere utilizzati dai responsabili delle risorse umane”, afferma Tom Saeys, COO di SD Worx.

“Trovare il giusto equilibrio tra una tecnologia come l’AI e supporto umano è essenziale. In SD Worx incoraggiamo e implementiamo le innovazioni a beneficio dei nostri clienti e collaboratori. Siamo certi che questo non andrà a scapito dei posti di lavoro, ma anzi che ne verranno creati di nuovi. Tuttavia, per sfruttare appieno il potenziale dell’AI è necessario un approccio diverso, una continua riqualificazione professionale e un processo di apprendimento permanente, sia per le aziende che per i dipendenti”.

“Stiamo entrando nell’era di un HR management algoritmico, dove l’AI consentirà di automatizzare diverse attività HR e migliorare i processi decisionali”, dichiara Jan Laurijssen, HR Evangelist di SD Worx.

“A questo fine, sarà importante adottare un approccio equilibrato nell’utilizzo dell’AI, con un’attenzione adeguata al monitoraggio, alla supervisione e all’apprendimento continuo. I professionisti delle risorse umane dovranno ripensare radicalmente il proprio ruolo, accogliendo l’AI, comprendendone le implicazioni e preparandosi alle sue sfide, in modo da poterla sfruttare appieno per costruire una forza lavoro resiliente e dinamica”.

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