Il 65% delle PMI italiane afferma di aver già intrapreso un percorso di digitalizzazione intensiva, sebbene le tecnologie più utilizzate siano ancora quelle fondamentali, come i software gestionali o le app per la collaborazione. Solo il 20% ha implementato progetti che implicano l’uso di big data, blockchain, intelligenza artificiale e realtà aumentata o virtuale.
Nel 2023, nonostante l’instabilità degli scenari economici globali, un terzo (33%) delle PMI italiane ha incrementato gli investimenti diretti nella trasformazione digitale – un segnale di una crescente consapevolezza della loro importanza – rispetto a solo il 4% che li ha ridotti. Inoltre, oltre tre quarti (76%) delle stesse PMI italiane vedono la transizione verso la sostenibilità ambientale come una priorità aziendale.
Tuttavia, solo una piccola percentuale del campione ha identificato un coordinatore – interno o esterno – su questi temi, evidenziando una significativa discrepanza tra le dichiarazioni d’intenti e l’attuazione effettiva.
Queste sono alcune delle conclusioni presentate dall’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI della School of Management del Politecnico di Milano in occasione del convegno “Digital e Green: le PMI e il Paese verso la Twin Transition” tenutosi il 30 maggio 2024.
2024, anno di partenza per l’innovazione digitale e green
“Il 2024 potrebbe essere l’anno in cui anche in Italia si gettano le basi per un salto nell’innovazione digitale e green. Da un lato, le previsioni di una riduzione dei tassi d’interesse potrebbero dare un po’ di respiro alle imprese e stimolare gli investimenti, portando, si spera, a un aumento della produttività. Dall’altro lato, il settore pubblico sta contribuendo in modo significativo a questa ‘doppia transizione’ delle imprese. Inoltre, l’aumento della consapevolezza delle aziende sui benefici del digitale potrebbe favorire l’adozione tecnologica, compresa quella più avanzata, legata al nuovo paradigma dell’intelligenza artificiale generativa” afferma Claudio Rorato, direttore dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI.
La digitalizzazione delle PMI italiane
Le piccole e medie imprese italiane stanno sempre più sfruttando il digitale per gestire il cambiamento: il 65% dichiara di investire intensamente nel digitale (o in modo mirato in alcune funzioni/aree aziendali o trasversalmente in tutta l’azienda). Il restante 35%, invece, ha un approccio più cauto: il 21% ritiene che il digitale sia marginale nel suo settore, l’8% non comprende i benefici potenziali e il 6% ritiene che i costi siano troppo elevati. L’esame delle tecnologie digitali di base mostra che le soluzioni di sicurezza informatica, i software di gestione amministrativa e contabile e le applicazioni di collaborazione sono molto diffuse.
Tuttavia, se si guardano i dati relativi alle tecnologie più avanzate (big data, blockchain, intelligenza artificiale, realtà mista, aumentata o virtuale), si scopre che solo un piccolo numero di aziende ha sviluppato progetti che prevedono il loro utilizzo.
Il principale ostacolo per chi decide di investire nella digitalizzazione dell’azienda è la mancanza di competenze digitali adeguate (34%). In particolare, mancano figure con competenze specifiche: nonostante metà delle PMI stia portando avanti percorsi di formazione continua sul tema, è raro (10%) l’inserimento di laureati STEM, dottori di ricerca o diplomati di alta formazione.
Un altro ostacolo alla digitalizzazione è l’eccessiva burocrazia e la mancanza di chiarezza nei programmi di supporto alla digitalizzazione (28%). Tuttavia, è un punto positivo il fatto che l’accesso al sistema dei centri di innovazione territoriale (DIH, Competence Center, Punti Impresa Digitale) sia considerato abbastanza facile e che solo il 7% delle PMI lo consideri un problema. Tuttavia, sono ancora poche le aziende che si avvalgono già di questi enti per sviluppare progetti legati alla trasformazione digitale (8%).
Investimenti per la transizione digitale
Nell’ultimo anno, le piccole e medie imprese italiane, nonostante l’incertezza negli scenari economici globali, hanno aumentato la propensione agli investimenti in tecnologie digitali – segno di una maggiore consapevolezza della loro importanza. I dati raccolti mostrano infatti che il 33% delle PMI ha aumentato gli investimenti diretti per la trasformazione digitale, rispetto al 4% che li ha ridotti. Si tratta di dati incoraggianti per l’economia italiana: nel 2022, infatti, solo il 26% delle PMI aveva incrementato gli investimenti, rispetto all’8% che li aveva diminuiti.
Nota
L’edizione 2023-2024 dell’Osservatorio Innovazione Digitale nelle PMI è stata realizzata con il sostegno di: Assolombarda, Banca Progetto, GMDE, Golden Group, Innovation4HR, Microsoft, Sella, Sistemi, TeamQuality, Vodafone Business, Deloitte Private, Microsys, Neosperience Lab, UNAPPA Servizi, Visa e Warrant Hub – Digital & Innovation. Inoltre hanno collaborato all’Osservatorio: Agenzia ICE, ANFIA Associazione Nazionale Filiera Industria Automotive, ANIE Automazione, Anitec-Assinform, A.P.I. Associazione Piccole e Medie Industrie, Assintel, Assomac, Assosoftware, CL.uster Agrifood Nazionale – CL.A.N., Confartigianato Lombardia, Confesercenti, Dintec–Consorzio per l’innovazione tecnologica, EIT-Manufacturing, Federalimentare, UNIC – Concerie Italiane, ARTES 4.0 Competence Center, CIM 4.0 Competence Center, Cyber 4.0 Competence Center, MADE Competence Center, Meditech Competence Center, SMACT Competence Center, START 4.0 Competence Center Digital Innovation Hub Campania Cicero DIH Lazio EDI Confcommercio Entopan Innovation InnexHub – DIH Brescia I&T Hub – Innovation & Technology Hub Digital Innovation Hub Lombardia Digital Innovation Hub Marche Punti Impresa Digitale, Sardegna Ricerche, SMILE Digital Innovation Hub, Sportello Azienda Digitale, Digital Innovation Hub Umbria, Digital Innovation Hub Vicenza.