Meta, il colosso dei social media, è finito sotto il fuoco delle critiche da parte dell’Open Source Initiative (OSI) per l’uso improprio del termine “open-source” riferito ai suoi modelli di intelligenza artificiale Llama.
La critica dell’Open Source Initiative
Stefano Maffulli, capo dell’OSI, ha accusato Meta di “inquinare” il concetto di open-source, confondendo gli utenti e minando gli sforzi per promuovere tecnologie realmente aperte. L’OSI, che ha coniato il termine negli anni ’90, ha sempre difeso l’integrità del concetto, sottolineando l’importanza di una vera apertura tecnologica, specialmente in un contesto in cui l’Unione Europea sta cercando di sostenere tecnologie che sfuggano al controllo delle grandi aziende.
Llama: un modello popolare ma non completamente aperto
Nonostante Meta affermi che Llama sia stato scaricato oltre 400 milioni di volte, il modello non raggiunge il livello di apertura totale tipico del software open-source. Questo limita la possibilità di sperimentazione e adattamento che ha caratterizzato lo sviluppo del software open-source. Maffulli ha sottolineato che, mentre aziende come Google e Microsoft hanno smesso di etichettare come open-source modelli che non lo sono realmente, Meta non ha seguito lo stesso percorso. Meta, tuttavia, sostiene il suo impegno verso l’open-source, pur riconoscendo che le definizioni esistenti non coprono le complessità dei modelli di AI attuali.
L’impatto di Llama sul mercato dell’AI
Nonostante le critiche, i modelli Llama di Meta hanno avuto un impatto significativo sul mercato dell’AI, offrendo un’alternativa ai modelli “black box” delle principali aziende concorrenti. Dario Gil, capo della ricerca di IBM, ha elogiato Llama come “una boccata d’aria fresca” per gli sviluppatori, rompendo il monopolio delle grandi aziende statunitensi sull’AI generativa. Tuttavia, la trasparenza resta limitata: Meta consente il download gratuito dei modelli Llama, ma non fornisce dettagli tecnici completi, come gli algoritmi di addestramento, né permette l’uso libero della tecnologia da parte dei suoi principali concorrenti.
La necessità di una maggiore trasparenza
Per conformarsi alla definizione di open-source dell’OSI, che sarà pubblicata ufficialmente la prossima settimana, gli sviluppatori di modelli devono essere più trasparenti. Questo include la divulgazione degli algoritmi di addestramento e dei dati utilizzati per sviluppare i modelli, pur riconoscendo le limitazioni legali e di privacy. Maffulli ha avvertito che se aziende come Meta continueranno a ridefinire il termine “open-source” a loro vantaggio, potrebbero inserire brevetti a scopo di lucro in standard tecnologici che l’Unione Europea e altri enti sperano siano realmente aperti, minando così l’innovazione e la concorrenza nel settore.