Chi è Barbara Mazzolai
Barbara Mazzolai è una biologa ed esperta di micro-biorobotica di fama internazionale.
Biografia
Barbara Mazzolai si laurea in Biologia (MSC) nel 1995 presso l’Università di Pisa. Tre anni dopo consegue un International Master Diploma in Eco-Management presso la Scuola Superiore Sant’Anna (SSSA). Nel 2011, ottiene un dottorato di ricerca in Microsystems Engineering, presso l’Università di Tor Vergata.
Dal 1999 al 2009 lavora presso il Centro di Ricerca in Microingegneria della SSSA, prima come assistente di ricerca, poi come ricercatrice in ingegneria biomedica.
Nel 2009, inizia a lavorare presso il Centro di Micro-Biorobotica (CMBR) dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). Dal 2011 al 2021 ha ricoperto il ruolo di direttrice del Centro. Dal 2012 al 2017 ha ricoperto il ruolo di vicedirettrice per la supervisione e l’organizzazione della rete dei centri IIT.
Dal 2016, è membro del comitato scientifico del Max Planck Institute for Intelligent Systems.
Nel 2017, è stata Visiting Faculty presso l’Aerial Robotics Lab dell’Imperial College London. Nel 2020, invece, è diventata professoressa di bioingegneria.
Il robot Plantoide
La Mazzolai, nell’ambito della sua ricerca, ha cercato di coniugare la biologia e l’ingegneria, cercando di sviluppare nuove tecnologie ispirate al funzionamento dei sistemi di piante e animali.
In quanto biologa, Mazzolai ha cercato di integrare i suoi studi nell’approccio alla robotica. Una prima applicazione è stata la creazione del Plantoide. Si tratta di un robot che, dopo aver sviluppato le proprie radici nel terreno, è in grado di analizzarne la composizione, la presenza d’acqua, l’umidità e altre caratteristiche.
Video: Barbara Mazzolai illustra il suo robot plantoide
Le applicazioni del robot potrebbero essere diverse. Come ha dichiarato la Mazzolai, “I campi applicativi sono molteplici, potremmo creare ad esempio delle infrastrutture, delle nuove tubature. Siamo partiti con l’idea di rispondere a esigenze spaziali. […] A lungo termine potremmo usare il Plantoide anche in applicazione mediche: come un endoscopio che crescendo dalla punta non danneggia il tessuto in cui si muove”.
Barbara Mazzolai con uno dei robot plantoidi di sua ideazione
Vantaggi dei robot plantoidi
L’idea principale è quella di studiare la natura e creare robot in grado di adattarsi al mutato contesto circostante. Il vantaggio delle piante, poi, è che esse hanno un’“intelligenza distribuita”. Se, ad esempio, perde un ramo, viene prodotto un germoglio per riparare il danno.
Le applicazioni in ambito agricolo, potrebbero permettere di verificare la presenza di sostanze nocive nel terreno, le sostanze di cui questo è carente o creare robot in grado di superare gli ostacoli, come le piante rampicanti.
La biologa italiana ha lavorato a numerosi progetti nel campo della microrobotica e della soft robotics. Tra questi, vi sono Octopus, realizzato dal team guidato da Cecilia Laschi e HydroNet, robot di servizio per il monitoraggio delle acque di fiumi e laghi.
Da gennaio 2021, la biologa italiana è coordinatrice del Progetto europeo I-Seed, il cui obiettivo è quello di studiare le capacità di dispersione dei semi per creare due tipi di robot: I-Seed Ero e I-Seed Sam. Il primo sarà in grado di penetrare nel terreno rilevarne le caratteristiche. Il secondo, invece, sarà in grado di volare e analizzare la qualità dell’aria.
I semi verranno disperse attraverso un drone che sarà in grado di tracciarne la posizione attraverso un sistema LIDAR. Come ha dichiarato Barbara Mazzolai in un’intervista, “Comprendere, monitorare, ripristinare e preservare l’equilibrio degli ecosistemi naturali è necessario per salvaguardare la biodiversità delle specie”.
Video: Barbara Mazzolai intervistata in occasione del Premio Galileo dell’Università di Padova
Altri articoli della serie “Inventori dell’AI”
Alan Turing: il padre dell’informatica
George Devol, il nonno della robotica
Isaac Asimov, scienziato e scrittore
Joseph Engelberger – Il padre della robotica
Ben Skora, l’autodidatta della robotica
Victor David Scheinman: l’inventore di Stanford Arm e PUMA
Reymond Clavel – Il genio dei robot paralleli
Hiroshi Ishiguro, il creatore dei robot geminoidi
Cecilia Laschi, la “mamma” dei soft robot
David Hanson, il creatore di Sophia, il robot che esprime emozioni