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Recruiting, come cambia con il supporto dell’AI

nCore è la piattaforma di recruiting nella quale emerge un nuovo protagonismo di lavoratori e talenti che li mette al centro del mondo del lavoro

Pubblicato il 28 Lug 2022

Carlo Lavalle

giornalista

recruiting

Viviamo in società nelle quali il mercato del lavoro è diventato più dinamico e flessibile mentre i talenti si spostano, cambiando posto di lavoro (dati Ocse) più frequentemente rispetto al passato.

Sono soprattutto i più giovani, nati e immersi in un ambiente digitale, a saltare da un lavoro a un altro (job hopping) per avere più opportunità di carriera e trovare migliori condizioni nelle aziende. Anche il fenomeno della great resignation sviluppatosi negli Usa, in cui milioni di lavoratori lasciano il proprio impiego per cercarne uno nuovo, segnala la tendenza a un approccio al lavoro connotato da una forte e più strutturale mobilità.

nCore è la piattaforma di recruiting di questa moderna realtà dinamica digitale, nella quale emerge un nuovo protagonismo di lavoratori e talenti che li proietta al centro della scena nel mondo del lavoro.

Come spiega, infatti, Enrico Ariotti, Ceo e co-founder di nCore, “è sempre più il talento che sceglie l’azienda e non l’azienda che sceglie il talento. Una volta, chi era assunto era devoto per sempre all’azienda. Oggi – sottolinea ancora Ariotti – è cambiato tutto”.

I giovani, che grazie allo smart working, favorito dalla pandemia, sperimentano una maggiore libertà di movimento, tendono a rifuggire da questa dimensione di appartenenza a vita a un’azienda.

Le imprese, perciò, hanno bisogno di attrarre i talenti attraverso molteplici canali per vincere la competizione, e l’attività di selezione e reclutamento del personale assume così una valenza strategica.

Il nuovo connubio AI e recruting, per mettere al centro il candidato

L’uso dei sistemi AI è funzionale al raggiungimento di questo obiettivo. “L’intelligenza artificiale aiuta a mettere la persona e il candidato al centro del recruiting” – precisa Enrico Ariotti. nCore, che integra algoritmi AI, è, insomma, una piattaforma candidato-centrica perché i talenti che si applicano per una specifica posizione diventano centrali all’interno del processo del recruiting abilitato dal software. La tecnologia, quindi, supporta il cambiamento nella cultura del recruiting che si deve muovere in un contesto dove la figura principale e preminente è il candidato.

Rispetto e valorizzazione della persona sono principi alla base di nCore, che è un software ATS in grado di gestire ogni giorno il processo di selezione per 25mila candidati per società come Lamborghini, Zambon, Banca Sella, Sorgenia o Adecco, avendone già 15 milioni nel database.

La dimostrazione del successo dell’approccio di nCore è data dal riscontro sulla candidate experience del singolo. “Circa 9 milioni di candidati – rivela Enrico Ariotti – hanno dato un voto altissimo: 4,7 su un punteggio massimo di 5”, a testimonianza che l’esperienza con la piattaforma lascia una traccia molto positiva e viene valutata con favore dalle persone con cui si è entrati in contatto.

nCore, che gestisce oltre 14mila posizioni aperte, offre un percorso facile e intuitivo per i candidati con i quali si instaura un rapporto che dura nel tempo e di comunicazione continua e one-to-one.

“Tutto questo rientra nel lavoro dell’intelligenza artificiale – specifica Ariotti – che raccoglie ed espone le informazioni sul candidato e aiuta a rendere più trasparente l’intero processo di selezione”.

Ma i sistemi AI fanno di più. Grazie al loro contributo si riesce a comprendere quali siano gli aspetti che mancano affinché la persona valutata diventi il candidato ideale per ricoprire una specifica posizione.

In questo modo, un eventuale rifiuto può trasformarsi in un’esperienza di crescita: chi non viene scelto è sollecitato a migliorare il suo profilo per colmare quelle lacune che gli hanno impedito di raggiungere l’obiettivo dell’assunzione. Ma un mancato superamento della selezione è anche un’occasione di comunicazione da parte dell’azienda per il rafforzamento della sua immagine positiva in un’ottica di employer branding.

Il principio di valorizzazione della persona è trasferito nel software e i sistemi AI utilizzano i dati acquisiti dall’ATS per produrre insights su cv ed effettuare screening senza incorrere in pregiudizi e garantendo inclusività. “Ci sono, ad esempio, clienti – chiarisce Enrico Ariotti – che chiedono e analizzano dashboard, integrate alla piattaforma, per iniziare a comprendere quanti uomini e quante donne scelgono per correggere eventuali bias e distorsioni nel processo di selezione”.

nCore, che parla in 11 lingue, è disponibile su browser (SaaS) ma è utilizzabile su qualsiasi dispositivo. In una logica di inclusività il codice viene sviluppato con certificazioni specifiche per permettere di distribuire e accedere all’applicazione a chiunque.

Con l’AI il recruiter acquisisce i superpoteri

Con l’avvento della pandemia il processo HR è stato completamente digitalizzato e l’attività svolta dal recuiter si avvale di nuovi strumenti forniti da algoritmi e sistemi AI che facilitano il lavoro e ne potenziano la capacità.

“L’IA fornisce dei superpoteri – sostiene Enrico Ariotti – nel senso che il/la recruiter acquisisce la capacità di analizzare e gestire una quantità di dati enorme (molto oltre il cv) e va a caratterizzare una serie di tratti presenti nel processo che sarebbe molto difficile fare senza il ricorso all’intelligenza artificiale”. I modelli IA, del resto, apprendono da quello che viene svolto sulla piattaforma e l’attività di un recruiter va continuamente a rifornire e sistemare il modello.

Quello moderno è pertanto un AI-augmented recruiter a cui è richiesto di muoversi in un contesto indirizzato dai dati che deve essere in grado di padroneggiare.

I sistemi AI consentono inoltre di automatizzare le operazioni non core che tipicamente occupano il 60% del tempo dedicato alle risorse umane, liberando il recruiter dai compiti più ripetitivi. Automatizzare però non significa affidare agli algoritmi la scelta del candidato, che spetta unicamente al recruiter, in accordo con la normativa europea. “Cosa diventa automatismo? – approfondisce il concetto Ariotti. “Automatismo è il percorso. nCore, che rappresenta un‘evoluzione degli ATS in un sistema di recruiting automation, automatizza il processo andando a collezionare informazioni e a esporle, risponde in modo etico, sostiene il brand e trasmette i valori dell’azienda”.

Per di più, nCore, che permette alle aziende di ridurre i costi così come il time to hire e to fill, è un software “All in One” in grado di combinare insieme IA, machine learning, data intelligence, video e live interview, nel processo di selezione del personale.

Ma non è la macchina a guidare l’uomo. È il recruiter (e l’azienda) che trasferisce i suoi processi su nCore personalizzandoli grazie al software e potendo così abilitare la creatività HR, per far risaltare le caratteristiche e le qualità uniche di team e manager.

articolo in collaborazione con nCore

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