Il 19 febbraio 2020 la Commissione europea ha pubblicato due documenti che riguardano la strategia che l’Europa deve adottare su intelligenza artificiale e gestione dei dati. Nello specifico, “Un’Europa adatta all’era digitale” e il “Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale” trattano temi complementari relativi a campi di ricerca e applicazioni che non si sovrappongono, ma presentano un sottoinsieme di intersezione di importanza strategica e sinergica.
La disponibilità di dati, ma anche il rispetto per la loro origine e proprietà, è un tema fondamentale per guidare lo sviluppo dell’intelligenza artificiale che ponga al centro il benessere dell’uomo e del pianeta che lo ospita, il rafforzamento della democrazia ma anche lo sviluppo della salute e della sicurezza dei cittadini e molto altro ancora.
Una posizione, quest’ultima, che è stata chiaramente presa dall’Europa che vuole distinguersi nella scacchiera internazionale. Stretta però fra due colossi, ovvero Cina e Usa, l’Ue rischia di rimanere in una posizione di retroguardia anche a causa degli ingenti investimenti, monetari e non, che gli altri due attori stanno stanziando sull’AI ma anche sui big data.
La decisione della presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, deve dunque essere inserita nel contesto appena descritto. L’intelligenza artificiale viene infatti definita come una priorità assoluta considerando il suo impatto sociale ed economico destinato a cambiare il modo in cui lavoriamo, impariamo, viviamo e risolviamo i nostri problemi.
La Commissione Europea pone le basi e auspica, inoltre, una collaborazione fra i Paesi del vecchio continente affinché uniscano le risorse per affrontare alcuni dei temi cruciali nello sviluppo dei sistemi di intelligenza artificiale, quali ad esempio la capacità di spiegare il proprio comportamento, capacità di astrarre e di fare analogie. Una strategia che richiama quella voluta e definita dal CLAIRE, il network di laboratori e ricercatori europei, che ha ricevuto pieno supporto anche dall’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA) – uno dei primi enti a comparire come firmatario.
Quali sono gli obiettivi per la Comunità Europea
Ma quali sono gli obiettivi che bisogna raggiungere insieme, a livello di comunità europea? La ricerca sicuramente sta indirizzando i suoi sforzi verso l’integrazione dei sistemi in grado di ragionare, di rappresentare la conoscenza, di percepire la realtà e di riconoscere pattern complessi. Risultati eccezionali che potrebbero condurre oltre alla realizzazione di strutture capaci di spiegare il proprio comportamento, anche all’ottenimento di esiti positivi in termini di astrazione, ma ancora di aumentare l’efficienza energetica dei sistemi di AI, apportando benefici straordinari e aprendo la strada a nuovi filoni di ricerca.
Dobbiamo tuttavia tenere in considerazione che i sistemi su cui la ricerca si sta concentrando, a livello mondiale, necessitano di potenze di calcolo e quantità di energia rilevanti e gli investimenti in ricerca e innovazione europee sono ancora una frazione rispetto a quelli di altre regioni, evidenziando punti di debolezza per scarsa disponibilità di soluzioni cloud di AI utilizzabili sia dal mondo della ricerca che da quello delle imprese.
Il Vecchio continente ha tuttavia risorse importanti sul fronte di architetture che possono integrare quelle cloud, come il fog computing ( [1]) e le infrastrutture edge ([2]), utilizzabili anche dalle piccole e medie aziende, mentre in Italia dovremo creare strategie soprattutto per le microaziende – che caratterizzano il tessuto industriale nazionale.
Spingere la ricerca verso il benessere dell’uomo, vuol dire anche considerare con attenzione l’epoca storica in cui viviamo, mettere in discussione il modello socio economico – che sembra essere rimasto l’unico disponibile a livello mondiale – e ricercare nuovi paradigmi.
Il White Paper della Ue cita, ad esempio, la necessità di adottare una economia circolare, come modello economico per la salvaguardia dell’umanità e della biosfera e la necessità della ricerca di sviluppare il benessere del genere umano.
È un ottimo documento. Quello che resta da vedere è se l’Europa sarà capace di coalizzare le proprie forze e risorse in questa visione superando barriere geografiche, culturali e i nazionalismi dei singoli Stati.
- Il Fog computing è una piattaforma altamente virtualizzata che offre capacità di calcolo, immagazzinamento dati e servizi di rete tra i dispositivi terminali e i tradizionali datacenter del Cloud computing. ↑
- L’edge computing è un modello distribuito in cui l’elaborazione avviene in prossimità del luogo fisico in cui i dati vengono raccolti e analizzati, piuttosto che su un server centralizzato o nel cloud ↑