L’intelligenza artificiale può aiutare il processo di sostenibilità o, al contrario, è incompatibile? Se ne è discusso il 7 novembre 2023, a Barcellona, durante i symposium. Si tratta di un tema cruciale, su cui si sono confrontati Cio e analisti provenienti da tutto il mondo.
Proviamo a comprendere gli impatti dell’intelligenza artificiale generativa e come devono essere valutati rispetto ai benefici ambientali e alle sfide che può creare in periodo di tempo medio-lungo.
Cosa significa usare l’AI a beneficio dell’impatto ambientale?
Secondo Gartner, entro il 2028 l’AI generativa sarà utilizzata dal 25% delle aziende globali per ottimizzare i percorsi di riduzione delle emissioni fino al raggiungimento dello zero assoluto.
Mentre i principali vendor tecnologici sviluppano un punto di vista più completo sulla AI generativa, è essenziale valutare gli effetti a 360° che emergono negli ambiti tecnologici, politici, economici, socio-culturali, etici, normativi e ambientali per costruire una visione più integrata e strutturata.
I big vendor non possono prevedere il futuro ma possono riconoscere il profondo impatto dell’AI generativa su quelli che sono gli obiettivi ambientali e anticipare quale sarà l’impatto sull’adozione della stessa.
In un contesto di “cambiamento climatico” come minaccia per le aziende, il concetto stesso si estende oltre l’impatto ambientale poiché rappresenta una vera e propria sfida piuttosto complessa che richiede risposte innovative ma soprattutto produttive. Le aziende saranno chiamate a rispondere agli effetti diretti del cambiamento climatico come, ad esempio, l’aumento degli eventi meteorologici che possono mettere a rischio l’approvvigionamento di prodotti oppure danneggiare infrastrutture per poi avere effetti indiretti sul consumatore che potrebbe rivalutare la fedeltà in quel determinato brand.
L’AI potrebbe intervenire con l’analisi predittiva che darebbe un boost alla comprensione delle tendenze climatiche, un aiuto alla presentazione di infrastrutture più resistenti capaci di resistere a condizioni estreme.
Pensiamo anche all’aiuto dell’AI per la progettazione di soluzioni di mobilità sostenibile che riducono e migliorano la qualità dell’aria e nella creazione di reti energetiche che ottimizzano l’uso delle energie rinnovabili.
Un esempio di utilizzo dell’AI per la sostenibilità
Una grave siccità potrebbe ridurre notevolmente la resa delle colture, mentre un’alluvione improvvisa potrebbe danneggiare non solo i raccolti ma anche le infrastrutture critiche per l’agricoltura, come i sistemi di irrigazione e le strade utilizzate per il trasporto dei prodotti al mercato. Questi eventi avrebbero ripercussioni dirette sulla disponibilità di prodotti per i consumatori, potenzialmente causando un aumento dei prezzi o una carenza di prodotti freschi nei supermercati.
Un sistema di intelligenza artificiale potrebbe, ad esempio, analizzare grandi quantità di dati meteorologici per prevedere con maggiore precisione eventi climatici estremi, permettendo all’azienda agricola di adottare misure preventive come la modifica dei cicli di coltivazione o l’installazione di infrastrutture protettive come argini o sistemi di drenaggio migliorati. Inoltre, l’AI potrebbe essere impiegata per ottimizzare l’uso dell’acqua attraverso sistemi di irrigazione intelligenti che distribuiscono l’acqua in modo più efficace e rispondono dinamicamente alle condizioni del suolo e del tempo.
Se da una parte ci sono diverse tecnologie che potrebbero essere inserite a supporto della quotidianità dall’altra parte c’è la paura che l’uso dell’AI sia più dispendiosa e richiede molta più energia.
Sempre Gartner prevede che entro il 2030 l’intelligenza artificiale potrebbe consumare fino al 3,5% dell’elettricità mondiale. “L’intelligenza artificiale consuma molta elettricità e acqua. Questo impatto negativo dovrebbe essere mitigato”.
Il consumo energetico dell’elaborazione dei dati
Un massiccio utilizzo di dati richiede necessariamente delle infrastrutture più robuste e una soluzione potrebbe essere l’utilizzo di data center (cloud) alimentati da energie rinnovabili. Questi data center utilizzano fonti di energia sostenibili, come l’energia solare, eolica, idroelettrica o altre forme di energia rinnovabile, per alimentare le loro operazioni quotidiane.
In Italia c’è un’azienda all’avanguardia nel settore, specializza nella fornitura di servizi di data center, web hosting e altro, che ha creato un data center disponendo di una centrale idroelettrica di proprietà utilizzando energia rinnovabile integrata con il fotovoltaico per tutto il suo fabbisogno quotidiano. Questo permette di essere definita un’azienda che utilizza un “data center green”.
Nel mondo, operatori di larga scala come Amazon, Microsoft, Meta, Apple hanno iniziato questo percorso. È ormai noto che un big player come Apple ha iniziato la sua campagna di produzione utilizzando del materiale riciclato e avviato una serie di attività alimentate dall’uso di fonti rinnovabili. È un processo che necessita di tempo ma che raccoglierà una serie di benefici per tutti.
Anche l’Unione Europea sta contribuendo attivamente, varando nuove direttive; l’ultima, del 6 ottobre 2023, parla dell’obbligo a rendere pubbliche alcune informazioni relative a:
- uso di energia rinnovabile, tra cui il consumo di energia
- l’utilizzo della potenza
- i valori di impostazione della temperatura e l’impiego di calore di scarto
È evidente che questa tematica diventa un punto cruciale per l’economia circolare e diventa essenziale affinché ci sia una chiara attuazione della stessa, il sostegno e la sensibilizzazione dell’individuo in quanto fruitore attivo di servizi a cui è necessario istruirlo per propagare l’informazione e garantire l’applicazione delle pratiche.
Il ruolo dell’AI nell’economia circolare
Nostra alleata potrebbe essere l’AI conversazionale che assume il ruolo di:
- Educatore: volto a sensibilizzare fornendo informazioni e consigli su come ridurre l’impatto ambientale, promuovendo comportamenti sostenibili tra i consumatori. E mostrando esempi continui
- Assistente nel riciclo: avatar che guidare gli utenti attraverso il corretto smaltimento e riciclo di prodotti e rifiuti, indicando punti di raccolta o modi per riusare gli oggetti (La tecnologia di computer vision potrebbe essere una grande alleata per aiutare le persone a riconoscere il materiale dei singoli oggetti e guidare alla procedura di smaltimento)
- Supporto decisionale: l’AI può analizzare grandi quantità di dati per fornire ai decision maker informazioni utili per adottare pratiche aziendali più sostenibili.
Conclusioni
In un’era di crescente consapevolezza ambientale e avanzamento tecnologico, l’intelligenza artificiale emerge come una doppia lama, capace tanto di guidare l’innovazione quanto di esacerbare il consumo di risorse.
Il lavoro tangibile iniziato dai big player, seguito da altre realtà anche italiane, come la creazione di “green cloud”, è una valida risposta che fa comprendere che la direzione è chiara.
Mentre ci muoviamo verso l’integrazione di infrastrutture intelligenti e pratiche di consumo responsabile, è chiaro che l’AI avrà un ruolo centrale in questo percorso, richiedendo un bilanciamento attento tra le promesse di progresso e la necessità di proteggere il nostro pianeta.
Tuttavia, la formazione resta anche un punto cruciale per favorire la connessione delle persone con le pratiche più sostenibili e garantire una integrazione armonica nella quotidianità