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AI generativa: il 68% dei colletti bianchi italiani la utilizza



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Uno studio di The Adecco Group rivela la reale diffusione fra i lavoratori impiegati. Solo l’8% teme che causerà la perdita di lavoro, mentre il 53% vorrebbe corsi di formazione dedicati

Pubblicato il 29 nov 2023



Ufficio commercialista

L’AI generativa è uno strumento molto diffuso in Italia presso i cosiddetti “colletti bianchi”: il 68% di chi svolge lavori impiegatizi ne fa già uso. Questa evidenza emerge dallo studio Global Workforce of the Future di The Adecco Group, basata su un campione di quasi 2.000 rispondenti distribuiti su tutte le regioni italiane. L’opinione è generalmente positiva verso questo strumento: il 73% dei lavoratori è convinto che renderà più agevole il lavoro, il 19% ipotizza saranno necessari percorsi di upskilling per rimanere nel mercato del lavoro, mentre il restante 8% è più pessimista, e teme di perdere il lavoro a causa dell’intelligenza artificiale.

Servono corsi di formazione ad hoc

In particolare, emerge inoltre una marcata richiesta dei dipendenti verso i datori di lavoro di seguire corsi di formazione sull’utilizzo di questo tool: il 53% vorrebbe percorsi dedicati, mentre il 12% evidenzia che i datori di lavoro hanno già sviluppato linee guida su come utilizzare al meglio lo strumento. La richiesta di essere formati in tal senso, poggia prevalentemente su tre ragioni: eliminare il lavoro ripetitivo, focalizzarsi sugli aspetti a maggior valore aggiunto, aumentare le possibilità di carriera.

La ricerca evidenzia infine per quali aspetti l’AI generativa è maggiormente utilizzata oggi dai lavoratori italiani: trovare informazioni rapidamente (25%), imparare nuove skill e approfondire argomenti che non si conoscono (23%), sviluppare nuove idee (21%), ridurre il carico di lavoro (18%).

“I risultati sulla diffusione dell’Intelligenza Artificiale fra i white collar ci impongono di ragionare su come mettere i professionisti nelle migliori condizioni possibili per sfruttare al meglio le potenzialità di questa tecnologia. I lavoratori italiani hanno già colto con molta chiarezza che questa innovazione si presenta più come un’opportunità che come qualcosa di cui avere timore, dimostrando una maturità di cui come sistema Paese dobbiamo essere orgogliosi” afferma Andrea Malacrida, Amministratore delegato di Adecco Italia .

Come Adecco ci siamo già mossi per sviluppare un’offerta in tal senso, firmando un memorandum d’intesa con Microsoft, per la creazione di una piattaforma basata su IA Generativa. Il suo scopo sarà supportare i lavoratori nel proprio percorso professionale, aiutandoli a mantenere e sviluppare le loro competenze, al fine di garantire l’occupabilità nel lungo periodo”.

Future of work, una ricerca Opinium

Meno ottimista la ricerca “Future of work” di ServiceNow, svolta nel mese di ottobre 2023 dall’istituto Opinium e che ha coinvolto 5.500 adulti che lavorano in Francia, Germania, Irlanda, Italia, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi, UAE e UK. La metà dei lavoratori italiani (48%) utilizza già l’intelligenza artificiale per scrivere e-mail e post sui social network e Il 53% ritiene anche che sia la più grande opportunità per il proprio futuro lavorativo.

Lo studio rivela come gran parte dei lavoratori italiani sia convinto che l’intelligenza artificiale sarà di aiuto nello svolgimento del proprio lavoro. Secondo gli intervistati, la creazione di file Excel è destinata a essere il compito più affidato all’intelligenza artificiale, l’80% l’ha infatti già utilizzata o prevede di utilizzarla per questo scopo. A seguire la revisione di documenti (77%) e la stesura di e-mail o post sui social network (75%, il 48% la utilizza già).

Il 51% ritiene inoltre che l’intelligenza artificiale aumenterà la produttività della forza lavoro, la chiave per un’implementazione di successo si basa, però, su interpretazioni e informazioni chiare. Attualmente tre persone su dieci non capiscono come l’intelligenza artificiale generativa li potrebbe supportarle nel loro ruolo (31%) e il 43% ammette di non avere le capacità tecniche necessarie per lavorare con i sistemi di intelligenza artificiale.

Il ruolo della formazione

L’AI e la programmazione dovrebbero essere materie di studio per i ragazzi sotto i 18 anni, rispettivamente per il 70% e il 76% del campione e il 69% concorda sul fatto che nel mondo digitale moderno dovrebbe essere istituita una qualifica standardizzata per le competenze digitali, che i datori di lavoro possano riconoscere.

Il 66% del campione concorda sul fatto che una formazione aggiuntiva sulla tecnologia o su competenze digitali aiuterebbe a sentirsi più sicuri delle proprie prospettive di carriera e il 65% si è attivato in questa direzione in prima persona.

La dotazione di competenze digitali

Solo la metà dei lavoratori italiani (48%) pensa di possedere tutte le competenze necessarie per avere successo durante tutta la propria carriera. Una percentuale simile (46%) ritiene che avrà bisogno di ulteriore formazione per mantenere una posizione rilevante sul mercato. Il campione di età compresa tra i 18 e i 34 anni, inoltre, ha più fiducia nelle proprie capacità (53%) rispetto ai colleghi di età superiore. Nonostante la necessità di sviluppare competenze digitali sia riconosciuta, oltre un terzo (37%) trova difficile conciliare gli aggiornamenti con il proprio programma di lavoro e teme che, in un contesto di cambiamento costante, le competenze sviluppate possano rapidamente diventare obsolete (43%).

Considerando l’attuale panorama tecnologico e i possibili sviluppi futuri, il 34% afferma anche che vorrebbe avere più tempo e risorse per aggiornare le proprie competenze, mentre il 21% preferirebbe aver intrapreso un percorso professionale diverso. Il 13% sta valutando la possibilità di cambiare settore e riqualificarsi.

Per concludere, i progressi tecnologici sono accompagnati anche da ottimismo. Il 72% dichiara di essere entusiasta di sviluppare le proprie competenze digitali nel corso della propria carriera e il 73% riconosce che le competenze digitali forniscono un vantaggio nel mondo degli affari. Inoltre, il 66% concorda sul fatto che le nuove tecnologie aiutano a raggiungere il proprio potenziale. 

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