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AI generativa: negli Usa la maggioranza delle aziende preoccupata di condividere i dati con terze parti



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Lo rivela una indagine condotta da Cloudera. Oltre la metà delle aziende coinvolte afferma di utilizzare questa tecnologia, ma otto decision maker su 10 si dicono “preoccupati per privacy, sicurezza e conformità”

Pubblicato il 20 nov 2023



AI 2024

Più della metà delle organizzazioni statunitensi (53%) attualmente si avvale di tecnologie di AI generativa e un ulteriore 36% si trova nelle prime fasi di esplorazione per una potenziale implementazione nel prossimo anno. Tuttavia, oltre otto su dieci decision maker IT e responsabili della gestione dei dati (84%) sono preoccupati di fronte alla prospettiva di condividerli con terze parti per l’addestramento o la messa a punto dei modelli, alludendo alla percezione di un ambiente ancora poco controllato quando si tratta di privacy, sicurezza e conformità. Inoltre, quasi tutti gli intervistati (95%) ritengono che il pieno controllo dei dati durante l’addestramento dei modelli di AI sia fondamentale per potersi fidare dei risultati. Lo rivela una nuova ricerca di Cloudera, data company per l’enterprise AI.

Le preoccupazioni dei decision maker delle aziende Usa

L’indagine, i cui risultati sono stati pubblicati nello studio “2023 Evolving Trends: Data, Analytics & AI”, ha interpellato 500 tra decision maker IT (ITDM) e data scientist negli Stati Uniti in merito allo stato e ai programmi delle loro organizzazioni in materia di AI generativa.

“Nonostante siano anni che si lavora sui prodotti di AI analitica, ChatGPT ha accelerato l’innovazione dell’intelligenza artificiale generativa”, ha dichiarato Abhas Ricky, Chief Strategy Officer di Cloudera. “Tuttavia, rimangono preoccupazioni per quanto riguarda l’affidabilità, la conformità, l’autorizzazione e la proprietà intellettuale. Le aziende temono la potenziale esposizione di modelli addestrati utilizzando dati pubblicamente disponibili e/o che hanno ricevuto risposte errate da modelli di AI non addestrati in coerenza con il contesto aziendale. I risultati del sondaggio confermano la nostra convinzione che i problemi dei dati sono reali e che le aziende che sono riuscite a creare fonti di dati affidabili e sicure saranno avvantaggiate nel produrre risultati più affidabili con le applicazioni di AI generativa”.

I chatbot rappresentano il caso d’uso più rilevante per l’AI generativa

Il miglioramento della comunicazione con i clienti tramite chatbot o altri strumenti (55%), il supporto allo sviluppo di prodotti (44%) e di concetti (44%) sono citati come i principali vantaggi che l’AI generativa offre alle organizzazioni. Vengono citati anche il supporto all’analisi dei dati (34%), lo sviluppo di software (32%) o l’automazione di attività e processi (28%).

“Il successo di questi casi d’uso iniziali, come le domande e risposte in chat, la sintesi di testo e il miglioramento della produttività del copilota, si basa sul portare i modelli di AI ai dati lì dove vengono creati, e non il contrario! Ad esempio, un grande istituto finanziario sta attualmente prendendo 4 milioni di decisioni al giorno elaborando tutti i dati attraverso la propria AI Lakehouse di fiducia”, ha dichiarato Ricky.

Metodologia della ricerca

Condotta da Coleman Parkes Research, l’indagine di Cloudera ha valutato le opinioni di 500 tra decision maker IT e responsabili di data analytics negli Stati Uniti provenienti da organizzazioni con più di 1.000 dipendenti nei seguenti settori: finanziario, bancario, assicurativo, manifatturiero, telecomunicazioni, vendita al dettaglio e e-commerce, sanità e scienze della vita, settore pubblico, tecnologia e software, energia e utility, istruzione, media, tempo libero e intrattenimento.  La ricerca è stata condotta tra giugno e agosto 2023.

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