ANALISI

AI, il ruolo dell’Italia nella competizione europea



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Il piano strategico di Cdp Venture Capital e il coinvolgimento delle aziende italiane. Un confronto con gli altri paesi europei

Pubblicato il 21 ago 2024

Umberto Bottesini

Co-founder e Managing Partner di BlackSheep MadTech Fund



AI

L’AI è una tecnologia trasformativa su scala globale, come è stato internet nel trentennio passato o la radiotelevisione nella metà del secolo scorso. Parliamo di un’innovazione definita da molti esperti come rivoluzionaria; una partita dalla quale non è possibile astenersi, in particolare per un Paese industrializzato e fortemente terziarizzato come l’Italia. Non è un caso che ogni nazione del G7 abbia prodotto una propria agenda in merito allo sviluppo e all’adozione di questa innovazione sia nel pubblico, sia nel settore privato.

Il G7 tenutosi a giugno 2024, di cui l’Italia ha peraltro la presidenza, ha posto una particolare attenzione al tema dell’intelligenza artificiale e alle modalità di omogeneizzazione progressiva della regolamentazione in essere, a valle della promulgazione dell’AI Act, di cui l’Europa si è resa protagonista, in modo che possa fungere da opportunità e non da freno per lo sviluppo collettivo.

Il piano strategico di Cdp Venture Capital

Il nuovo piano strategico di Cdp Venture Capital, annunciato a maggio 2024, prevede importanti risorse funzionali al supporto e allo sviluppo dell’innovazione italiana, attraverso investimenti per 8 miliardi di euro, di cui 1 mld destinato al sostegno dei player nazionali nel campo della AI.

Tale cifra è da considerarsi un primo e ragguardevole passo nella direzione di sostenere la nostra nazione nella competizione non solo nel campo dell’innovazione in Europa, ma anche e soprattutto nella sfida della competitività del Paese in ambito continentale e globale nei prossimi dieci anni.

La strada imboccata dall’Italia è senz’altro quella giusta, ma la differenza la farà come sempre la messa a terra di questa tecnologia, ossia il corretto deploy di questa grande provvista su due tipi di soggetti.

Le aziende del settore dell’AI

In primis le singole aziende che operano nel campo dell’intelligenza artificiale generativa, che avranno il compito di sviluppare nuove piattaforme di AI Gen (LLM) in open source, create sulla propria lingua locale. Proprio a questo primo insieme si rivolge l’investimento previsto di 300 milioni di euro, una cifra che permette potenzialmente di finanziare almeno due o tre operazioni significative, evitando di concentrare il rischio su un solo player.

AI

Gli operatori dell’ecosistema dell’innovazione

Il secondo soggetto consiste negli operatori dell’ecosistema dell’innovazione specializzati, come fondi di Venture Capital che abbiano dimostrato competenza e track record, al fine di nutrire una serie di iniziative private volte a creare applicazioni verticali dell’AI in alcuni campi specifici e strategici per il futuro del paese: servizi all’impresa, commercio, sanità, istruzione, finanza. A questo secondo punto appartiene il ticket da 500 milioni di euro menzionato nel piano strategico di CDP.

Un confronto con gli altri paesi europei

Se dovessimo fare un confronto con gli investimenti degli altri Paesi europei balza subito all’occhio il caso della Francia, che in questo momento è la nazione UE che ha mosso le proprie scelte in anticipo rispetto agli altri stati membri. La prima a fine 2023 con un investimento diretto di oltre 400 milioni di euro in Mistral (tra cui figurano investitori qual BPI France e BNP Paribas), il proprio campione nazionale nel campo dell’intelligenza artificiale generativa; la seconda nel mese di marzo 2024, con il rapporto della Commissione per l’AI francese presentato a Emmanuel Macron, che propone un ambizioso piano d’azione di investimento di 5 miliardi di euro all’anno per cinque anni, per finanziare il settore, lo sviluppo della tecnologia AI nelle aziende e per formare i dipendenti.

Di recente però, a seguito dell’ingresso di Microsoft (già azionista di riferimento di OpenAI / ChatGPT) in Mistral, che ha portato de facto la piattaforma francese fuori dall’offerta degli LLM EU open source, e all’investimento di Redmond per oltre 3 miliardi di euro nello sviluppo del proprio polo di cloud computing in Germania, l’Italia è ritornata ai primi posti tra le nazioni più rappresentative nell’offerta di tecnologia AI made in EU.

LLM italiano: iGenius, Cineca e Leonardo

iGenius, start up fondata da Uljan Sharka nata nel 2016, è stata chiamata a collaborare con Cineca e Leonardo per creare il modello di LLM italiano.

A differenza di Mistral, operando in lingua nativa, l’LLM di iGenius elimina il problema della barriera linguistica e consente di ottenere risultati più accurati e in linea dal punto di vista culturale del Paese utilizzatore.

Nel giugno 2024 sono arrivati anche i primi risultati relativi ai modelli di AI generativa italiano; l’aspettativa è quella di competere con i migliori LLM su scala globale e dimostrare che la tecnologia made in Italy è possibile, anzi esiste già.

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