Con un investimento senza precedenti di 48 miliardi di euro destinati alla digitalizzazione – grazie al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) – l’Italia si posiziona come uno dei principali beneficiari delle risorse europee per l’innovazione tecnologica. Questo massiccio afflusso di fondi, che rappresenta il 30% di tutte le risorse destinate al digitale nel Next Generation EU, pone l’Italia in una posizione di rilievo nel panorama europeo della trasformazione digitale. Il dato emerge dall’Osservatorio Agenda Digitale del Politecnico di Milano.
L’Italia ha già raggiunto 69 milestone e target su 172 previsti nel PNRR per il settore digitale, dimostrando un notevole progresso nell’attuazione dei piani stabiliti. Questo posiziona il paese tra i più avanzati in Europa in termini di realizzazione degli obiettivi digitali, superando nazioni come la Francia e la Danimarca in termini di numero assoluto di traguardi raggiunti.
Tuttavia, nonostante questi progressi significativi, l’Italia si trova ancora al 19° posto su 27 paesi europei negli indicatori della Digital Decade 2030, evidenziando un divario persistente tra gli investimenti effettuati e i risultati tangibili in termini di maturità digitale complessiva del paese.
Indice degli argomenti:
Intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione: potenzialità e ostacoli
L’integrazione dell’intelligenza artificiale nella Pubblica Amministrazione rappresenta una frontiera di innovazione con enormi potenzialità, ma anche significative sfide da superare. L’Osservatorio Agenda Digitale ha censito oltre 1.250 progetti di AI in ambito pubblico a livello internazionale nel 2024, evidenziando un crescente interesse per queste tecnologie. Tuttavia, l’analisi rivela che, dei 130 progetti avviati nel 2024, solo 52 sono pienamente operativi, mentre 41 sono ancora allo stadio di semplici annunci e 44 in fase di Proof of Concept. Questi dati sottolineano un gap tra le ambizioni e la realizzazione concreta di soluzioni AI nella PA.

Le potenzialità dell’AI nel settore pubblico sono molteplici: dall’automazione di attività ripetitive al miglioramento dell’efficienza dei servizi, dalla gestione ottimizzata delle risorse al supporto decisionale avanzato.
Come evidenziato da Giuliano Noci, Responsabile scientifico dell’Osservatorio Agenda Digitale, l’AI “ha il potenziale per modernizzare l’intero settore pubblico, migliorando l’efficienza e l’efficacia e contribuendo alla re-ingegnerizzazione dei processi”. Tuttavia, l’implementazione efficace dell’AI nella PA incontra ostacoli significativi. Tra questi, la carenza di competenze specifiche all’interno degli enti pubblici, la necessità di ingenti investimenti iniziali, e le preoccupazioni legate agli aspetti etici e di privacy. Inoltre, la frammentazione dei dati e dei sistemi informativi tra i vari enti pubblici rappresenta un ulteriore ostacolo all’adozione diffusa di soluzioni AI.
Per superare queste sfide, Noci suggerisce un approccio pragmatico: “La PA deve adottare una sperimentazione pragmatica dell’AI, evitando di disperdere energia in soluzioni troppo di frontiera, ponendo attenzione agli aspetti etici, alla compliance, alla governance, alla formazione e allo sviluppo di competenze, nonché alla gestione dei dati e della sicurezza”.
Questo implica la necessità di investire non solo in tecnologia, ma anche nella formazione del personale, nella creazione di framework etici e normativi adeguati, e nella promozione di una cultura dell’innovazione all’interno della PA.
La sfida principale risiede nel bilanciare l’innovazione tecnologica con le esigenze di trasparenza, equità e responsabilità proprie del settore pubblico, garantendo che l’adozione dell’AI porti a benefici tangibili per i cittadini e non si traduca in un mero esercizio tecnologico.
Implementazione del modello Government as a Platform: risultati e criticità
L’adozione del modello “Government as a Platform” (GaaP) rappresenta un pilastro fondamentale nella strategia di digitalizzazione della Pubblica Amministrazione italiana. Questo approccio, che mira a creare un ecosistema digitale integrato e interoperabile, ha visto progressi significativi in diverse aree chiave.
Secondo i dati dell’Osservatorio Agenda Digitale, piattaforme come pagoPA hanno superato gli obiettivi del PNRR con oltre 16mila PA aderenti, gestendo 420 milioni di pagamenti digitali per un valore di oltre 300 miliardi di euro. Similmente, l’App IO ha raggiunto 42 milioni di download, offrendo oltre 335mila servizi da 15mila PA. L’identità digitale ha fatto passi da gigante, con 39 milioni di italiani in possesso di SPID e 49 milioni di Carte d’Identità Elettroniche emesse.
La Piattaforma Digitale Nazionale Dati (PDND) ha accolto 7.600 enti, facilitando lo scambio di oltre 10mila eService. Tuttavia, nonostante questi successi, persistono criticità significative. Il Fascicolo Sanitario Elettronico, pur essendo attivo in tutte le Regioni, mostra limiti in termini di operatività e interoperabilità, con solo il 40% degli assistiti che ha espresso il consenso alla consultazione dei propri documenti da parte di medici e operatori sanitari. Inoltre, la migrazione al cloud, sebbene in corso, richiede ancora sforzi sostanziali per raggiungere gli obiettivi prefissati.
Digitalizzazione dei Comuni italiani: un quadro eterogeneo
La digitalizzazione dei Comuni italiani presenta un panorama variegato e complesso, caratterizzato da significative disparità sia a livello geografico che dimensionale. L’analisi condotta dall’Osservatorio Agenda Digitale su un campione di circa 300 comuni, basata su 83 indicatori di maturità digitale dei processi, rivela una situazione di profonda eterogeneità. Mentre la maggior parte dei Comuni ha implementato software a supporto dei processi chiave di back-office, emerge una marcata immaturità nei processi di gestione e valorizzazione dei dati, nonché nella governance complessiva della trasformazione digitale.
Le differenze geografiche sono particolarmente evidenti: i Comuni del Sud e delle Isole mostrano livelli di maturità digitale significativamente inferiori rispetto a quelli del Centro e del Nord.
Analogamente, si osserva un divario sostanziale tra i comuni di piccole dimensioni (meno di 2.500 abitanti) e quelli più grandi (oltre 15mila abitanti), con i primi che faticano a tenere il passo dell’innovazione digitale.
Il mercato delle soluzioni digitali per la PA: concentrazione e inefficienze
Il mercato delle soluzioni digitali per la Pubblica Amministrazione in Italia presenta caratteristiche peculiari che meritano un’attenta analisi. Secondo i dati dell’Osservatorio Agenda Digitale, nel 2024 il valore di questo mercato ha raggiunto i 14,4 miliardi di euro, una cifra che sottolinea l’importanza strategica del settore. Tuttavia, emergono criticità significative nella struttura e nel funzionamento di questo mercato. Una delle problematiche più evidenti è l’elevata concentrazione della spesa: l’81% degli investimenti in servizi digitali è concentrato nelle mani di soli 50 fornitori, con i primi 5 che controllano il 45% del mercato. Questa concentrazione solleva interrogativi sulla diversificazione dell’offerta e sulla capacità del mercato di stimolare l’innovazione attraverso una sana competizione.