L’intelligenza artificiale genera per le imprese numerosi benefici quali l’ottimizzazione produttiva, il rilevamento di anomalie, la personalizzazione avanzata e le attività di market intelligence, dimostrandosi già ampiamente a prova di mercato. Rimangono però domande aperte sulla possibilità di una AI a prova di futuro, che rispetti i principi di resilienza, sostenibilità e umano-centrismo delineati dal paradigma Industry 5.0. Bisogna pertanto chiedersi che cosa può fare l’intelligenza umana per guidare le imprese nella transizione in atto comprendendone opportunità e sfide.
Qual è l’impatto dell’AI sulle imprese
Negli ultimi vent’anni, le tecnologie di AI sono evolute con dinamiche dirompenti, dando vita a forme di automazione che hanno reso l’economia sempre meno labour-intensive e sempre più capital-intensive, conducendo così a una strutturale riconfigurazione del mercato del lavoro. Questa inarrestabile traiettoria tecnologica è andata accentuandosi con l’avvento dell’AI generativa, caratterizzato da sviluppi assai repentini: considerando la sola AI generativa, il combinato disposto di velocità di adozione e intensità di investimenti Venture Capital è in grado di generare un impatto economico annuo che, secondo McKinsey, si attesta tra i 2 e i 4 mila miliardi di dollari, un valore superiore al PIL italiano.
Riduzione dei tempi di esecuzione
Una delle principali aree di impatto dell’AI è la riduzione dei tempi di esecuzione dei compiti ripetitivi e la semplificazione dei processi operativi. Attraverso algoritmi di machine learning e automazione, le imprese possono ottimizzare le loro operazioni quotidiane, liberando risorse umane per compiti ad alto valore aggiunto.
Creazione di nuove opportunità di business
L’integrazione dell’AI non riguarda solo l’ottimizzazione dei processi esistenti, ma anche la creazione di nuove opportunità di business. Le imprese devono essere pronte a ridefinire i loro modelli di business per sfruttare appieno il potenziale dell’AI, ad esempio attraverso la personalizzazione dei prodotti e dei servizi basata sull’analisi predittiva dei dati.
Automatizzazione dei processi
L’AI consente inoltre di automatizzare i processi ripetitivi, aumentando l’efficienza e riducendo gli errori umani. L’automazione del ciclo di gestione dell’ordine è un esempio concreto di come l’AI possa essere utilizzata nel contesto aziendale.
Personalizzazione dell’offerta
L’AI permette di analizzare grandi quantità di dati in modo rapido ed efficiente, identificando pattern, tendenze e insight che altrimenti potrebbero sfuggire, aiutando le imprese a prendere decisioni più informate e a individuare opportunità di mercato. Grazie all’AI, le imprese possono offrire servizi personalizzati ai propri clienti in base alle loro preferenze, comportamenti e esigenze individuali.
Tutela della sicurezza informatica
L’AI può essere utilizzata inoltre per rilevare e prevenire minacce alla sicurezza informatica in tempo reale, proteggendo i dati sensibili dell’azienda da attacchi dannosi e violazioni della privacy.
Quali sono le maggiori sfide dell’AI per le imprese
Competenze
Sulla base di una rilevazione condotta dalla Commissione Europea, il 37% dell’attuale forza lavoro nel continente presenta lacune nelle competenze digitali necessarie allo svolgimento della propria professione. A questo si somma, come evidenziato dal World Economic Forum, una sempre più rapida obsolescenza delle competenze esistenti – nei prossimi cinque anni, diverranno irrilevanti il 44% delle skill che compongono l’odierna base di competenze – che va di pari passo con la radicalità del cambiamento, ben esemplificata dal fatto che il 65% dei ragazzi che oggi frequentano la scuola elementare svolgerà mestieri che non sono stati ancora inventati. Bisogna pertanto rispondere a nuovi fabbisogni formativi: considerando solamente il nostro Paese, secondo Accenture, vi è la necessità impellente di formare sui temi connessi all’AI ben 9 milioni di italiani.
Sicurezza e privacy
Un aspetto cruciale nella gestione strategico-operativa è la sicurezza dei dati e la privacy. Le imprese devono adottare politiche rigorose per garantire la protezione delle informazioni sensibili e prevenire abusi o violazioni della privacy dei clienti. L’AI stessa può essere impiegata per rafforzare le difese cibernetiche e identificare potenziali minacce in tempo reale. A questo si sommano le implicazioni per il diritto del lavoro e la tutela dei consumatori, soggetti al rischio di controllo algoritmico di assunzioni e retribuzioni, discriminazione dei lavoratori, sorveglianza sul posto di lavoro e inadeguata tutela del consumatore.
Impatto sociale ed etico
È fondamentale considerare l’impatto sociale ed etico dell’AI nelle decisioni aziendali. L’automazione dei processi potrebbe, infatti, portare a riduzioni del personale, richiedendo un adeguato supporto e riqualificazione per i dipendenti coinvolti. Inoltre, le imprese devono adottare politiche di responsabilità sociale d’impresa affinché l’AI sia utilizzata in modo inclusivo, ovvero evitando l’amplificazione di disuguaglianze che gravano sui soggetti più vulnerabili, siano essi dipendenti, consumatori o semplici cittadini.
Giustizia, democrazia e stato di diritto
Da una prospettiva di policy, l’impiego estensivo di AI potrebbe anche comportare il rischio di raccolta e utilizzo invasivo dei dati, diffusione di notizie false, disinformazione nonché l’imperversare di processi decisionali non trasparenti e spiegabili.
Salvaguardia del pianeta
L’uso di AI e di tecnologie digitali comporta ripercussioni anche sugli aspetti ambientali, considerando – a titolo esemplificativo – la necessità di estrarre minerali per la produzione di hardware e l’aumento del consumo energetico ascrivibile all’addestramento e all’archiviazione dei dati.
Qual è il crescente ruolo dell’uomo nell’Industria
Per rafforzare le opportunità e mitigare le sfide emergenti dall’uso delle tecnologie, nel 2021 la Commissione Europea promuove la rivoluzione culturale Industry 5.0, che richiede di transitare da un modello tecno-centrico tipico dell’Industry 4.0 a un modello umano-centrico, resiliente e sostenibile. Questo nuovo paradigma è contraddistinto da un’integrazione sempre più stretta tra le tecnologie e l’essere umano.
Nel gennaio 2024 la Commissione Europea adotta la comunicazione AI@EC, che definisce le strategie per migliorare le capacità della Commissione stessa nel campo AI, sottolineando l’importanza di un uso sicuro, trasparente e incentrato sull’uomo delle tecnologie di AI.
Quando si parla di AI, le conseguenze dannose per le persone e per la collettività possono essere dietro l’angolo, tanto da stimolare una lungimirante azione di policy comunitaria che introduce – per la prima volta a livello mondiale – un corpus di regole armonizzate sul tema.
L’EU AI Act, una volta entrato in vigore a tutti gli effetti, agirà per garantire che i sistemi di AI utilizzati nell’UE siano sicuri, trasparenti, tracciabili, non discriminatori, rispettosi dell’ambiente e supervisionati dall’umano. A livello implementativo, vengono introdotte regole differenziate per livelli di rischio diversi. Alla luce del “Brussels effect”, l’EU AI Act si configura a pieno titolo come un intervento normativo comunitario con la possibilità di avere influenze al di fuori dei confini europei. Ciò può avvenire sia de iure – stimolando provvedimenti simili in altre giurisdizioni – sia de facto, spingendo le aziende multinazionali ad adottare uno standard più stringente anche al di fuori dell’Europa al fine di facilitare produzione ed esportazione su scala globale.
Conclusioni
L’integrazione tra AI e intelligenza umana si presenta pertanto come una leva fondamentale per migliorare la produttività e l’efficienza operativa delle imprese, rivoluzionando la gestione strategico-operativa e l’integrazione responsabile di queste tecnologie attraverso un approccio oculato e consapevole. Solo attraverso una gestione oculata e una leadership informata, le imprese possono massimizzare i benefici dell’AI e garantire un futuro sostenibile e di successo.