L’intelligenza artificiale e l‘intelligenza artificiale generativa rappresentano un cambiamento trasformativo nel rafforzamento delle strategie di cyber-difesa a lungo termine, secondo il recente report del Capgemini Research Institute intitolato “New defenses, new threats: What AI and Gen AI bring to cybersecurity”. Il report evidenzia come l’AI sia ormai considerata una priorità nelle operazioni di sicurezza da due terzi delle organizzazioni.
Questa crescente adozione dell’AI e della Gen AI sta introducendo sia nuove opportunità che nuovi rischi nel campo della cybersecurity. Da un lato, queste tecnologie offrono potenti strumenti per anticipare, rilevare e rispondere alle minacce in modo più efficace. Dall’altro, la loro diffusione sta ampliando la superficie di attacco e introducendo nuove vulnerabilità che i criminali informatici possono sfruttare.
Il report sottolinea come quasi tutte le organizzazioni intervistate (97%) abbiano riscontrato violazioni o problemi di sicurezza legati all’uso della Gen AI nell’ultimo anno. Ciò evidenzia la necessità di un approccio equilibrato che sfrutti i vantaggi dell’AI per la sicurezza, mitigando al contempo i rischi associati. Le organizzazioni devono quindi adattare rapidamente le proprie strategie di sicurezza per tenere il passo con questa evoluzione tecnologica, investendo in competenze, infrastrutture e processi adeguati per sfruttare appieno il potenziale dell’AI nella cybersecurity.
Nuovi rischi e vulnerabilità introdotti dall’intelligenza artificiale generativa
L’adozione diffusa dell’intelligenza artificiale generativa sta introducendo nuovi e significativi rischi per la sicurezza informatica delle organizzazioni. Il report del Capgemini Research Institute evidenzia tre principali aree di rischio: attacchi più sofisticati con un maggior numero di avversari, l’espansione della superficie di attacco informatico e l’aumento delle vulnerabilità nell’intero ciclo di vita delle soluzioni personalizzate di Gen AI.
In particolare, la capacità della Gen AI di generare contenuti sintetici altamente realistici sta creando nuove minacce: oltre il 43% delle aziende intervistate ha dichiarato di aver subito perdite finanziarie derivanti dall’uso di deepfake.
Inoltre, due organizzazioni su tre (67%) sono preoccupate per l’inquinamento dei dati e per la possibile fuga di dati sensibili attraverso i dataset utilizzati per l’addestramento dei modelli di intelligenza artificiale generativa.
La Gen AI introduce anche rischi aggiuntivi come allucinazioni, generazione di contenuti distorti o dannosi e attacchi di tipo prompt injection. Quest’ultimo tipo di attacco, che comporta l’utilizzo di input dannosi per manipolare i modelli di AI, rappresenta una nuova frontiera nella sicurezza informatica.
Il report sottolinea come l’uso improprio dell’AI e della Gen AI da parte dei dipendenti stia aumentando significativamente il rischio di violazioni dei dati. Ciò evidenzia la necessità di programmi di formazione e sensibilizzazione del personale, oltre all’implementazione di rigorose politiche di sicurezza. Per far fronte a queste nuove sfide, circa 6 organizzazioni su 10 ritengono di dover aumentare il budget destinato alla cybersecurity. Questo incremento degli investimenti sarà cruciale per sviluppare e implementare contromisure efficaci contro le minacce emergenti legate all’AI generativa.
Strategie di difesa proattiva: il ruolo dell’AI nel rilevamento delle minacce
L’intelligenza artificiale sta emergendo come uno strumento fondamentale nelle strategie di difesa proattiva contro le minacce informatiche. Secondo il report del Capgemini Research Institute, la maggior parte delle organizzazioni si affida all’AI per rafforzare la sicurezza dei dati, delle applicazioni e del cloud. Questa tecnologia offre capacità uniche di analizzare rapidamente grandi quantità di dati, identificare modelli di attacco e prevedere potenziali violazioni, consentendo un approccio più proattivo alla cybersecurity.
Il report evidenzia che tre organizzazioni su cinque (61%) ritengono l’AI essenziale per una risposta efficace alle minacce, permettendo l’implementazione di strategie di sicurezza proattive contro attori sempre più sofisticati. In particolare, l’intelligenza artificiale generativa sta dimostrando un grande potenziale nel rafforzare le strategie di difesa a lungo termine. Oltre la metà delle organizzazioni intervistate ritiene che la Gen AI consentirà un rilevamento più rapido delle minacce e permetterà agli analisti di cybersecurity di concentrarsi maggiormente sulle strategie di contrasto a minacce più complesse. Questo shift verso un approccio proattivo è cruciale in un panorama di minacce in rapida evoluzione.
L’AI permette di anticipare potenziali attacchi, identificare vulnerabilità prima che possano essere sfruttate e automatizzare molti aspetti della risposta agli incidenti. Tuttavia, il report sottolinea anche l’importanza di un approccio equilibrato. Le organizzazioni devono essere consapevoli che, mentre l’AI offre potenti strumenti di difesa, può anche essere utilizzata dai malintenzionati per creare attacchi più sofisticati. Pertanto, è essenziale mantenere un monitoraggio continuo dell’evoluzione delle minacce informatiche e adattare costantemente le strategie di difesa.
Trasformazione dei SOC attraverso l’implementazione dell’intelligenza artificiale
L’implementazione dell’intelligenza artificiale nei Security Operations Centers (SOC) sta portando a una significativa trasformazione delle operazioni di sicurezza.
Il report del Capgemini Research Institute fornisce dati concreti su questa evoluzione: oltre il 60% delle aziende intervistate ha registrato una riduzione di almeno il 5% del proprio time-to-detect, mentre quasi il 40% ha dichiarato che il tempo di ripristino è diminuito almeno del 5% a seguito dell’implementazione dell’AI nei propri SOC. Questi miglioramenti nell’efficienza operativa sono cruciali in un contesto in cui la rapidità di risposta può fare la differenza tra un attacco contenuto e una violazione su larga scala.
L’AI sta trasformando i SOC in vari modi:
- automatizzando l’analisi di grandi volumi di dati di sicurezza
- identificando anomalie e potenziali minacce in tempo reale
- fornendo agli analisti informazioni contestuali per prendere decisioni più rapide e accurate.
Inoltre, l’AI sta permettendo ai SOC di passare da un approccio reattivo a uno più proattivo e predittivo nella gestione delle minacce. Tuttavia, la trasformazione dei SOC attraverso l’AI non è priva di sfide. Il report sottolinea l’importanza di costruire in modo adeguato l’infrastruttura di gestione dei dati e i framework per l’adozione dell’AI.
È inoltre cruciale stabilire linee guida etiche per l’uso dell’AI nella sicurezza, garantendo che le decisioni automatizzate siano trasparenti e responsabili.
La formazione del personale
La formazione del personale è un altro aspetto chiave: gli analisti di sicurezza devono essere in grado di lavorare efficacemente con gli strumenti basati sull’AI, interpretando correttamente i risultati e prendendo decisioni informate. Nonostante queste sfide, la trasformazione dei SOC attraverso l’AI rappresenta un passo fondamentale per le organizzazioni che cercano di mantenere un vantaggio competitivo nella lotta contro le minacce informatiche in continua evoluzione.
Sfide e opportunità: bilanciare innovazione e sicurezza nell’era dell’AI
L’era dell’intelligenza artificiale presenta sia sfide significative che opportunità senza precedenti nel campo della cybersecurity. Il report del Capgemini Research Institute mette in luce la necessità di un delicato equilibrio tra l’adozione di tecnologie innovative e il mantenimento di solidi standard di sicurezza. Da un lato, l’AI offre potenti strumenti per migliorare le difese cyber: il 61% delle organizzazioni intervistate ritiene che l’AI sia essenziale per una risposta efficace alle minacce. Dall’altro, l’adozione diffusa dell’AI, in particolare della Gen AI, sta introducendo nuove vulnerabilità e ampliando la superficie di attacco. Questo paradosso richiede un approccio strategico e olistico alla cybersecurity. Le organizzazioni devono essere agili nell’adottare nuove tecnologie AI per rafforzare le proprie difese, ma allo stesso tempo devono essere vigili nel monitorare e mitigare i rischi associati.
Una sfida chiave evidenziata dal report è la necessità di aumentare il budget per la cybersecurity: circa 6 organizzazioni su 10 ritengono di dover incrementare gli investimenti in questo settore per far fronte alle nuove minacce. Questo aumento di budget non deve essere visto solo come un costo, ma come un investimento strategico per abilitare l’innovazione in modo sicuro. Un’altra sfida significativa è la formazione e l’aggiornamento continuo del personale.
Con l’evoluzione rapida delle tecnologie AI e delle relative minacce, è fondamentale che i professionisti della sicurezza mantengano le proprie competenze aggiornate. Il report sottolinea l’importanza di programmi di formazione e sensibilizzazione dei dipendenti, non solo per i team di sicurezza ma per tutta l’organizzazione.
D’altra parte, le opportunità offerte dall’AI nella cybersecurity sono enormi. L’AI può migliorare significativamente la capacità di rilevare e rispondere alle minacce, automatizzare compiti ripetitivi permettendo agli analisti di concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, e fornire insights predittivi per anticipare potenziali attacchi.
Conclusioni
In conclusione, il successo nell’era dell’AI dipenderà dalla capacità delle organizzazioni di navigare questo complesso panorama, sfruttando le opportunità offerte dall’innovazione tecnologica mentre gestiscono proattivamente i rischi associati. Questo richiederà un approccio multidisciplinare, che combini competenze tecniche, consapevolezza organizzativa e una cultura della sicurezza pervasiva.