Oggi abbiamo il privilegio di vivere la più veloce delle rivoluzioni tecnologiche, forse anche la più sovversiva di tutte: l’intelligenza artificiale. Per poterci preparare è necessario capire come si evolverà l’intelligenza artificiale nei prossimi anni.
Prevedere il futuro con esattezza è impossibile, ma ciò non significa che non sia necessario immaginare scenari realistici che ci permettano di pianificarlo. Le previsioni sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale nei prossimi vent’anni, pur non potendo essere considerate certezze assolute, assumono un ruolo centrale per la pianificazione del futuro dell’umanità. Solo comprendendo le possibili traiettorie di questa tecnologia rivoluzionaria, potremo infatti prepararci ad affrontare le sfide e cogliere le opportunità che essa porterà con sé.
Il contesto attuale dell’AI
L’intelligenza artificiale ha già segnato profondamente la nostra quotidianità e questo progresso è dovuto in gran parte allo sviluppo delle reti neurali profonde (DNN). Le DNN sono modelli di apprendimento automatico ispirati al funzionamento del cervello umano, composte da più strati di neuroni artificiali capaci di apprendere complesse relazioni dai dati. Le applicazioni pratiche di questa tecnologia si estendono a una varietà di settori, dalla medicina alla finanza, dalla logistica alla produzione industriale.
È vero che siamo ancora lontani da un’intelligenza artificiale generale (AGI) che possa interagire con un contesto dinamico come siamo in grado di fare noi umani, ma l’AI è già capace di assolvere compiti specifici meglio di quanto possa fare una persona. I recenti progressi nelle DNN hanno portato a notevoli miglioramenti in una varietà di task, tra cui:
- riconoscimento delle immagini: le DNN sono ora in grado di riconoscere oggetti e persone con un’accuratezza superiore a quella degli esseri umani.
- Elaborazione del linguaggio naturale: le DNN possono adesso tradurre lingue, scrivere testi e rispondere a domande in modo accurato e naturale.
- Robotica: le DNN possono ora controllare robot in modo più complesso e preciso.
Un esempio emblematico degli avanzamenti delle DNN è l’avvento dei chatbot come ChatGPT di OpenAI o Gemini di Google. Questi sistemi di intelligenza artificiale conversazionale sono in grado di simulare un dialogo con l’uomo, fornendo informazioni e assistenza in tempo reale.
Un altro campo in cui l’AI sta lasciando un segno indelebile è la medicina. L’analisi di immagini mediche, come radiografie e risonanze magnetiche, permette di diagnosticare malattie con maggiore precisione e tempestività. Inoltre, l’AI viene utilizzata per lo sviluppo di nuovi farmaci e per la progettazione di protesi e impianti personalizzati.
Tuttavia, tutto questo progresso porta con sé anche una serie di nuove sfide, che impongono la creazione di nuove regolamentazioni internazionali e, probabilmente, anche di nuove concezioni sociali. La disoccupazione tecnologica, il rischio di discriminazioni algoritmiche e la perdita di controllo sulle decisioni operate da sistemi intelligenti autonomi sono solo alcuni dei timori che ci stanno accompagnando negli ultimi mesi.
Il decennio dell’intelligenza artificiale
Entro il 2030, ci avvicineremo significativamente al raggiungimento di un’intelligenza artificiale a livello umano, aprendo nuove possibilità in svariati campi. L’apprendimento automatico continuerà a guidare questo progresso, con algoritmi sempre più sofisticati in grado di svolgere compiti complessi e di adattarsi a nuove situazioni. Investimenti massicci nella ricerca e sviluppo di nuovi algoritmi e hardware più efficienti saranno cruciali per accelerare il raggiungimento dell’AGI. Altri fattori chiave per il successo saranno una regolamentazione a respiro internazionale, una collaborazione più spinta e aperta tra i centri di ricerca pubblici e privati, così come la condivisione a sorgente aperta di dati e modelli sperimentali.
L’automazione di molte mansioni lavorative continuerà a ritmo sostenuto, con un impatto significativo sul mercato del lavoro. La riqualificazione della forza lavoro, tramite investimenti in programmi di formazione e istruzione mirati a far acquisire nuove competenze, sarà necessaria per aiutare i lavoratori ad adattarsi alle nuove esigenze del mercato.
L’eliminazione dei pregiudizi e delle discriminazioni negli algoritmi AI è un’altra urgenza etica che terrà banco nel decennio in corso. Algoritmi opachi e non controllati possono perpetuare stereotipi e discriminazioni, con gravi conseguenze per la società. La promozione di una cultura di inclusione e diversità nel mondo dell’AI è fondamentale per contrastare i pregiudizi algoritmici. Mancano ancora strumenti per una revisione rigorosa dei sistemi AI-powered, in modo da identificare e correggere eventuali bias nei data set usati per il training, così come nei prodotti finali già addestrati. Colmare questa lacuna sarà una delle priorità dello sviluppo tecnologico dei prossimi due o tre anni.
La protezione della privacy e la sicurezza dei dati personali dagli attacchi informatici saranno sfide sempre più pressanti. Le normative che regolano la gestione dei dati sensibili sono in fase di adattamento, per includere tutti gli scenari in cui informazioni critiche per la privacy degli individui diventano parte integrante di un’intelligenza artificiale. Garantire il diritto all’oblio, obbligando l’intelligenza artificiale a “dimenticare” informazioni specifiche, è uno dei primo obiettivi da raggiungere. Bisognerà anche rafforzare la sensibilità individuale delle persone che interagiscono con i sistemi autonomi, per evitare che siano loro stessi a diffondere informazioni riservate che potrebbero finire nelle mani sbagliate.
L’AI verso il 2040
Entro il 2040, ci si aspetta che l’AI compia un balzo in avanti ancora più significativo. La super-intelligenza, un’AGI che supera l’intelligenza umana, potrebbe emergere, ponendo sfide inedite per la sicurezza e il controllo. Prima di procedere con lo sviluppo di macchine così avanzate, sarà fondamentale sviluppare sistemi di sicurezza robusti per evitare scenari apocalittici e per allineare gli obiettivi dell’AI con quelli dell’umanità. Possibili soluzioni percorribili sono la creazione di sistemi di controllo “hardwired” che limitano le capacità dell’AI, e la codifica di principi etici invalicabili negli algoritmi stessi. Decidere quali debbano essere questi principi sarà una sfida collaborativa per l’intera umanità.
Colmare il divario tecnologico e sociale
Lo sviluppo di nuovi strumenti economici e monetari diventerà una necessità inderogabile per non esacerbare le disuguaglianze sociali esistenti, creando una divisione tra chi ha accesso alla tecnologia e chi ne è escluso. Si dovranno implementare politiche di redistribuzione della ricchezza e di accesso alle tecnologie AI per garantire che tutti i cittadini beneficino dei suoi progressi. La creazione di un “dividendo universale” basato sui profitti dell’AI potrebbe essere una soluzione da esplorare. Alcuni concept a tal riguardo sono già nati, e prevedono l’utilizzo delle criptovalute per ridistribuire la ricchezza generata dalle macchine, ma siamo ancora lontani da qualcosa di applicabile concretamente. Questo sforzo di sviluppo delle politiche economiche e sociali deve partire dagli enti pubblici nazionali e sovranazionali, ma non può e non deve essere calato unidirezionalmente dall’alto. Per essere efficaci, queste misure dovranno essere definite in concerto con realtà private piccole e grandi che sviluppano tecnologie AI-powered abilitanti.
Lotta ai cambiamenti climatici
L’AI avrà un impatto significativo anche sulla lotta ai cambiamenti climatici. L’analisi di grandi volumi di dati ambientali potrebbe permettere di sviluppare modelli predittivi e di individuare soluzioni innovative per la gestione delle risorse naturali e la riduzione dell’inquinamento.
Interfacce uomo-macchina
Nell’era post-smartphone cambieranno anche le interfacce per l’interazione uomo-macchina e uomo-uomo. La nuova generazione di interfacce utente sarà intuitiva e facile da usare, basata sul linguaggio naturale e sul riconoscimento di gesti e intenzioni. L’utilizzo di tecnologie di realtà aumentata e virtuale potrà contribuire a creare un’esperienza di interazione uomo-macchina più immersiva e naturale.
Conclusioni: oltre le previsioni
Il futuro dell’intelligenza artificiale si presenta pieno di incognite e di sfide, ma anche di immense potenzialità. Il viaggio che ci attende è affascinante, ma dietro a ogni angolo si nascondono molte insidie. In ogni caso, si tratta di un viaggio che saremo obbligati a continuare e, per riuscire ad affrontarlo, dovremo puntare tutto su consapevolezza e responsabilità condivisa. Il nostro futuro, in parte, dipenderà da come sceglieremo di plasmare l’intelligenza artificiale.
È tempo di avviare una conversazione globale, un dialogo aperto e costruttivo che coinvolga scienziati, filosofi, politici e cittadini comuni. Solo attraverso un confronto di questo tipo potremo costruire un futuro in cui l’intelligenza artificiale sia al servizio dell’umanità, non una minaccia alla sua esistenza. Lavoriamo per garantire che l’AI diventi una forza positiva per il futuro dell’umanità.