ChatGPT, una rivoluzione positiva se gestita con i termini giusti

Può consentire ai professionisti di ridurre il tempo con cui svolgono il loro lavoro, ma è necessario saper porre al chatbot domande mirate e appropriate

Pubblicato il 20 Apr 2023

Veronica Russomando

Digital Marketing Manager

ChatGPT

L’intelligenza artificiale si sta affermando in maniera esplosiva, portando alla luce il ruolo nuovo dell’automazione e per questo facendo nascere dubbi e timori in merito alla possibilità che questo avvento di innovazione porti a una sostanziale diminuzione dei posti di lavoro. In questo, ChatGPT rappresenta una vera e propria rivoluzione tecnologica. L’avvento di ChatGPT  ha quindi provocato una raffica di studi volti a comprendere la reale portata di questo chatbot.

ChatGPT, una rivoluzione positiva?

ChatGPT (Generative Pre-trained Transformer) è un tipo di chatbot che utilizza la tecnologia di generazione del linguaggio naturale (NLP) per interagire con gli utenti in modo simile a una conversazione umana. Questi chatbot sono addestrati utilizzando grandi quantità di dati testuali e quindi utilizzano algoritmi avanzati per creare risposte coerenti e intelligenti alle domande e ai comandi degli utenti.

Jeffrey Sparshott del Wall Street Journal individua in questo nuovo strumento una rivoluzione positiva per consentire alle persone di ridurre il tempo necessario per svolgere il loro lavoro.

tutela opere AI

Gli studi su ChatGPT: risparmio del 37% sul lavoro dei professionisti

Shakked Noy e Whitney Zhang, studenti di dottorato al MIT, hanno effettuato uno studio randomizzato e controllato su professionisti esperti in relazioni umane e marketing.

Si è deciso di assegnare quindi dei compiti che normalmente vengono svolti in 20 o 30 minuti, chi ha usato ChatGPT ha avuto un risparmio di tempo in media del 37% rispetto a coloro che non lo hanno fatto, con un sostanziale aumento della produttività. Hanno anche riportato un aumento del 20% della soddisfazione sul lavoro.

Secondo uno studio di Goldman Sachs, l’intelligenza artificiale comporta un aumento della produttività del lavoro di ben 1,5 punti percentuali annui.

Risparmiando sul costo del lavoro, creando nuovi posti di lavoro a seguito dell’utilizzo di nuovi macchinari AI, l’aumento della produttività dei lavoratori, che risparmiando tempo per alcune parti della loro attività sono così più veloci nel portare a termine i loro compiti, aumenta la possibilità di un boom di produttività che a sua volta spingerebbe la crescita economica.

Un terzo studio, utilizzando un programma sviluppato da GitHub, di proprietà di Microsoft, ha valutato l’impatto dell’AI generativa in particolare sugli sviluppatori di software.

Partendo dall’assegnazione di un compito base e incentivati a usare il programma Copilot, i risultati sono stati sorprendenti, con un risparmio di tempo del 55% rispetto agli inserimenti manuali.

La ricerca di OpenAI: i giornalisti sono la categoria più a rischio

ChatGPT come tutte le tematiche riguardanti l’intelligenza artificiale stanno scatenando polemiche e paure su ciò che vorrà dire in termini di impiego di capitale umano.

I ricercatori di OpenAI hanno svolto una ricerca volta a identificare i lavori più impattati dall’avvento dell’AI evidenziando come i principali fossero quelli dei matematici, interpreti e web designer. Il lavoro più impattato e quindi al 100% è quello del giornalista. Un tempo l’automazione era vista come salvezza in quanto consentiva di sostituire il capitale umano nei lavori più faticosi, monotoni, ripetitivi, ora invece, l’automazione derivante dall’AI coinvolge i professionisti con istruzione universitaria, per esempio:

  • scienziati dei dati (data scientist): si occupano di analizzare e interpretare i dati raccolti dall’AI per trovare soluzioni ai problemi di business;
  • ingegneri del software: si occupano di progettare, sviluppare, testare e mantenere le applicazioni AI;
  • esperti di machine learning: si occupano di creare modelli di apprendimento automatico per l’AI;
  • specialisti dell’esperienza utente: si occupano di progettare l’interfaccia dell’AI per una migliore esperienza utente;
  • esperti di sicurezza informatica: si occupano di garantire la sicurezza dei dati e delle informazioni raccolte dall’AI;
  • matematici: si occupano di sviluppare algoritmi e modelli matematici utilizzati dall’AI;
  • esperti di marketing: si occupano di utilizzare l’AI per una migliore segmentazione del mercato e per migliorare le strategie di marketing;
  • analisti finanziari: si occupano di utilizzare i dati dell’AI per analizzare il mercato finanziario e prevedere le tendenze future;
  • esperti di automazione: si occupano di implementare soluzioni di automazione dei processi aziendali utilizzando l’AI;
  • project manager: si occupano di coordinare e gestire i team coinvolti nello sviluppo e nell’implementazione dell’AI.
software automation

I limiti di ChatGPT

Ma quali sono i limiti principali di ChatGPT? OpenAI non ha la facoltà di limitare ChatGPT, in quanto è stato programmato per interagire con gli utenti in modo autonomo. Tuttavia, al fine di garantire un utilizzo responsabile e appropriato della tecnologia AI, dovrebbe essere sempre prestata attenzione alla qualità dei contenuti e all’etica della comunicazione. In caso di abuso o comportamenti non appropriati, le autorità competenti potrebbero intervenire e adottare specifiche misure a riguardo.

Inoltre, come afferma Jim Manzi, partner di Foundry.ai, ChatGPT commette errori se non si scrive la “parola giusta”. Proprio per questo sono state fatte delle modifiche e nell’ultima versione ci sono 150 punti in più al rispetto alla precedente versione.

Gli algoritmi sono stati tarati in modo da non essere influenzati dalla “parola giusta”, poiché la programmazione è basata sulla comprensione del linguaggio naturale e sulla capacità di fornire risposte appropriate alle domande e alle richieste degli utenti. Quindi, indipendentemente dalle parole usate dagli utenti nella chat, l’obiettivo è far si che l’algoritmo fornisca risposte pertinenti e utili all’utente.

L’AI generativa di ChatGPT potrebbe essere quindi un fondamentale aiuto per i giornalisti (figure professionali che, come abbiamo visto, potrebbero esserne impattate al 100%). Come dice Joshua Gans, economista specializzato in AI dell’Università di Toronto, l’AI aiuta i giornalisti che fanno domande giuste.

Fonti: Daniel Zender, NY Times, Technology Review, Ansa, Osservatorio AI,  Open Ai

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Articoli correlati

Articolo 1 di 2