Controllare l’accesso a siti riservati agli adulti, a tutela dei minori, o nei quali si pratica il gioco d’azzardo, contrastando la ludopatia, sono alcune delle possibilità offerte dalle nuove frontiere dell’apprendimento automatico (conosciuto anche come machine learning) delle intelligenze artificiali. Le linee guida etiche per lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale (AI) pongono infatti tra i punti chiave la salvaguardia della “dignità e supervisione umana” al fine di supportare una società equa sostenendo la capacità umana e i diritti fondamentali, e non diminuire, limitare o fuorviare l’autonomia umana.
Il machine learning è in grado di esaminare una grande quantità di dati in tempo reale e, grazie agli algoritmi utilizzati, permette di condurre analisi per rilevare comportamenti, tendenze, etc.. Lo scopo è quello di realizzare sistemi tecnologici e innovativi, ove la persona umana sia tutelata come fine e non come mezzo del progresso tecnologico.
Il contrasto alla ludopatia
Come sopra anticipato, recentemente gli algoritmi e la raccolta di quantità ingenti di dati sono stati impiegati nella lotta contro la ludopatia, disturbo del comportamento rientrante nella categoria diagnostica dei disturbi del controllo degli impulsi, qualificata quale malattia a tutti gli effetti. La materia è stata oggetto del Decreto Dignità che ha imposto il divieto di pubblicità del gambling, ossia, del gioco d’azzardo. A tal riguardo, si osserva come l’imposizione di tale divieto, tuttavia, potrebbe ingenerare nel giocatore dipendente una minore consapevolezza dei pericoli connessi all’attività del gioco d’azzardo.
Alla luce delle nuove modifiche legislative, è evidente come la prevenzione alla lotta contro la ludopatia si concentri soprattutto on line, sul web. Ebbene, l’argomento in esame, che riguarda l’utilizzo di algoritmi per combattere il gioco d’azzardo è oggetto costante di studio e analisi; specie nei paesi anglosassoni il fenomeno è di ampia portata. Gli algoritmi consentirebbero di controllare i dati per verificare i danni cagionati agli utenti e tutelare il giocatore durante la sessione di gioco. Vi è anche il progetto di verificare i dati immagazzinati dai vari siti web, al fine di creare maggiore consapevolezza sulla portata del fenomeno in relazione alle diverse fasce d’età. Progetto che potrebbe condurre a risultati positivi sul piano della protezione dei giocatori.
L’algoritmo, pertanto, sarebbe in grado di comprendere se una persona che sta giocando sia o meno predisposta alla dipendenza dal gioco.
Ricordiamo che i siti internet più aggiornati consentono di memorizzare il singolo giocatore e, dunque, monitorarne il numero e l’entità delle puntate fatte. In tali siti vi è la possibilità di impostare un limite massimo in termini monetari spendibile in scommesse, ovvero, la possibilità di capire l’attitudine al gioco tramite apposite applicazioni. Queste misure, tuttavia, si rivelano utili solo se il giocatore ha già una propria consapevolezza circa i pericoli e i rischi connessi al gioco d’azzardo, in quanto alle stesse vi ricorrerà, in caso, in via del tutto autonoma.
Tra le misure adottate sui vari siti internet di scommesse sono altresì diffusi i cosiddetti pop up, ossia finestre che si aprono sul video del computer durante la navigazione per avvertire dei pericoli connessi alla ludopatia, alla prima giocata e successivamente, per ricordare all’utente che si sta spendendo del denaro vero e proprio. Ma la sfida si apprezza anche fuori dalla dimensione web.
Il Betting and Gaming Council (BGC), il nuovo organo rappresentativo per l’industria del gioco d’azzardo del Regno Unito, tra le misure di tutela nei confronti delle persone dedite abitualmente al gioco d’azzardo introduce l’Anonymous Player Awareness System (APAS), un algoritmo applicato sulle macchine da gioco nei negozi, programmato per rilevare in tempo reale segnali patologici. Tale comportamento è programmato per attivare un avviso sullo schermo e costringere il giocatore a fare una pausa durante il gioco. In pari tempo, l’algoritmo invia un avviso al personale di sala, che potrà intervenire nel modo più opportuno.
Se, dunque, le misure appena descritte richiedono la collaborazione e la consapevolezza del giocatore (tetto massimo di denaro spendibile settimanalmente o mensilmente; auto-verifica del proprio livello di dipendenza dal gioco, utilizzo di macchinette “intelligenti”), la lotta alla ludopatia tramite algoritmo avrebbe l’aspirazione di tutelare il soggetto anche indipendentemente dalla sua volontà.
Il controllo degli accessi ai siti pornografici
Con l’incessante sviluppo e diffusione delle tecnologie di comunicazione digitale è sempre più avvertita l’esigenza di tutelare i minori, anche considerata la facilità di accesso di cui si connota il mondo digitale. Su tale linea, il Dipartimento degli Affari interni australiano ha annunciato la proposizione di un progetto di legge volto a utilizzare il riconoscimento facciale per poter confermare l’età delle persone che intendono collegarsi a siti pornografici o dedicati al gioco d’azzardo.
Il fine del progetto è l’elaborazione di una protezione innovativa per tale categoria di soggetti attraverso l’utilizzo di algoritmi e inibire l’accesso a minori in siti internet dal contenuto non adatto o comunque riservati agli adulti. La tutela anche in questo caso è apprestata indipendentemente dalla volontà del soggetto, proprio in virtù dei potenziali rischi e insidie che la Rete, come ben sappiamo, nasconde. Il progetto al momento è ancora in via sperimentale, considerate anche le forti implicazioni e i rischi connessi alla privacy degli utenti che dovranno essere inevitabilmente affrontati per permettere un efficace e sicuro sistema di autenticazione.
Il caso di Instagram
Alcune piattaforme web hanno introdotto modalità di autenticazione e misure di sicurezza finalizzate alla protezione di minorenni contro i rischi derivanti dall’accesso a determinati contenuti, seppure non ancora tramite sistemi di riconoscimento biometrico.
È il caso del social network più utilizzato negli ultimi tempi, ossia Instagram, che di recente ha deciso di vietare l’uso della piattaforma ai minori di 13 anni. In tale contesto, l’intelligenza artificiale è applicata al sistema di controllo diretto a determinare e verificare la data di nascita degli utenti di Instagram. In altre parole, il social media avrebbe elaborato un software di apprendimento automatico, già addestrato, per prevedere l’età effettiva e il genere degli utenti (ad esempio attraverso l’esame dei post degli utenti in occasione del compleanno). Tutto ciò nell’ottica di evitare che i minori di 13 anni possano iscriversi alla piattaforma, in conformità alle prescrizioni dettate dal Regolamento europeo sulla privacy, applicabile dal 25 maggio 2018.
Si tratta di un tentativo per imporre regole di tutela più rigide nei confronti dei minori, che però apparentemente non sembrerebbe fornire un grado di certezza assoluta sull’età degli iscritti attuali e futuri alla piattaforma. Inoltre, coloro che risultano già iscritti non riceveranno alcuna richiesta di indicazione in merito alla propria età, cosicché potranno continuare a navigare sulla piattaforma.
Si preannuncia una nuova era dell’algoritmo, che si proietta in una dimensione che va oltre il principio della trasparenza e del corretto funzionamento dello stesso, finalizzato alla salvaguardia del principio superiore della tutela dei diritti fondamentali e della dignità umana anche nel caso in cui la relativa lesione sia realizzata da un comportamento proprio della persona a cui gli stessi diritti appartengono.