Il nuovo libro di Marco Camisani Calzolari, “Cyberumanesimo”, edito da Il Sole 24 Ore: una nuova sfida per il poliedrico esperto di digitale che, con linguaggio accessibile e rigore scientifico, accompagna il lettore in un viaggio sorprendente nel cuore stesso delle tecnologie digitali e nel rapporto che queste hanno con i loro fruitori.
“Cyberumanesimo” si pone infatti come un compendio di tutte quelle trasformazioni che le tecnologie hanno progressivamente apportato alla realtà contemporanea: dalle interazioni quotidiane al modo in cui si lavora fino allo stesso processo cognitivo. Un percorso, ricco di rimandi pratici, in cui l’accento viene posto sull’impatto esplosivo dell’intelligenza artificiale, capace di rivoluzionare con una velocità esponenziale l’umana capacità di elaborare informazioni e di prendere decisioni.
Una guida etica per orientarsi
Il libro di Marco Camisani Calzolari si configura come una guida etica per orientarsi in un’epoca in cui i cambiamenti tecnologici sono all’ordine del giorno e dove rimane fondamentale preservare la dimensione umana. L’autore, infatti, incoraggia una riflessione sulle conseguenze di un’innovazione che, se da una parte porta a un miglioramento, dall’altra rischia di avere un forte impatto etico sulla società. Ad esempio, chi è responsabile quando un algoritmo prende una decisione sbagliata? Quanto possiamo affidarci all’Intelligenza Artificiale per prendere decisioni importanti? E come possiamo garantire che l’Intelligenza Artificiale venga utilizzata in modo etico e sostenibile? Ma, soprattutto, chi si nasconde dietro agli algoritmi, chi li guida e come li guida? Cosa significa essere umani in un mondo sempre più dominato dal digitale?
Il paradigma del Cyberumanesimo
A questi e ad altri interrogativi Marco Camisani Calzolari prova a dare una risposta proponendo un nuovo paradigma, il cosiddetto Cyberumanesimo, vale a dire l’idea di un umanesimo cyber, che interconnetta uomo e macchina, tenendo conto dell’uomo aumentato, che usa le tecnologie pseudo-intelligenti, per esplorare la nuova relazione tra l’uomo e tutto ciò che è connesso, per ridefinire la sua stessa visione dell’umanità e dei suoi valori, per evitare che lo facciano le macchine al posto suo.
“Cyberumanesimo” è un richiamo a riaffermare il ruolo predominante dell’uomo nell’era digitale, a garantire che la tecnologia sia uno strumento nelle nostre mani. E non noi nelle sue.
Di seguito, pubblichiamo un estratto di “Cyberumanesimo”.
Capitolo 3 – Le opportunità
3.1 Nell’industria
L’intelligenza artificiale offre numerosi vantaggi nell’automazione dei processi industriali, trovando applicazioni in diverse aree. Ad esempio, può essere impiegata nelle analisi di mercato e delle tendenze, fornendo un punto di partenza cruciale per la creazione dei prodotti e l’avviamento del processo di produzione. Inoltre, contribuisce allo sviluppo di macchinari e attrezzature, nonché alla progettazione e gestione dei flussi logistici di merci e materiali, dove l’IA si dimostra particolarmente utile grazie alla riduzione degli errori e all’aumento dell’efficienza produttiva, consentendo una significativa riduzione dei costi operativi e un incremento della produttività complessiva.
Attraverso l’analisi predittiva, l’IA è in grado di anticipare i trend di mercato e ottimizzare la gestione della catena di approvvigionamento, migliorandone così l’efficienza logistica. Utilizzando dati sensoriali e algoritmi di machine learning, può prevedere guasti e malfunzionamenti prima che si verifichino, riducendo i tempi di inattività e i costi di manutenzione. Inoltre, l’IA può monitorare e migliorare la qualità dei prodotti attraverso sistemi di ispezione visiva automatizzata e analisi dei dati di produzione, personalizzandola in base alle specifiche esigenze dei clienti, senza compromettere l’efficienza.
Contribuisce anche a migliorare la sicurezza sul posto di lavoro, monitorando le condizioni ambientali, individuando potenziali pericoli e riducendo il rischio di incidenti. In ambito di ricerca e sviluppo, l’IA consente la creazione rapida di nuovi prodotti e soluzioni innovative grazie alla sua capacità di analizzare grandi quantità di dati e identificare nuove opportunità.
Il governo cinese ha seguito questa tendenza, con il Ministero dell’Industria e della Tecnologia dell’Informazione (MIIT) di Pechino che ha fissato l’ambizioso obiettivo di produrre robot umanoidi su vasta scala entro il 2025, facendone un nuovo motore di crescita economica entro il 2027, attraverso l’innovazione delle tecnologie chiave e la fornitura dei componenti fondamentali. La Cina ha compiuto notevoli progressi nel campo della robotica, diventando il quinto Paese più automatizzato al mondo, a testimonianza del suo impegno nel portare un aumento significativo nell’uso dei robot umanoidi in ogni campo, dalla sanità all’industria alla vita di tutti i giorni.
L’IA, tramite i modelli di linguaggio avanzati, può contribuire allo sviluppo di macchine sempre più autosufficienti e a creare una serie di nuove figure lavorative altamente specializzate. Queste includono ingegneri e tecnici di robotica AI, esperti nella progettazione, programmazione e manutenzione di robot intelligenti utilizzati nelle linee di produzione; specialisti in automazione e controllo che sviluppano e gestiscono sistemi di automazione avanzati per ottimizzare i processi produttivi; analisti di dati di produzione che si concentrano sullo studio dei dati generati dai processi produttivi per migliorare l’efficienza e ridurre gli sprechi; tecnici di manutenzione predittiva che utilizzano algoritmi di IA per prevedere e prevenire guasti alle macchine, migliorando la manutenzione e riducendo i tempi di inattività; esperti in qualità e ispezione che implementano sistemi di IA per il controllo qualità automatico, garantendo standard elevati e riducendo gli errori; infine, operatori di produzione assistiti da IA che collaborano con i sistemi per migliorare la loro produttività e la sicurezza.
Nel dinamico contesto dell’Industria 4.0, l’integrazione di intelligenza artificiale, machine learning e Internet of Things (IoT) è un motore trainante, specialmente per gli ingegneri meccanici. Questa sinergia consente loro la creazione di sistemi intelligenti che comunicano senza soluzione di continuità. L’IA svolge un ruolo centrale nel plasmare il futuro dell’ingegneria meccanica, ma è cruciale che gli ingegneri riconoscano le possibili sfide legate all’adozione di queste tecnologie e ne enfatizzino un’implementazione responsabile. Solo attraverso questa consapevolezza e l’attenzione alle insidie potenziali, essi potranno contribuire in modo significativo al successo e alla realizzazione dell’Industria 4.0.
Un elemento rivoluzionario nel settore industriale è costituito anche dall’integrazione degli agenti autonomi, che possono operare autonomamente, progettando e automatizzando interi flussi di lavoro senza richiedere input umani costanti. Ciò riduce la necessità di intervento umano e facilita la sperimentazione su scala reale, promettendo di trasformare l’automazione aziendale in modo più completo ed efficiente grazie alla loro capacità di interagire direttamente con altri sistemi. Le aziende devono prepararsi all’adozione di questa tecnologia, considerando aspetti come l’architettura tecnologica e la pianificazione della forza lavoro.
3.2 Nella pubblica amministrazione
L’intelligenza artificiale può apportare numerosi benefici anche nel settore pubblico, migliorando l’efficienza operativa, i servizi ai cittadini e persino le decisioni politiche attraverso l’automatizzazione dei processi amministrativi. Può essere utilizzata per analizzare e gestire situazioni di emergenza, migliorando il coordinamento e la risposta delle autorità pubbliche. I servizi offerti ai cittadini possono essere personalizzati per migliorarne l’accessibilità e l’efficacia, fornendo soluzioni su misura per le loro esigenze. L’IA può essere applicata anche alla gestione dei documenti, rilevando eventuali errori o dati mancanti, suggerendo come compilare i moduli e apportando correzioni in tempo reale, riducendo così i tempi di attesa per gli utenti. I servizi di assistenza ai cittadini, come le chatbot, possono essere implementati in modo da rispondere automaticamente alle domande più frequenti, in maniera più completa ed esaustiva.
L’IA può anche supportare analisi predittive per aiutare i decisori pubblici nella pianificazione e nelle decisioni basate su dati accurati, rivoluzionando così i servizi pubblici digitali, rendendoli più efficienti e accessibili. La pubblica amministrazione può diventare così più trasparente e meno burocratica, contribuendo a migliorare la fiducia dei cittadini. L’obiettivo è integrare questa tecnologia nella progettazione e ideazione dei servizi non solo a livello tecnologico, ma anche a livello di processo, per ridurre nell’ambiente digitale il peso delle pastoie burocratiche presenti nel mondo fisico. I servizi dovrebbero essere costruiti considerando le esigenze dei cittadini, con interfacce accessibili a tutti, indipendentemente dalle competenze tecnologiche o dalle condizioni socio-economiche. Un caso esemplare è quello dell’INPS, che ha implementato con successo l’IA nei processi operativi, registrando un notevole aumento di produttività.
Su queste implicazioni è molto chiaro Carmelo Cutuli nel suo nuovo libro dal titolo Intelligenza artificiale & Pubblica amministrazione (47), in cui rimarca il concetto di “PA aumentata”, ovvero una pubblica amministrazione integrata dall’apporto dell’intelligenza artificiale, ma sempre sotto la supervisione umana. L’autore fa degli esempi concreti come l’impiego di chatbot per rispondere alle domande dei cittadini fino ai sistemi predittivi per una migliore allocazione delle risorse, o ancora gli assistenti virtuali integrati nei siti pubblici e l’automatizzazione di procedure complesse, tutte opportunità offerte dall’IA in termini di velocità, riduzione degli errori, personalizzazione dei servizi e analisi predittiva dei dati. Ma nello stesso tempo egli ci avverte sui suoi limiti tecnici, che richiedono investimenti significativi e sollevano complessi dilemmi etici, concordando sul fatto che l’essere umano deve mantenere sempre una posizione centrale nelle decisioni pubbliche e che l’introduzione della tecnologia deve avvenire in modo graduale, con attenzione e una visione a lungo termine.
Tra il 2010 e il 2021, in Europa sono stati registrati 637 progetti di IA per gli enti pubblici, di cui 63 in Italia, come si evince dal report Le opzioni tecnologiche per la digitalizzazione avanzata nella Pubblica amministrazione, presentato da The European House. L’Italia si posiziona come il secondo Paese europeo per il numero di progetti legati all’IA nella pubblica amministrazione e il primo per implementazione. Tuttavia, l’investimento pubblico in questo settore è inferiore rispetto ad altri Stati. Per fare solo un esempio, il Comune di Siena ha attivato un chatbot di nome Caterina, che fornisce direttamente i certificati anagrafici, previa autenticazione con SPID. Potrebbe essere una buona idea utilizzarlo su scala nazionale, ottimizzando tempi e risorse. Anche altri Comuni italiani si stanno organizzando in questo senso, avviando chatbot che interagiscono e rispondono a domande, danno indicazioni e possono anche aiutare nella compilazione di moduli online. Il vantaggio è avere a disposizione un assistente virtuale che dà risposte 24 ore su 24, 7 giorni su 7.
Spostandoci all’estero, nel settore dell’edilizia pubblica, la società di consulenza francese Capgemini ha sviluppato con Google un software di IA in grado di analizzare le fotografie aeree al fine di individuare le piscine abusive in tutta la Francia, scovandone ben 20.000 con un gettito fiscale aggiuntivo di 10 milioni di euro. Restando in questo settore, negli Stati Uniti, è in uso uno strumento di IA per identificare eventuali modifiche alle infrastrutture o alle proprietà; mentre l’azienda australiana NearMap ha sviluppato uno strumento che consente di tracciare e segmentare i terreni a partire dalle immagini aeree.
Sempre negli Stati Uniti, l’adozione dell’automazione basata sull’IA è già una soluzione pratica implementata nel settore pubblico per migliorare l’efficienza e l’efficacia delle operazioni governative. Ad esempio, l’Air Force, i Dipartimenti del Lavoro, della Sicurezza Nazionale e dei Servizi Umani e Sanitari hanno semplificato le operazioni e risparmiato centinaia di migliaia di ore utilizzando l’IA nei settori dell’acquisizione, della finanza, della logistica, dei soccorsi in caso di calamità e in altre funzioni governative. Questo strumento è in grado di gestire i dati in modo efficace, garantendo l’aderenza agli standard normativi senza la necessità di un’ampia supervisione umana. Ciò non solo migliora l’accuratezza, ma riduce anche la probabilità di errore umano, fondamentale per mantenere la conformità.
L’implementazione dell’IA incrementa la partecipazione nei servizi pubblici anche delle persone con disabilità, favorendo l’accessibilità alle informazioni per mezzo di sistemi di lettura e sintesi vocale oppure integrando la lingua dei segni nei chatbot per migliorare la comunicazione con le persone sorde o ipoudenti; o ancora automatizzando i processi amministrativi per semplificare la compilazione di moduli online e integrando sistemi di riconoscimento vocale e scrittura predittiva per agevolare la compilazione di documenti a chi ha difficoltà motorie o di linguaggio; ottimizzando i servizi di trasporto pubblico, garantendo che siano accessibili alle persone con disabilità motorie o sensoriali; utilizzando algoritmi di riconoscimento delle immagini per generare descrizioni audio di foto o documenti e agevolare l’accesso alle informazioni visive per le persone con disabilità visiva.
Grazie all’intelligenza artificiale, la pubblica amministrazione può creare nuovi lavori che mirano a sfruttarne le potenzialità tecnologiche. Un primo esempio potrebbero essere gli analisti di dati con competenze nell’utilizzo dell’IA per scoprire tendenze e modelli predittivi; i professionisti della sicurezza informatica addestrati a rilevare, identificare e prevenire attacchi informatici; i project manager AI in grado di monitorare progetti complessi e gestire le risorse umane; gli specialisti della robotica capaci di progettare, programmare, installare e mantenere robot e automazioni industriali.
L’integrazione dell’IA nei sistemi giudiziari solleva importanti questioni etiche. Se da un lato essa può valutare casi e amministrare la giustizia meglio di un giudice, portando a miglioramenti nell’efficienza e nell’accuratezza delle professioni legali e giudiziarie, questa crescente automatizzazione della giustizia implica delle sfide etiche significative.
Mentre alcuni vedono l’IA come un potenziale contributo a un sistema giudiziario più equo, più veloce e privo di pregiudizi umani, non dobbiamo sottovalutare aspetti come la mancanza di trasparenza nelle sue decisioni, la non neutralità degli algoritmi, la possibilità di esiti discriminatori e pregiudizi incorporati, insieme alle pratiche di sorveglianza per la raccolta dei dati e la protezione della privacy dei cittadini.
3.3 Nella sanità
La popolazione del Vecchio Continente sta invecchiando inesorabilmente, aumentando le questioni legate alle malattie croniche e alla fragilità. Le epidemie globali mettono alla prova il mondo interconnesso, mentre le risorse e il personale medico sono sempre più limitati. Per affrontare queste problematiche, è necessaria una rivoluzione basata sulla digitalizzazione del sistema sanitario, rendendolo più accessibile e integrato nella vita quotidiana dei cittadini. Questa trasformazione presuppone la connessione tra discipline, strutture e servizi attraverso l’uso di dati e algoritmi di intelligenza artificiale, per creare un sistema sanitario equo e centrato sui bisogni delle persone, mettendo il paziente al centro di percorsi di cura personalizzati e favorendo una maggiore condivisione di dati tra le parti coinvolte.
A maggio 2022 è stato presentato lo Spazio europeo dei dati sanitari.
Note
47 C. Cutuli, Intelligenza artificiale & Pubblica amministrazione. Guida alle applicazioni
dell’AI per il settore pubblico, ISSRF, Giarre (CT), 2024.
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