L’intelligenza artificiale non è una tendenza temporanea, ma costituisce un elemento fondamentale che sta modellando il nostro presente. Inizialmente concepita come uno strumento per automatizzare semplici operazioni, oggi si estende in ambiti che fino a poco tempo fa erano solo immaginabili. Per dare un’idea dell’impatto, secondo Statista il mercato dell’AI è destinato a raggiungere 826,73 miliardi di dollari entro il 2030, quadruplicando il suo valore attuale. Un cambiamento rivoluzionario, a cui non tutti sono pronti.
Questa tecnologia si è inserita in numerosi settori e la sua applicazione si fa sempre più rilevante anche nei contesti di Digital Asset Management (DAM) e Product Information Management (PIM).
Non stiamo parlando solo di gestire contenuti e dati di prodotto, ma di creare un’armonizzazione tra i vari canali digitali – siti web, social media, marketplace – orchestrata dall’AI stessa che contribuisce a rendere sempre più fluida e istantanea la relazione con l’utente finale. In questo scenario, l’AI è l’attore protagonista, mentre noi siamo i registi.
Come affermava il filosofo Marshall McLuhan: “ogni tecnologia è un’estensione di noi stessi”, e l’AI non fa eccezione. Amplia le nostre capacità, armonizzando l’ingegno umano con le sue potenzialità verso risultati straordinari.
Le potenzialità dell’AI nel supportare le aziende
Capire le potenzialità dell’AI nel supportare le aziende è cruciale, soprattutto per quelle che operano in mercati sempre più digitalizzati. La capacità di mantenere le promesse fatte al consumatore, garantendo coerenza e personalizzazione lungo tutto il percorso d’acquisto, consente di costruire legami più profondi tra brand e persone. Ma non basta solo farlo bene: il mercato richiede reattività e su questo il contributo dell’AI può essere determinante.
L’AI applicata a DAM e PIM apprende dalla knowledge base aziendale e, quando integrata correttamente, alimenta la creatività e l’efficienza. Questo approccio aumenta la produttività e permette alle organizzazioni di scalare le loro attività in modo più rapido ed efficiente. I dati lo confermano: il report State of the Connected Customer di Salesforce evidenzia che l’84% delle organizzazioni che l’ha già adottata nei servizi di e-commerce ha osservato impatti tangibili in termini di produttività e ricavi.
Tuttavia, affinché questo processo funzioni, è essenziale avere una strategia chiara. Molte aziende archiviano i loro asset digitali e le informazioni di prodotto in sistemi separati, aumentando la complessità e riducendo l’efficacia degli strumenti di AI. L’intelligenza artificiale, come qualsiasi tecnologia, ha dei limiti e di conseguenza non può operare in isolamento. La vera potenza dell’AI si sprigiona solo quando ogni elemento dell’ecosistema aziendale è connesso.
Prima che l’AI possa offrirci risultati straordinari, dobbiamo nutrirla con una base solida di conoscenza: dati di qualità, univoci, coerenti e soprattutto specifici, cioè pertinenti al patrimonio informativo dell’azienda. Questi dati, armonizzati su tutte le piattaforme, rappresentano il vero “carburante” per alimentare algoritmi avanzati, come i Large Language Models (LLM). Questi modelli stanno rivoluzionando il mondo dell’Intelligenza Artificiale, consentendo alle aziende di ottimizzare processi, automatizzare compiti complessi e produrre contenuti di qualità superiore, aprendo nuove frontiere di efficienza e innovazione.
In che modo l’intelligenza artificiale può migliorare il percorso d’acquisto
In un contesto in cui il percorso d’acquisto diventa sempre più frammentato e complesso, i contenuti digitali e i dati di prodotto non possano più essere considerati semplici aspetti tecnici. Diventano, piuttosto, la chiave per creare esperienze personalizzate e coerenti lungo tutti i punti di contatto con i propri clienti. L’intelligenza artificiale agisce come una guida invisibile, capace di accompagnare l’utente nel suo viaggio e di mantenere l’intero ecosistema digitale in equilibrio.
Quando i dati sono gestiti correttamente e l’AI può accedere a una knowledge base unica, coerente e condivisa, si libera un potenziale inespresso all’interno dell’organizzazione. Questo non solo ottimizza l’efficienza operativa tra i vari reparti, ma permette all’azienda di trasformare la propria conoscenza interna in vantaggi concreti lungo l’intero customer journey. Il risultato è un’esperienza cliente personalizzata e coerente, che rafforza fiducia e fedeltà verso il brand.
Alcuni esempi: i motori semantici
Un esempio concreto di potenziamento è offerto dai motori semantici, con i quali è possibile automatizzare processi complessi come la taggatura automatica dei contenuti secondo la tassonomia del brand.
O ancora, la Dynamic Asset Translation, che permette di automatizzare crop e resize di contenuti multimediali ottimizzando risoluzione, dimensioni, formati e persino i colori di sfondo. La DAT non solo adatta i contenuti in base alle richieste dei vari canali, ma lo fa in tempo reale assicurando asset digitali perfettamente ottimizzati per ogni canale, che si tratti di siti web, social media o marketplace. Da non sottovalutare anche la possibilità di convertire contenuti audio in formato testuale attraverso la tecnologia speech-to-text, il cui utilizzo consente di creare facilmente contenuti più accessibili su scala globale.
Tra le altre potenzialità offerte dall’intelligenza artificiale, vi è la capacità di garantire coerenza e aggiornamento costante dei dati in tutto lo stack aziendale, dal sistema di gestione delle risorse aziendali (ERP) fino ai canali finali di vendita e distribuzione. Questo significa che informazioni cruciali come prezzi, disponibilità di magazzino e costi di stoccaggio possono essere sincronizzate in tempo reale e mantenute sempre allineate, beneficiando la collaborazione tra i team.
La coerenza del dato non è solo una questione operativa: è un elemento fondamentale per il customer journey, sia nel B2C che nel B2B, poiché queste informazioni vengono riportate su portali dedicati assicurando una comunicazione chiara e affidabile attraverso tutta la filiera.
L’AI porta benefici diretti anche al cliente finale, poiché ne conosce le esigenze prima ancora che egli le esprima. Le piattaforme digitali, tra cui colossi come Amazon, possono così suggerire prodotti basati sui comportamenti dell’utente, creando esperienze su misura che il 73% dei consumatori ormai si aspetta come standard (State of the Connected Customer, Salesforce). Il risparmio di tempo e risorse, quindi, è solo una piccola parte del beneficio.
Infine, non va dimenticato l’elemento umano. In un’era in cui la fiducia è fondamentale, i clienti, giustamente, chiedono trasparenza su come vengono raccolti e utilizzati i loro dati. La fiducia non si compra, si guadagna, e l’AI può diventare il ponte tra l’azienda e i suoi consumatori. Per garantire questa trasparenza, le aziende avranno bisogno di sviluppare degli standard etici sull’uso dell’AI, assicurando che i dati siano gestiti in modo responsabile e rispettoso della privacy, consolidando così la fiducia a lungo termine.
L’AI come alleato, ma solo con un patrimonio informativo di qualità
Siamo solo all’inizio di una rivoluzione che sta ridefinendo il modo in cui lavoriamo e interagiamo con i dati.
Grazie alla sua capacità di ottimizzare processi complessi, dalle operazioni di marketing alla gestione delle vendite, l’AI fornisce insight immediati che aiutano le aziende a migliorare la produttività e a prendere decisioni più informate e precise. Questo porta a una maggiore efficienza operativa, una riduzione dei tempi di lavoro e una crescita tangibile dei ricavi.
Tuttavia, per massimizzare il potenziale dell’AI, è essenziale che essa acceda a dati di qualità. Ecco perché diventa cruciale per le aziende centralizzare e gestire correttamente il proprio patrimonio informativo. L’uso di strumenti avanzati, che integrano asset digitali e dati di prodotto in modo nativo, consente di ottenere una gestione centralizzata del know-how aziendale, dalle performance dell’e-commerce ai report social. Questo approccio non solo facilita la raccolta e l’organizzazione delle informazioni, ma abilita anche strategie data-driven, fornendo una base solida su cui l’AI generativa può operare in modo efficace.
Secondo un’analisi di Forrester Research, per un’azienda che vende su tre canali diversi circa 7mila prodotti, l’implementazione di tutte queste tecnologie ha già portato a risultati tangibili, traducendosi in un risparmio di oltre 6.300 ore di lavoro manuale annue.
Conclusioni
Guardando al futuro, l’applicazione dell’intelligenza artificiale nel contesto di soluzioni DAM e PIM, mostrerà un potenziale ancora più elevato. L’intelligenza artificiale, se gestita con le competenze adeguate, non è solo un motore di automazione, ma un potente alleato in grado di ridurre i costi IT fino al 55%, migliorare le performance digitali fino al 70% e aumentare le conversioni lungo tutto il customer journey.
È a questo punto che si spalancano nuovi scenari: l’AI generativa non si limiterà a suggerire semplicemente contenuti ottimizzati per i canali social, ma potrà anche proporre ad esempio modifiche nel design dei prodotti o nella selezione dei materiali, offrendo un contributo attivo alla creazione di valore e innovazione per le aziende. In questa prospettiva, l’intelligenza artificiale diventa lo strumento strategico che permette di abilitare automazioni intelligenti, guidare la crescita globale e rendere ogni decisione più intelligente, precisa e d’impatto.