IA e Stephen Hawking: alcune considerazioni a partire dal pensiero del grande fisico

La tecnologia, di per se stessa, non è né buona né cattiva, è il suo utilizzo a renderla tale. La domanda diventa quindi: è meglio non sviluppare una tecnologia così da evitare i potenziali rischi ad essa associata? Le riflessioni di Luca Flecchia, Project Manager – Data Driven Innovation at P4I – Partners4Innovation, a partire dai pensieri di Stephen Hawking

Pubblicato il 26 Mar 2018

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Luca Flecchia

La tecnologia, di per se stessa, non è né buona né cattiva, è il suo utilizzo a renderla tale. La domanda diventa quindi: è meglio non sviluppare una tecnologia così da evitare i potenziali rischi ad essa associata? Le riflessioni di Luca Flecchia, Project Manager – Data Driven Innovation at P4I – Partners4Innovation, a partire dai pensieri di Stephen Hawking

Negli ultimi tempi leggo spesso titoli di giornale e articoli sui pericoli che l’Intelligenza Artificiale porterebbe con sé, da un lato in termini di “sostituzione” degli esseri umani sul posto di lavoro, dall’altro come potenziale strumento di distruzione che potrebbe addirittura porre fine alla razza umana. Soprattutto quest’ultima immagine non è certo nuova: romanzi e film nel corso degli anni hanno più volte affrontato il tema e, quasi sempre, alla fine si assisteva ad uno scontro tra umanità e robot guidati da intelligenza artificiale per la sopravvivenza del genere umano.

Questa riflessione è tornata prepotente alla mia attenzione quando sulla stampa nazionale e internazionale sono iniziati ad apparire, in occasione della sua scomparsa, articoli riguardanti la vita, il lavoro e le più celebri citazioni di Stephen Hawking. Nella grande maggioranza dei titoli di questi articoli, vengono citati, principalmente con accezione negativa, i dubbi che il grande fisico aveva sull’intelligenza artificiale.

Se si prova a guardare oltre la negatività di alcuni titoli e ad approfondire la posizione di Stephen Hawking, si vedrà come il suo pensiero fosse molto più profondo rispetto all’equazione “AI = potenziale apocalisse”. Secondo Stephen Hawking infatti l’intelligenza artificiale avrebbe il potenziale per rivoluzionare il nostro mondo e potrebbe essere la migliore, o la peggiore, cosa mai accaduta all’umanità. Il distinguo, nella sua opinione, starà nelle modalità in cui l’avremo sviluppata.

Personalmente ho sempre condiviso questo tipo di pensiero non solo sull’intelligenza artificiale, ma su qualsiasi tipo di tecnologia. La tecnologia, di per se stessa, non è né buona né cattiva, è il suo utilizzo a renderla tale. Ritengo che qualsiasi tipo di tecnologia, come tutte le cose nuove e con grande potenziale, porti con sé potenziali benefici e potenziali rischi. La domanda diventa quindi: è meglio non sviluppare una tecnologia così da evitare i potenziali rischi ad essa associata?

Sono sempre stato attratto e favorevole all’innovazione e credo che qualunque via possa migliorare il nostro modo di vivere valga la pena di essere esplorata. Penso altresì che sia necessario essere sempre vigili così da poter identificare i potenziali rischi e stabilire delle regole che prevengano i potenziali usi malevoli delle innovazioni. Sviluppare innovazioni e tecnologia in modo etico e sostenibile penso sia la vera sfida del giorno d’oggi. Evitare che chi possiede ingenti capitali possa utilizzarli per sviluppare tecnologie che aumentino il divario con la parte più povera del mondo sarà fondamentale per una crescita sostenibile e felice della nostra società.

Tornando all’intelligenza artificiale, io credo fermamente che abbia il potenziale per cambiare profondamente il nostro modo di interfacciarci con molti oggetti di uso comune (pensiamo solamente agli assistenti presenti sui nostri smartphone come Siri) e per aiutarci ad eseguire il nostro lavoro in modo più efficiente ed efficace. Per fare questo però, è necessario pensare e sviluppare l’AI come un supporto all’essere umano e non come un potenziale sostituto. Se l’idea di sviluppo dell’AI che abbiamo è quella di un sostituto a basso costo rispetto ai lavoratori umani, allora credo che i problemi che questa porterà alla nostra società saranno decisamente superiori ai benefici (che saranno goduti solo da pochissimi, sempre meno anche rispetto ad oggi).

Se la svilupperemo nel modo corretto, penso che non solo l’intelligenza artificiale non distruggerà milioni di posti di lavoro ma, al contrario, contribuirà a crearne (o a trasformare molti degli attuali) in gran numero. Ci permetterà di eseguire meglio e con meno sforzo le attività che quotidianamente siamo chiamati a svolgere e ci permetterà di svolgerne di nuove che oggi non riusciamo neanche ad immaginare. Tutto questo senza pensare alle possibili utili applicazioni in campi dove la domanda di servizi è nettamente maggiore dell’offerta. È notizia di poco tempo fa che, entro pochi anni, i medici di base saranno in numero decisamente scarso rispetto alle esigenze delle famiglie italiane. In uno scenario come questo, avere sistemi che aiutino i medici nella gestione delle attività a basso valore aggiunto permettendogli di concentrarsi sulle attività a più alto valore aggiunto è fondamentale per permettere al sistema di funzionare e garantirci la qualità di vita a cui tutti aspiriamo.

In definitiva, spero che quanto prima le istituzioni si pongano e affrontino il tema della regolamentazione nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, così da permetterci di limitarne i rischi e godere dei potenziali enormi benefici, aiutandoci a sviluppare un’intelligenza artificiale etica e sostenibile che lavori fianco a fianco con l’uomo e che non abbia l’obiettivo di esserne il suo sostituto a basso costo.

Media often misrepresent what is actually said. The real risk with AI isn’t malice but competence. A superintelligent AI will be extremely good at accomplishing its goals, and if those goals aren’t aligned with ours, we’re in trouble. You’re probably not an evil ant-hater who steps on ants out of malice, but if you’re in charge of a hydroelectric green energy project and there’s an anthill in the region to be flooded, too bad for the ants. Let’s not place humanity in the position of those ants. Please encourage your students to think not only about how to create AI, but also about how to ensure its beneficial use(risposta di Stephen Hawking durante una sessione di Q&A su Reddit)

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