Analisi

Intelligenza artificiale generativa: per Goldman Sachs può far crescere il Pil globale del 7%

I risultati di un recente rapporto di Goldman Sachs accendono i riflettori sulle ripercussioni che le più avanzate soluzioni di AI generativa potrebbero avere sull’occupazione e l’economia globali. Tra i settori più colpiti, quello legale e amministrativo. Hong Kong, Israele, Giappone, Svezia, Stati Uniti e Regno Unito sono i Paesi che saranno maggiormente influenzati

Pubblicato il 17 Apr 2023

Federica Maria Rita Livelli

Business Continuity & Risk Management Consultant//BCI Cyber Resilience Committee Member/CLUSIT Scientific Committee Member/BeDisruptive Training Center Director/ENIA - Comitato Scientifico

Ufficio commercialista

Un recente rapporto di Goldman Sachs solleva interrogativi su come la rapida accelerazione della tecnologia dell’intelligenza artificiale (AI) generativa potrebbe avere un impatto sia sul lavoro sia sulla crescita economica globale. Mentre potrebbe mettere a rischio 300mln di posti di lavoro, potrebbe far crescere il Pil globale del 7% entro 10 anni.

Rapporto Goldman Sachs – ”The Potentially Large Effects of Artificial Intelligence on Economic Growth”

Secondo il rapporto, pubblicato a fine marzo 2023, le scoperte in ambito di AI generativa hanno il potenziale di apportare cambiamenti radicali all’economia globale.

Secondo gli analisti di Goldman Sachs, nonostante l’effettiva incertezza sul potenziale dell’AI generativa, la sua capacità sia di generare contenuti difficilmente distinguibili da quanto “creato” dall’uomo, sia di abbattere le barriere di comunicazione tra esseri umani e macchine, costituisce un importante progresso con ricadute macroeconomiche considerevoli.

Inoltre, si ritiene che il proliferare di sistemi di AI potrebbe avere anche un impatto importante sui mercati del lavoro a livello globale.

AI generativa: la forza lavoro degli Stati Uniti e dell’Europa rischia di essere sconvolta

Secondo quanto si evince dal rapporto di Goldman Sachs, se l’AI generativa sarà all’altezza del suo clamore, la forza lavoro negli Stati Uniti e in Europa rischia di essere sconvolta: 300 milioni di posti di lavoro potrebbero essere persi o ridotti da questa tecnologia in rapida crescita.

Le stime dei ricercatori suggeriscono che il 18% del lavoro a livello globale potrebbe essere automatizzato dall’AI, interessando maggiormente i mercati dei Paesi sviluppati rispetto a quelli dei Paesi emergenti. In particolare, negli Stati Uniti, circa i due terzi dei posti di lavoro sono esposti a un certo grado di automazione dell’AI e la maggior parte dei lavori con una percentuale di carico di lavoro condiviso dal 25% al 50% potrebbe essere sostituito dalla tecnologia.

L’AI ha in parte colpito i colletti bianchi che sono considerati più a rischio rispetto ai lavoratori che svolgono lavori manuali. Pertanto, si ritiene che il maggior impatto interesserà le persone che svolgono attività amministrative, prevedendo che il 46% delle attività in questo ambiente sarà automatizzato con l’IA. Anche il 44% dei posti di lavoro nel settore legale non sarà immune ai cambiamenti. Altri settori fortemente interessati saranno l’architettura e l’ingegneria (37%), le operazioni finanziarie aziendali (35%), i servizi sociali e di comunità (33%) e il management (32%).

Per quanto riguarda il settore dell’arte, design, intrattenimento, sport, media, l’AI sostituirà il 27% dei lavoratori. Mentre solo il 6% dei posti di lavoro andrà perso nel settore delle costruzioni e solo il 4% nel settore della manutenzione.

goldman sachs AI generativa

Hong Kong, Israele, Giappone, Svezia, Stati Uniti e Regno Unito – in ordine decrescente – sono i Paesi che saranno maggiormente impattati.

goldman sachs Ai generativa

Tuttavia, gli analisti sono ottimisti in quanto, storicamente, l’innovazione tecnologica – che inizialmente sostituisce i lavoratori – ha favorito anche una crescita dell’occupazione nel lungo periodo. Si prevede, pertanto, che la maggior parte dei lavori sarà ”integrata piuttosto che sostituita”, i.e. un aspetto che le principali aziende di automazione affermano da anni.

Goldman Sachs: l’AI generativa e gli impatti macroeconomici

Il report sottolinea come la grande quota di occupazione esposta all’automazione dall’AI generativa sia destinata ad aumentare la produttività del lavoro che, a sua volta, contribuirà a incrementare significativamente la produzione globale. Ci sono due canali principali attraverso i quali l’automazione basata sull’AI potrebbe aumentare il PIL globale. Vediamo come.

In primo luogo, la maggior parte dei lavoratori impiegati in occupazioni che sono parzialmente esposte all’automazione dell’AI, probabilmente, dedicheranno almeno una parte della loro capacità liberata verso attività produttive che aumenteranno la produzione. Secondo alcuni studi accademici, i lavoratori delle aziende che adottano precocemente l’AI sperimentano una maggiore crescita della produttività del lavoro, con stime che generalmente implicano un aumento di 2-3 punti percentuali all’anno (vedere figura sotto).

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Inoltre, gli analisti prevedono che molti lavoratori che sono stati sostituiti dall’automazione dell’AI finiranno per essere reimpiegati e quindi contribuiranno ad aumentare la produzione totale in nuove professionalità che emergono direttamente dall’adozione dell’AI o in risposta al più alto livello di domanda aggregata e di lavoro generata dall’aumento della produttività dei lavoratori non reimpiegati.

Ancora, gli analisti sostengono che l’adozione dell’AI potrebbe stimolare la crescita annuale della produttività globale – per i paesi analizzati e riportati nella figura sotto – di 1,4 punti percentuali su un periodo di 10 anni, anche se – probabilmente – ci si aspetta un impatto più ritardato nelle economie emergenti.

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Dal report si evince che il progressivo affermarsi degli strumenti che utilizzano i progressi nell’elaborazione del linguaggio naturale nelle imprese e nella società potrebbe determinare un aumento del 7% (pari a quasi 7 trilioni di dollari) del PIL globale oltre ad aumentare la crescita della produttività di 1,5 punti percentuali entro 10 anni.

I rischi principali legati all’ampia adozione dell’AI

Considerando che, come detto, l’AI è sempre più impiegata in vari ambiti, è necessaria un’azione immediata da parte di tutti i governi per gestire adeguatamente la transizione che essa comporta.

È doveroso ricordare che i due rischi principali dell’ampia adozione della tecnologia dell’AI sono legati alla stabilità e all’affidabilità della tecnologia stessa e alla sua integrità.

Per quanto riguarda il primo problema, una quantità crescente di processi critici è destinata a essere gestita direttamente dai sistemi di AI. Pertanto, si dovrà intervenire per assicurarne l’affidabilità a livello sistemico, considerando che qualsiasi interruzione della funzionalità della tecnologia, anche minore, avrà il potenziale di impattare in modo considerevole sull’economia, sulla sua continuità e sulla resilienza, senza dimenticare le possibili minacce alla sicurezza delle persone e di intere comunità.

Il secondo aspetto è legato al modo in cui tali tecnologie vengono progettate e al rischio che si possano creare distorsioni nel flusso di informazioni oltre che manipolare l’output e persino il ”comportamento” della tecnologia.

Inoltre, i suddetti rischi devono anche essere contestualizzati in un mondo in cui la capacità di creare e incorporare tale tecnologia non ha eguali. Tale contesto non solo mostra chiaramente che l’AI ha il potenziale per aumentare la disparità tra le principali economie e il resto del mondo, ma evidenzia altresì il rischio che, anche all’interno delle principali economie, le aziende possano affrettarsi a adottare la tecnologia AI per essere in prima linea rispetto ai loro concorrenti, esacerbando così la probabilità di gravi impatti negativi.

Pertanto, i temi della governance, dell’audit, dei controlli sono fondamentali e il quadro normativo dovrà necessariamente tenerne conto.

Conclusioni

In termini filosofici ed etici è doveroso domandarsi altresì quanto gli esseri umani diventeranno dipendenti da una tecnologia così potente, ma non strettamente dal punto di vista della produzione economica, piuttosto legato alla capacità stessa degli esseri umani a continuare a creare contenuti e applicazioni, il che potrebbe creare conseguenze imprevedibili e persino limitare la capacità dell’AI.

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