L’adozione dell’intelligenza artificiale negli ambienti di lavoro sta trasformando radicalmente il modo in cui le aziende operano, aumentando l’efficienza, migliorando la produttività e aprendo nuove possibilità di innovazione. Automatizzando attività ripetitive, l’AI permette ai professionisti di concentrarsi su compiti strategici e creativi, potenziando così il valore del capitale umano e promuovendo una cultura aziendale orientata al futuro.
Allo stesso tempo, però, pone i datori di lavoro di fronte a nuove sfide significative anche in termini di conformità, trovandosi così nella posizione di garantire l’uso etico e regolamentato delle tecnologie AI, proteggendo la privacy, evitando bias e assicurando che l’automazione rispetti le normative, senza compromettere sicurezza e trasparenza. Sebbene l’uso dell’AI generativa stia aumentando all’interno dei comparti delle risorse umane e degli altri ambiti aziendali, anche se vi sono segnali di importanti progressi, molte organizzazioni non hanno ancora implementato politiche che ne regolamentino l’utilizzo.
I problemi con l’uso non autorizzato dell’AI generativa da parte dei dipendenti
Un assunto convalidato dai dati che emergono dal report annuale European Employer Survey Report curato da Littler, il più grande studio al mondo specializzato in diritto del lavoro: meno di un terzo degli intervistati (29%) dichiara di avere già una politica consolidata sull’uso dell’AI generativa per scopi lavorativi. E se questa percentuale potrebbe presto aumentare – il 24% afferma di essere attualmente al lavoro su tali politiche – la creazione di regolamenti ponderati ed efficaci richiede tempo, e si nota che quasi la metà (47%) non ha ancora avviato iniziative in tal senso.
In assenza di una politica o in violazione di quelle esistenti, le aziende si trovano ad affrontare problemi con l’uso non autorizzato dell’AI generativa da parte dei dipendenti. Dal report si evince inoltre che solo il 53% degli intervistati è certo che i dipendenti non stiano utilizzando impropriamente strumenti di AI generativa a scopi professionali mentre un quarto è sicuro che invece ci siano violazioni delle politiche aziendali. Preoccupante è il fatto che circa uno su cinque non ne è sicuro, evidenziando una mancanza di controllo sull’uso dell’AI all’interno delle organizzazioni.
L’uso dell’AI generativa è un’area particolarmente complessa da gestire, dato quanto facilmente (e con frequenza crescente) i dipendenti possono avvalersi di questi strumenti. Nonostante la difficoltà nel tenere traccia dell’uso da parte dei dipendenti, una visione chiara è essenziale.
Il fatto di non sapere come e quando viene utilizzata l’AI generativa espone le organizzazioni a numerosi rischi, inclusi quelli legati alla sicurezza informatica, alla proprietà intellettuale e alla protezione dei dati – oltre a possibili gravi conseguenze finanziarie, legali e reputazionali.
Mitigare i rischi e ottenere il massimo valore dalla tecnologia
“Con l’estensione dell’uso dell’AI generativa ai diversi comparti aziendali europei, diventa essenziale sviluppare politiche chiare e ponderate per mitigare i rischi e ottenere il massimo valore dalla tecnologia. Tuttavia, non esiste un approccio unico per la definizione delle politiche sull’AI, e le policy più efficaci saranno quelle adattate agli obiettivi aziendali più ampi, alla tolleranza al rischio e ai casi d’uso previsti di ogni singola organizzazione. E i nuovi dati confermano una maggiore consapevolezza dell’importanza di tale attenzione e di un allineamento interno per progettare politiche che siano utili e supportino il monitoraggio di questa tecnologia nuova e pervasiva.”
In questo senso, le grandi aziende hanno una probabilità leggermente maggiore di avere una politica sull’AI generativa (33%), anche se la maggioranza (54%), ancora oggi, sta considerando o lavorando su tali politiche.
AI generativa e AI predittiva
Andando più nello specifico, lo studio entra nel merito dell’uso sia di AI generativa sia di AI tradizionale/predittiva. Con la continua evoluzione delle tecnologie di AI generativa e predittiva e la disponibilità di un maggior numero di strumenti specifici per le risorse umane, la maggior parte dei datori di lavoro europei (72%) dichiara di utilizzare l’AI in almeno una funzione HR. Le grandi aziende intervistate sono leggermente più avanti, con un tasso di adozione del 79%, un aumento significativo rispetto allo stesso sondaggio del 2023, in cui il 61% dichiarava di utilizzare strumenti di AI predittiva e il 59% di usare l’AI generativa.
Nonostante i numerosi vantaggi, l’utilizzo dell’AI per le risorse umane e l’acquisizione di talenti presenta sfide per i datori di lavoro, a causa del coinvolgimento di informazioni personali sensibili come documenti sanitari o dati bancari. Per questo motivo, l’87% esprime preoccupazioni per la conformità con le leggi sulla protezione dei dati e sulla sicurezza delle informazioni, come il GDPR.
I datori di lavoro dovranno anche prepararsi a rispettare l’AI Act dell’UE, entrato in vigore ad agosto 2024. La maggior parte delle disposizioni entrerà in vigore dal 2 agosto 2026, mentre il divieto di sistemi di AI ad alto rischio inizierà il 2 febbraio 2025, e gli obblighi per i sistemi ad alto rischio si applicheranno dal 2 agosto 2027.
In attesa di maggiore chiarezza sull’ambito degli obblighi derivanti dall’AI Act dell’UE, i datori di lavoro possono già ora gettare le basi, soprattutto vista la pesante sanzione per la non conformità: le multe possono arrivare fino a 35 milioni di euro o al 7% del fatturato annuo globale dell’azienda nell’anno finanziario precedente.
European Employer Survey Report 2024
La settima edizione del report annuale European Employer Survey Report si basa sulle risposte di quasi 630 dirigenti delle risorse umane (HR), leader aziendali e in-house lawyers provenienti da tutta Europa, il 57% dei quali occupa posizioni apicali all’interno delle proprie organizzazioni.
L’indagine restituisce una fotografia di come i datori di lavoro stiano affrontando una serie di questioni cruciali, dagli esiti delle elezioni nazionali alla rapida adozione dell’intelligenza artificiale nei luoghi di lavoro, fino alla crescente pressione nei confronti delle iniziative ambientali, sociali e di governance (ESG) e alle nuove sfide in termini di conformità.