Una recente analisi del consorzio AI-Enabled ICT Workforce – composto da nove aziende leader a livello globale (tra cui Cisco, Google, IBM, Intel, Microsoft, SAP) – ha rivelato che oltre il 91,5% dei 47 ruoli ICT esaminati dovrebbe subire un’elevata o moderata trasformazione a causa dei progressi dell’AI. Questa profonda influenza sottolinea l’urgente necessità di un esame approfondito dell’impatto dell’AI sui ruoli ICT, sulle competenze richieste e sulla preparazione della forza lavoro attuale per adattarsi a questo cambiamento.
Secondo un rapporto del Fondo Monetario Internazionale (FMI) del 2024, circa il 40% dei lavori globali è suscettibile di cambiamenti indotti dall’AI. Questo dato evidenzia la necessità di un intervento coordinato per riqualificare e formare nuovamente la forza lavoro, garantendo che tutti i lavoratori possano partecipare e beneficiare dell’economia guidata dall’AI. L’impatto dell’AI non si limita ai lavori manuali e ripetitivi, ma si estende ai ruoli che richiedono abilità cognitive avanzate, come quelli nel settore ICT.
Secondo un rapporto IBM del 2024, l’87% dei manager si aspetta che i ruoli lavorativi siano potenziati, piuttosto che sostituiti, dall’AI generativa (IBM, 2024). Allo stesso tempo, uno studio Microsoft ha rilevato che la domanda di talenti tecnici in ambito IA è aumentata del 323% in otto anni (Microsoft e LinkedIn, 2024).
“L’intelligenza artificiale è un’opportunità mai vista prima, per far sì che la tecnologia offra in ogni senso beneficio all’umanità; quindi, dobbiamo agire per fare in modo che nessuno resti indietro”, commenta Francine Katsoudas, Chief People, Policy & Purpose Officer di Cisco e membro fondatore dell’iniziativa AI-Enabled ICT Workforce Consortium. “Le aziende del consorzio hanno deciso di assumersi collettivamente la responsabilità di offrire formazione e aggiornamento delle competenze a 95 milioni di persone nei prossimi 10 anni. Investire in un percorso a lungo termine permette di creare una forza lavoro inclusiva consentendo a tutti di partecipare e di avere successo nell’era dell’AI”.
Nuove competenze richieste dall’avvento dell’AI
Lo studio del consorzio AI-Enabled ICT Workforce ha evidenziato le dieci principali competenze tecniche che dovrebbero aumentare di rilevanza a causa dell’impatto dell’AI. Il 100% dei ruoli ICT analizzati sottolinea la crescente importanza dell’etica dell’IA e delle pratiche di AI responsabile. Inoltre, il 100% dei ruoli richiederà alfabetizzazione in ambito AI, ovvero la capacità di comprendere e applicare criticamente le tecnologie di AI. Il 66% dei ruoli ICT dovrebbe richiedere competenze di “prompt engineering”, fondamentali per interagire efficacemente con i modelli di AI e ottenere output mirati.
Altre competenze tecniche in ascesa includono l’architettura dei grandi modelli linguistici (LLM) per il 20% dei ruoli, le metodologie agili per il 20% e l’analisi dei dati per l’11%. Competenze come apprendimento automatico, retrieval augmented generation e TensorFlow dovrebbero aumentare di rilevanza rispettivamente per l’11%, l’11% e il 9% dei ruoli ICT analizzati. Questi dati evidenziano la necessità di investire in programmi di formazione per sviluppare queste nuove competenze richieste dall’IA, garantendo che la forza lavoro ICT sia pronta ad affrontare le sfide e le opportunità offerte da questa rivoluzione tecnologica.
Abilità in crescita e abilità in declino
Mentre alcune competenze stanno guadagnando importanza, altre stanno perdendo rilevanza a causa dell’automazione e dell’avanzamento dell’AI. Lo studio ha identificato le dieci principali competenze tecniche che dovrebbero diminuire di rilevanza. Il 31% dei ruoli ICT indica una ridotta necessità di programmazione di base e conoscenza dei linguaggi, segnalando uno spostamento verso competenze di sviluppo di AI di livello superiore come l’apprendimento automatico e l’elaborazione del linguaggio naturale.
Altre competenze che potrebbero diminuire di importanza includono la creazione di contenuti (18% dei ruoli), la gestione dei dati (18%), la ricerca di informazioni (16%), la manutenzione della documentazione (13%), SQL (7%), la gestione manuale di XML (7%), gli script Perl manuali (7%), software di integrazione (4%) e l’analisi manuale di malware (4%).
Questo cambiamento riflette l’automazione di molte attività di routine e la necessità di concentrarsi su competenze più strategiche e analitiche per massimizzare il potenziale dell’AI.
Percorsi formativi per affrontare la sfida dell’AI
Per affrontare l’impatto trasformativo dell’AI sui ruoli ICT, è fondamentale investire in percorsi formativi mirati. Lo studio del consorzio ha identificato tre competenze fondamentali che dovrebbero essere integrate nei programmi di formazione per la maggior parte dei 47 ruoli ICT analizzati: alfabetizzazione in ambito AI, fondamenti dei dati e “prompt engineering”.
L’alfabetizzazione in ambito AI è essenziale per comprendere criticamente e utilizzare in modo responsabile gli strumenti di AI. I fondamenti dei dati, che includono principi e tecniche di data science, classificazione dei dati, analisi di base e storytelling con i dati, sono cruciali per lavorare efficacemente con grandi quantità di informazioni. Il “prompt engineering”, ovvero la capacità di interagire con i sistemi di AI attraverso prompt mirati, è fondamentale per sfruttare appieno il potenziale di questi strumenti.
Oltre a queste competenze trasversali, lo studio ha identificato percorsi formativi specifici per ciascun ruolo ICT. Ad esempio, per gli sviluppatori di software sono raccomandati corsi come “Machine Learning with Python Foundations”, “AI Security Nuggets”, “Python for Data Science”, “AI & Development” e “Training Neural Networks in Python”.
Per i professionisti della cybersecurity, invece, sono consigliati corsi come “AI for Cyber Defense” e “AI/ML for Cybersecurity”. Questi percorsi formativi mirati mirano a preparare la forza lavoro ICT alle sfide e alle opportunità offerte dall’AI.
Strategie aziendali per l’upskilling della forza lavoro
Per affrontare le sfide poste dall’AI, le aziende devono adottare strategie proattive per l’upskilling della loro forza lavoro. Secondo il rapporto del World Economic Forum “Future of Jobs” del 2023, nei prossimi cinque anni si prevede che 83 milioni di posti di lavoro andranno persi e 69 milioni ne saranno creati, con una ristrutturazione del mercato del lavoro pari al 23% dei 673 milioni di posti di lavoro analizzati.
Le aziende devono investire in programmi di formazione completi che coprano sia le competenze tecniche legate all’AI, sia le soft skill cruciali come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e la comunicazione efficace. Inoltre, è fondamentale promuovere una cultura di apprendimento continuo, incoraggiando i dipendenti a rimanere aggiornati sugli sviluppi dell’AI e a cercare opportunità di crescita professionale.
Le partnership tra aziende, istituzioni accademiche e governi possono svolgere un ruolo chiave nel facilitare l’upskilling della forza lavoro ICT. Queste collaborazioni possono portare allo sviluppo di curricula aggiornati, programmi di certificazione e opportunità di formazione pratica, garantendo che i lavoratori acquisiscano le competenze necessarie per prosperare nell’era dell’AI.
Il futuro dei ruoli ICT nell’era dell’AI
Secondo un rapporto di Gartner, entro il 2028, tre quarti degli sviluppatori software aziendali sfrutteranno il potenziale degli assistenti di codifica basati sull’AI, rispetto a solo uno su dieci nel 2023.
Questo cambiamento richiederà una transizione da ruoli incentrati sulla scrittura di codice a ruoli più strategici e orientati alla risoluzione di problemi complessi. Gli sviluppatori dovranno concentrarsi sulla comprensione dei requisiti aziendali, sull’architettura dei sistemi e sull’integrazione delle soluzioni di AI, mentre l’automazione gestirà molte attività di routine.
Allo stesso modo, i ruoli legati alla cybersecurity evolveranno verso un maggiore utilizzo dell’AI per la rilevazione delle minacce, l’analisi delle vulnerabilità e la risposta agli incidenti. Tuttavia, l’intervento umano rimarrà cruciale per la supervisione, la valutazione dei rischi e la gestione delle situazioni complesse.
In generale, i ruoli ICT si concentreranno sempre più sulle competenze di problem-solving, pensiero critico, comunicazione efficace e collaborazione con i sistemi di AI. La capacità di comprendere le capacità e i limiti dell’AI, di interpretare i risultati generati dall’AI e di prendere decisioni informate sarà fondamentale per il successo dei professionisti ICT nell’era dell’AI.
Collaborazione uomo-macchina nei team ICT
L’integrazione dell’AI nei team ICT richiederà una stretta collaborazione tra esseri umani e macchine. Questa collaborazione può portare a risultati più efficienti, innovativi e di alta qualità, ma richiede anche una gestione attenta e una chiara definizione dei ruoli e delle responsabilità.
I team ICT dovranno sviluppare una comprensione approfondita delle capacità e dei limiti dei sistemi di AI, imparando a sfruttare al meglio le loro potenzialità e a compensarne le carenze. Ad esempio, mentre l’AI può eccellere nell’analisi di grandi quantità di dati e nell’identificazione di modelli e anomalie, gli esseri umani possono apportare intuizioni contestuali, pensiero critico e capacità di problem-solving.
La collaborazione efficace richiederà anche lo sviluppo di nuove competenze e processi di lavoro. I team dovranno imparare a comunicare in modo chiaro e preciso con i sistemi di AI, a interpretare e valutare criticamente i loro output e a integrarli in modo appropriato nei processi decisionali e operativi.
Inoltre, sarà fondamentale affrontare le questioni etiche e di responsabilità legate all’utilizzo dell’AI nei team ICT. I team dovranno sviluppare linee guida e protocolli per garantire l’utilizzo responsabile e trasparente dell’AI, evitando pregiudizi e discriminazioni e proteggendo la privacy e la sicurezza dei dati.
Etica e responsabilità nell’utilizzo dell’AI nell’ICT
L’integrazione dell’AI nei ruoli ICT solleva importanti questioni etiche e di responsabilità. Secondo lo studio del consorzio, il 100% dei ruoli ICT analizzati sottolinea la necessità di considerare l’etica dell’AI e le pratiche di AI responsabile.
L’utilizzo dell’AI può portare a pregiudizi e discriminazioni se non viene gestito correttamente. Ad esempio, i sistemi di AI addestrati su dati distorti o incompleti possono produrre risultati distorti o discriminatori. È fondamentale garantire che i dati utilizzati per addestrare i sistemi di AI siano equi, inclusivi e rappresentativi di diverse popolazioni.
Inoltre, l’utilizzo dell’AI solleva questioni di privacy e sicurezza dei dati. I sistemi di AI spesso richiedono l’elaborazione di grandi quantità di dati, alcuni dei quali potrebbero essere sensibili o personali. È essenziale implementare misure di sicurezza robuste e rispettare le normative sulla privacy per proteggere i dati degli individui.
Un’altra preoccupazione riguarda la responsabilità e la trasparenza dei sistemi di AI. Poiché questi sistemi possono prendere decisioni autonome, è importante garantire che le loro azioni siano tracciabili, spiegabili e soggette a supervisione umana.
Per affrontare queste sfide etiche, le aziende e i professionisti ICT dovranno sviluppare quadri normativi e linee guida per l’utilizzo responsabile dell’AI. Inoltre, sarà fondamentale investire nella formazione e nell’educazione per garantire che tutti i lavoratori ICT comprendano le implicazioni etiche dell’AI e siano in grado di prendere decisioni informate e responsabili.
Il report completo è disponibile qui. Può essere consultato considerando i profili professionali di interesse – dal business analyst ai data scientist, dall’IT manager allo specialista di information security – che sono stati organizzati in sette “famiglie”: management e amministrazione generale; cybersecurity; scienza dei dati; progettazione e user experience; infrastrutture e operatività; sviluppo software; test e controllo qualità.