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L’AI generativa per favorire nuove forme d’invecchiamento attivo



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L’intelligenza artificiale generativa ottiene risultati migliori e sostituisce l’intelligenza umana in un numero sempre maggiore di contesti assistenziali. Ma l’uso di queste tecnologie solleva questioni etiche e sociali importanti, come la privacy dei dati

Pubblicato il 31 lug 2024

Maria Adelaide Gallina

professoressa associata in Sociologia generale Dipartimento di Filosofia e Scienze dell’Educazione – Università degli Studi di Torino



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Nell’ambito socio-assistenziale, un’importante sfida sarà sempre più quella di innovare le diverse figure professionali anche con competenze relative all’uso dell’intelligenza artificiale generativa per creare uno “spazio dati” relativo anche alle dimensioni della salute, tenuto conto del progressivo invecchiamento della popolazione. Tale processo è attualmente uno degli eventi più rilevanti nei paesi industrializzati ed è inteso non solo come assenza di malattia, ma come percorso grazie al quale è possibile mantenere una vita autonoma e indipendente attraverso l’interazione di molteplici fattori individuali e ambientali (ad esempio il titolo di studio, le risorse economiche o lo stile di vita).

A questo proposito l’impatto che le intelligenze artificiali avranno sui soggetti anziani sarà sempre più promettente per soddisfare quei bisogni assistenziali e personali che spesso, in situazioni di fragilità, vengono trascurati.

L’intelligenza artificiale per una comprensione dei dati

L’invecchiamento di successo, non determinato solo dalla responsabilità individuale, diventa un’occasione per ripensare i contesti sociali e ambientali che contribuiscono al benessere anche collettivo (Cappellato, Gardella Tedeschi, Mercuri, 2021). Come afferma Floridi (2022) l’intelligenza artificiale è una forza potente e una nuova forma dell’agire che deve essere orientata verso i bisogni di tutti i membri della società: può essere utilizzata per favorire innovazioni e applicazioni positive, generando in tal modo opportunità, oppure non utilizzata adeguatamente creando in tal modo rischi, poiché impiegata al di sotto del suo pieno potenziale.

In particolare, l’intelligenza artificiale generativa – progettata per sviluppare una comprensione dei dati e per dare vita a qualcosa di nuovo – ottiene regolarmente risultati migliori e sostituisce l’intelligenza umana in un numero sempre maggiore di contesti assistenziali, anche se l’uso di queste tecnologie solleva questioni etiche e sociali importanti, come la privacy dei dati. Ovviamente occorre riflettere sul processo che porta alla creazione degli algoritmi e che richiede scelte intrinsecamente politiche, culturali e sociali, considerando, come afferma Crawford (2021), che gli algoritmi non sono mai neutrali in quanto riproducono le assunzioni e le credenze di chi li progetta e sviluppa, in certo senso contengono già un’interpretazione non del tutto oggettiva.

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Il progetto S.A.R.A.H., un’evoluzione degli avatar di informazioni sanitarie basati sull’intelligenza artificiale

Nel campo di ricerca sull’invecchiamento decisivi sono gli studi condotti su grandi coorti di popolazione che monitorano per decenni lo stato di salute e i suoi determinanti, producendo così dati che si trasformano in informazioni di diverso tipo e allo stesso tempo in un potente strumento di analisi e di predizione che permette lo sviluppo di una medicina della longevità (Memini, 2023). Inoltre, l’accelerazione tecnologica, caratterizzata dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale generativa, utilizza “modelli base” che contengono reti neurali artificiali espansive, ispirate ai miliardi di neuroni collegati al cervello umano.

Questi modelli base possono facilitare diversi ambiti che riguardano differenti dimensioni della cura: da quella sanitaria-riabilitativa, al sostegno emotivo, alla socialità, alla prevenzione del declino emotivo.

Per esempio, l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha predisposto un prototipo digitale alimentato dall’intelligenza artificiale generativa mirato alla promozione della salute utilizzando nuovi modelli linguistici. Tale prototipo denominato S.A.R.A.H. (Smart AI Resource Assistant for Health) rappresenta un’evoluzione degli avatar di informazioni sanitarie basati sull’intelligenza artificiale e ha la capacità di supportare le persone nello sviluppo di una migliore comprensione dei fattori di rischio per alcune delle principali cause di morte nel mondo (cancro, malattie cardiache, malattie polmonari e diabete), oltre che fornire indicazioni su come adottare un buon stile di vita.

Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’OMS, afferma che se il futuro della salute sarà digitale ci sarà anche una riduzione delle disuguaglianze, sostenendo così le persone ad accedere a informazioni sanitarie aggiornate e affidabili (Ota, 2024).

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Conclusioni

Le intelligenze artificiali generative, in quanto sistemi informatici complessi, saranno sempre più in grado di risolvere problemi, di relazionarsi con le persone attraverso meccanismi di imitazione del comportamento umano e di svolgere diverse attività, anche in un contesto di tipo sanitario. Se da un lato si ha a disposizione un enorme potenziale per rafforzare la salute pubblica, individuando nuovi metodi per assistere in maniera più capillare i soggetti anziani, dall’altro è bene sollevare le importanti preoccupazioni etiche, tra cui l’accesso equo, la privacy, la sicurezza, l’accuratezza e la protezione dei dati.

Sono quindi molteplici i problemi etici – sia in termini di progettazione sia di responsabilità – sollevati dall’uso delle intelligenze artificiali nella vita quotidiana, con la consapevolezza che questa trasformazione epocale può fornire straordinarie opportunità per affrontare situazioni concrete come l’invecchiamento della popolazione e le disuguaglianze sociali (Floridi, 2022).

Riferimenti bibliografici

Cappellato V., Gardella Tedeschi B., Mercuri E. (2021), Anziani. Diritti, bisogni, prospettive. Un’indagine sociologica e giuridica, Bologna, Il Mulino.

Crawford, Kate (2021), Né intelligente né artificiale, Bologna Il Mulino.

Floridi L. (2022), Etica dell’intelligenza artificiale, Milano, Raffaello Cortina Editore.

Menimi F. (2023), Intelligenza artificiale e ageismo: un framework di ricerca, ultima consultazione 31 maggio 2024.

Osservatorio Terapie Avanzate (OTA)(2024), Piacere, Sarah: l’OMS lancia una nuova promoter di salute digitale, ultima consultazione 31 maggio 2024.

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