ANALISI

L’AI nel settore giuridico, cosa sta cambiando



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L’applicazione nel campo legale offre strumenti che migliorano l’efficienza e la precisione delle attività quotidiane di studi e aziende, principalmente per snellire le procedure burocratiche che da sempre caratterizzano questo settore e, parallelamente, per supportare il lavoro dei professionisti nel garantire un’elevata qualità dei servizi

Pubblicato il 2 gen 2025

Martina Domenicali

CSO e co-founder Lexroom.ai



intelligenza artificiale avvocato

Negli ultimi anni l’industria legale non ha conosciuto grandi innovazioni, essendo sempre stata tradizionalmente resistente all’adozione della tecnologia e, inoltre, non è mai stato un settore particolarmente attrattivo per gli investimenti delle startup. La motivazione risiede nel fatto che il professionista legale è spesso restio alla digitalizzazione e al cambiamento della propria impostazione lavorativa, intimorito dal fatto che la tecnologia possa un giorno andare a sostituire la sua figura.

Oggi, il settore legale è molto più ricettivo al cambiamento e anche i professionisti vogliono farne parte, con più del 58% di avvocati (VII Rapporto Censis sull’avvocatura) che vede proprio nella tecnologia un’opportunità di miglioramento anziché una minaccia.

L’applicazione dell’intelligenza artificiale nel campo legale offre strumenti che migliorano l’efficienza e la precisione delle attività quotidiane di studi e aziende, principalmente per snellire le procedure burocratiche che da sempre caratterizzano questo settore e, parallelamente, per supportare il lavoro dei professionisti nel garantire un’elevata qualità dei propri servizi.

I Large Language Models negli studi legali

Nello specifico, l’intera industria legale si basa essenzialmente su un lavoro testuale e di ragionamento: a partire dai materiali di studio per gli studenti, passando per i contratti fino ad arrivare agli atti e sentenze, gli input e gli output del lavoro sono infatti testuali; introducendo i LLMs (Large Language Models), grandi quantità di testo ora possono essere processati in pochissimo tempo. Ma non è tutto oro quello che luccica: infatti i LLM generici hanno ancora evidenti problemi pratici.

Uno di questi è costituito dalle “allucinazioni” (casi in cui il modello formula risposte sensate ma fattualmente errate).

In questo contesto è importante sottolineare come sia fondamentale il ruolo delle startup di intelligenza artificiale specializzate per questo settore, aziende in grado di sviluppare e fornire al mercato prodotti AI non solo “intelligenti”, ma anche affidabili. Per arginare queste allucinazioni, è necessario costruire una base dati attendibile, specializzata, che abbia al suo interno solo fonti giuridiche controllate e mantenute sempre aggiornate.

I tool creati con la stretta collaborazione dei professionisti contengono la normativa, la giurisprudenza di riferimento e le prassi di settore e integrano

Un modello come Lexroom.ai non ricava le informazioni da ciò che trova indicizzato sul web, ma attinge unicamente da una base dati specifica costruita con studi legali di prima linea, corredata solo da fonti autorevoli mantenute aggiornate. Per esempio, dalla collaborazione con lo Studio Gatti Pavesi Bianchi Ludovici e lo Studio Ichino Brugnatelli e Associati abbiamo sviluppato, rispettivamente, un modulo ad hoc per il diritto societario e uno per il diritto del lavoro.

I tool, creati con la stretta collaborazione dei loro professionisti, contengono la normativa, la giurisprudenza di riferimento e le prassi di settore e integrano, ad uso esclusivo dello studio, tutto il materiale rilevante prodotto dallo stesso.

La piattaforma consente quindi ai professionisti di generare un semilavorato di parere o una risposta pragmatica citando le fonti giuridiche utilizzate che possono essere riviste e integrate. Il sistema permette inoltre di cercare su una base di dati proprietaria, così da basare le sue risposte e opinioni anche sul materiale prodotto in precedenza dal professionista.

L’introduzione dell’AI Act

Il 1° agosto 2024 è stato introdotto il nuovo Regolamento Europeo sull’Intelligenza Artificiale (AI Act) che sarà applicabile integralmente entro il 2026. Il Regolamento garantisce che le applicazioni di AI siano implementate e utilizzate in modo sicuro, etico e rispettoso dei diritti fondamentali e delle libertà individuali. Inoltre, definisce regole e limiti degli attori coinvolti in materia di AI, quindi, fornitori, distributori, rappresentanti, importatori e deployers (coloro che utilizzano sistemi di AI, assoggettati ai particolari obblighi elencati nell’art. 26 in quanto sistemi ad alto rischio) appartenenti a qualsiasi comparto economico.

Per il settore legale, strumenti come Lexroom.ai sono qualificabili come a basso rischio, quindi non sussiste un pericolo elevato per i diritti dell’utente finale. Su queste piattaforme, che assistono il professionista nella sua attività quotidiana a basso rischio, l’impatto principale dell’AI Act è l’inserimento degli oneri di trasparenza, che impongono al legale che utilizza questi strumenti di dichiarare di avvalersi di tool a intelligenza artificiale nella rendicontazione di pareri o atti; viceversa, le aziende che producono questo tipo di strumenti hanno l’obbligo di trasparenza sullo sviluppo e l’allenamento degli algoritmi.

Conclusioni

Le applicazioni dell’AI nel settore legale sono molteplici e permettono agli avvocati di focalizzarsi su compiti più strategici piuttosto che su quelli a basso valore aggiunto: per esempio, l’AI è in grado di analizzare e riassumere un contratto, confrontarlo con lo standard e con le policy interne dello studio o dell’azienda per valutare potenziali incongruenze. Inoltre, è possibile chiedere all’AI di individuare i punti negoziali e di farsi aiutare a impostare la strategia che si intende seguire.

E ancora, nel contenzioso civile o penale l’AI entra in gioco nella formattazione degli atti, secondo standard definiti, nella ricostruzione dei fatti per renderli il più chiari possibile e nella ricerca di giurisprudenza e normativa di riferimento.

L’intelligenza artificiale sta trasformando il settore legale, sollevando anche sfide etiche, come la sicurezza dei dati sensibili e la responsabilità nel caso di errori. Solo attraverso l’equilibrio tra innovazione e regolamentazione i vantaggi dell’AI possono essere accompagnati da responsabilità e trasparenza, per questo abbiamo sviluppato il prodotto con in mente un principio: l’affidabilità. Il futuro, dunque, promette non solo una pratica legale più efficiente, ma anche un accesso alla giustizia più ampio.

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