- Negli ultimi cinque decenni, l’intelligenza artificiale ha rivoluzionato la composizione musicale con una varietà di tecniche, dalle regole e modelli stocastici degli anni Cinquanta alle reti neurali ricorrenti e deep learning contemporanei.
- Dagli anni ’80 e ’90, tecniche come il logic programming sono state utilizzate per formalizzare i processi compositivi, mentre i modelli Markoviani e le reti neurali hanno dominato a cavallo del nuovo millennio. Queste tecniche hanno reso possibile la generazione di melodie, armonie e interi brani musicali, con esempi come Choral per l’armonizzazione e Magenta Studio per la produzione musicale moderna.
- La valutazione della qualità delle composizioni generate dall’AI rimane una sfida, in quanto la musica agisce su un livello emozionale e soggettivo. Le tecnologie neurali, sebbene potenti, presentano problemi di interpretabilità. Tuttavia, queste tecnologie offrono nuovi strumenti per la creatività musicale, con applicazioni che vanno dalla sonorizzazione di videogiochi alla produzione di musica personalizzata in tempo reale, suggerendo un futuro di interazione dinamica tra AI e musicisti.
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L’AI nella composizione automatica della musica, quali progressi, come si può giudicare la qualità
La composizione algoritmica nell’ultimo decennio ha compiuto un balzo in avanti grazie alle reti neurali, ormai a disposizione di tutti. Ma il suo significato al di là dei paradigmi produttivi non può essere disgiunto da un progetto artistico
Ricercatore – Dipartimento di Informatica – Università di Torino e Membro di AIxIA
Professore associato di Computer Science – Dipartimento di Informatica – Università di Torino e Membro di AIxIA.
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