Il tema inerente allo sviluppo dell’intelligenza artificiale presenta implicazioni della massima rilevanza, avendo ripercussioni nei più svariati settori, da quello economico, a quello ambientale, sanitario e sociale. Come indicato dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, “Il veloce avanzamento dell’innovazione tecnologica costituisce una preziosa opportunità per il progresso umano, con impatti significativi sul tessuto sociale, economico e culturale, che richiedono approfondite considerazioni. L’AI può essere un grande alleato per la salvaguardia del patrimonio artistico e storico italiano.
Le stime della AI in termini economici su scala mondiale
Secondo le stime di Pricewaterhouse Coopers, l’intelligenza artificiale potrebbe offrire un contributo di ben 16 miliardi di dollari al PIL mondiale entro il 2030; la Commissione Europea stima che nel 2022 in Europa ci saranno oltre 10 milioni di operatori nel settore del dato (data worker), circa 359.000 aziende orientate al dato (data companies) e che il valore dell’economia dei dati europea sarà di 739 miliardi di euro, rappresentando il 4% del GDP europeo. Per poter partecipare attivamente all’economia dei dati, anche le aziende italiane devono sviluppare delle politiche data- driven e condividere i propri dati favorendo la nascita di un mercato italiano ed europeo dei dati. Molte aziende stentano ad effettuare la transizione verso la digitalizzazione e il paradigma di Industria 4.0 per mancanza di competenze sui modelli di utilizzo dei dati o per timore verso le politiche di condivisione dei dati.
L’AI per la salvaguardia del patrimonio storico, artistico e culturale italiano
Analizzare dati da satelliti per scoprire strutture antiche nel sottosuolo, e insegnare a una macchina come fare a identificarle. Il futuro dell’archeologia all’insegna dell’intelligenza artificiale. Questo e molto altro il progetto che nasce grazie ai finanziamenti della Commissione europea per il rientro in Ue dei ricercatori e che vede la collaborazione tra l’Agenzia spaziale europea (ESA) e il Centre for Cultural Heritage Technology dell’Istituto italiano di tecnologia.
Si parte dall’insegnare alle macchine a identificare in modo automatico i depositi archeologici sepolti, fase che viene definita machine learning. In questo modo i ricercatori saranno in grado di vedere oggetti o irregolarità altrimenti impossibili da scorgere per l’occhio umano, come per esempio tracce nella vegetazione fitta, o su terreni spogli e avvallamenti. Un percorso lungo che implica il trasmettere e replicare sulle macchine i processi mentali di riconoscimento degli studiosi nelle macchine.
Dal patrimonio storico artistico alla rigenerazione urbana per le smart city
Il progetto non è rivolto solo all’archeologia, ma potrebbe essere impiegato anche in altri campi. Da programmi di urbanizzazione alla costruzione, attraverso un processo di analisi che permetta di individuare eventuali strutture archeologiche che non sono ancora state portate alla luce, dando così il via libera o meno al programma edilizio su un sito o un altro.
Studi e progetti pionieristici che con grande probabilità saranno impiegati in futuro per il controllo del territorio e per preservare i paesaggi culturali. Queste tecnologie permetteranno di salvare in modo preventivo quello che non si è ancora scoperto.
Il ruolo dei giovani innovatori e dei ricercatori per la cultura e lo sviluppo dell’AI
Importante il ruolo svolto da parte delle organizzazioni sia universitarie che economico, ma in particolare degno di nota il contributo promosso dall’ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori che, in qualità di uno dei maggiori punti di riferimento dell’innovazione e del digitale in Italia, ha presentato recentemente all’interno del suo “Manifesto per l’Innovazione, l’importanza di investire nelle innovazione tecnologico digitali a sostegno della riscoperta della cultura e dei territori, passando per la digitalizzazione del patrimonio storico del “Bel Paese” e, grazie anche ai fondi del Pnrr, rendere il percorso concreto e virtuoso attraverso un dialogo pubblico privato in cui abilitare le tecnologie abilitanti e l’intelligenza artificiale a sostegno di questo ambizioso progetto.
Storie d’impresa a sostegno della cultura
Infine, se si guarda alle startup e alle imprese innovative che tramite le nuove tecnologiche, tra AI e riconoscimento visivo e modulare, insegnano la cultura, dai più grandi ai più piccoli, come il caso della startup Monugram. L’app, lanciata da un gruppo di studenti universitari italiani, permette dal proprio smartphone, di avere tutte le informazioni. Basterà scattare una foto alla statua o alla chiesa che si ha davanti, e poi si potrà sapere la sua storia. Leggendola, in italiano e in inglese, sullo schermo, oppure ascoltandola. Una volta che il visitatore avrà avuto accesso a tutti i siti presenti in una città, l’app è pronta a regalare delle sorprese ad hoc per i perfetti viaggiatori. Ad oggi, i luoghi in cui poterla usare sono: Bologna, Catania, Firenze, Milano, Napoli, Palermo, Pisa, Roma, Siracusa, Torino, Verona e Venezia. In Europa, Budapest e Strasburgo. Per chi è in gruppo e vuole avere un cicerone tecnologico, potrà scegliere la funzione audio per ascoltare storia e aneddoti direttamente dallo smartphone.