L’AI spiegata agli umani
La nostra rubrica continua con l’analisi delle nuove misure per l’intelligenza artificiale contenute nel National Defense Authorization Act (NDAA) statunitense: la legge federale finanziaria che determina il budget e le spese della Difesa USA ma che, essendo una legge non rifiutabile, viene usata dal Congresso per inserire disposizioni di tutti i tipi, anche afferenti al mondo civile.
La forza di questa legge può essere riassunta dal suo epilogo legislativo: è stata l’unica legge dell’amministrazione Trump dove Camera e Senato hanno annullato un veto presidenziale.
Iniziamo dal titolo “LI” (per i titoli si usano i numeri romani, si intende quindi il cinquantunesimo della legge) che fa riferimento alla “Iniziativa Nazionale per l’Intelligenza Artificiale” (National Artificial Intelligence Initiative), che già dal nome lascia intendere novità importanti, ed è composto da sei sezioni numerate dalla 5101 alla 5106.
La sezione 5101 introduce l’iniziativa, che dovrà coordinare la ricerca e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale tra le agenzie civili, il Dipartimento della Difesa e le agenzie di intelligence. Scopo dell’iniziativa è dichiaratamente quello di mantenere gli Stati Uniti come Paese leader per quanto riguarda lo sviluppo dell’AI, o per usare le parole della legge:
- garantire la continuazione della leadership degli Stati Uniti nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale;
- guidare il mondo nello sviluppo e nell’uso di sistemi di intelligenza artificiale affidabili nel settore pubblico e privato;
- preparare la forza lavoro USA, presente e futura, per l’integrazione dei sistemi di intelligenza artificiale in tutti i settori dell’economia e della società;
- coordinare le attività di ricerca, sviluppo e dimostrazione dell’intelligenza artificiale in corso tra gli enti civili, il Dipartimento della Difesa e la Comunità di intelligence per garantire che ciascuno di essi informi il lavoro degli altri.
Da notare al secondo punto quel termine, affidabile, o “trustworthy” nella versione originale, che da anni è un cavallo di battaglia della Commissione Europea. Ora il termine è onnipresente anche nelle proposte di legge statunitensi.
L’istituzione del National Artificial Intelligence Initiative Office (NAIIO)
Alla sezione 5102, la legge finanziaria per la Difesa Usa istituisce l’ufficio che promuoverà l’iniziativa, ovvero il National Artificial Intelligence Initiative Office (iniziamo a familiarizzare con l’acronimo NAIIO), che sarà posto sotto l’Office of Science and Technology Policy (OSTP) della Casa Bianca. L’OSTP è quell’ufficio che si occupa generalmente di servire i presidenti Usa nello sviluppo di policy e iniziative a carattere tecnico-scientifico (il suo direttore viene comunemente definito il consigliere scientifico del presidente) quindi la sistemazione del NAIIO sotto l’OSTP rappresenta la sua collocazione ideale.
La sezione 5103 istituisce il primo organo del NAIIO, ovvero un comitato contenente rappresentanti di diverse agenzie che dovrà coordinare le attività di ricerca e sviluppo AI pubbliche e le attività di formazione e addestramento del personale del governo federale. Da questo comitato però aspettiamoci nei prossimi due anni anche un piano strategico per l’intelligenza artificiale che stabilisca obiettivi, priorità e metriche che guidino (e valutino) le varie agenzie che supportano questa iniziativa nei seguenti compiti:
- determinare e dare priorità alle aree di ricerca, sviluppo e dimostrazione dell’intelligenza artificiale che hanno richiesto investimenti federali;
- sostenere il finanziamento a lungo termine per la ricerca, lo sviluppo, la dimostrazione e la formazione interdisciplinare in ambito AI;
- sostenere la ricerca e altre attività su questioni etiche, legali, ambientali, di sicurezza, di tutela dell’ambiente, di bias e di altre questioni sociali relative all’intelligenza artificiale;
- fornire o facilitare la disponibilità di dataset curati, standardizzati, sicuri, rappresentativi, aggregati e rispettosi della privacy per scopi di ricerca e sviluppo AI;
- fornire o facilitare le necessarie infrastrutture informatiche, di networking e di dati per la ricerca e lo sviluppo dell’intelligenza artificiale;
- sostenere e coordinare le attività federali di istruzione e formazione della forza lavoro relative all’intelligenza artificiale;
- sostenere e coordinare la rete di istituti di ricerca sull’intelligenza artificiale nota come Artificial Intelligence Leadership Network, che vedremo più in avanti alla sezione 5201.
Già tale piano, che dovrà essere aggiornato almeno una volta ogni tre anni, mostra in quali direzioni si vuole spingere il legislatore americano per sostenere lo sviluppo del settore: approccio multidisciplinare, dataset puliti, formazione dei dipendenti pubblici, infrastrutture tecniche adeguate.
Il National Artificial Intelligence Advisory Committee nella legge finanziaria della Difesa Usa
Il criterio multidisciplinare viene ulteriormente rafforzato dalla sezione successiva della legge finanziaria della Difesa Usa, la 5103, che crea il secondo organo del NAIIO: il Comitato consultivo nazionale sull’intelligenza artificiale, nel testo originale “National Artificial Intelligence Advisory Committee”. Tale comitato sarà creato dal Segretario al Commercio e conterrà esponenti praticamente da tutto il sistema governativo statunitense e dalla società civile: ministeri, parlamento, agenzie di intelligence, mondo accademico, aziende di vari settori del mondo privato, organizzazioni no-profit e dei diritti civili, laboratori federali, comunità scientifica, Difesa, forze dell’ordine. Il tutto tenendo in considerazione un’equa rappresentatività culturale (diversity) e ovviamente verificando che abbiano i requisiti per offrire utile consulenza in materia.
Il comitato così costituito avrà molti compiti di consulenza e indirizzo direttamente al Presidente degli Stati Uniti, oltre ovviamente al NAIIO, di cui riassumiamo solo quelli più rilevanti:
- raccomandazioni in merito allo stato attuale della leadership degli Stati Uniti nel campo dell’intelligenza artificiale, compresi la portata e l’entità degli investimenti degli Stati Uniti nella ricerca e nello sviluppo dell’intelligenza artificiale nel contesto internazionale (in altre parole, monitorare cosa stanno facendo le altre potenze e capire se gli investimenti Usa sono sufficienti);
- lo stato tecnologico del settore nel suo complesso, compresi i progressi verso l’intelligenza artificiale generale;
- questioni relative all’intelligenza artificiale e alla forza lavoro degli Stati Uniti, intese come formazione, trasferimento tecnologico, possibilità di educare le fasce della popolazione più disagiate;
- come sfruttare le risorse dell’iniziativa per razionalizzare e migliorare le operazioni in vari settori governativi, tra cui l’assistenza sanitaria, la sicurezza informatica, le infrastrutture e il disaster recovery;
- come sono affrontate le questioni etiche, legali, di sicurezza, di protezione e altre questioni sociali appropriate;
- opportunità di cooperazione internazionale con gli alleati strategici per quanto riguarda attività di ricerca sull’intelligenza artificiale, lo sviluppo di standard e la compatibilità dei regolamenti internazionali;
- la responsabilità e i diritti legali, comprese le questioni relative alla supervisione dei sistemi di intelligenza artificiale che utilizzano approcci normativi e non normativi, la responsabilità per eventuali violazioni delle leggi esistenti da parte di un sistema di intelligenza artificiale e i modi per bilanciare l’avanzamento dell’innovazione e la protezione dei diritti individuali.
Insomma, molta carne al fuoco per il comitato, che viene ulteriormente caricato di un interessante sottocomitato, talmente importante per il legislatore Usa che ha deciso di istituirlo direttamente nella legge: il “sottocomitato su intelligenza artificiale e forze dell’ordine”.
I compiti del Comitato consultivo sull’AI
Sarà il periodo storico, ma gli Stati Uniti sono ora molto attenti alle questioni su AI e ordine pubblico. La scorsa estate molte grandi aziende tecnologiche presero le distanze dal riconoscimento facciale, considerato l’uso a volte incauto che ne facevano diverse forze di polizia locali. Ora si è deciso che il comitato multidisciplinare di esperti dovrà occuparsene, per legge, e in particolare dovrà fornire raccomandazioni su:
- i bias, compreso se l’uso del riconoscimento facciale da parte delle autorità governative (fra cui le forze dell’ordine) tenga conto di questioni etiche e se tale uso debba essere soggetto a sorveglianza, controlli e limitazioni supplementari;
- la sicurezza dei dati, compreso l’accesso ai dati da parte delle forze dell’ordine e i parametri di sicurezza per tali dati;
- l’adottabilità, compresi i metodi per consentire al governo Usa e al settore privato di sfruttare i sistemi di intelligenza artificiale per compiti di sicurezza o per l’applicazione della legge, garantendo al tempo stesso che il potenziale abuso di tali tecnologie sia sufficientemente mitigato;
- le norme legali, comprese quelle volte a garantire che l’uso dei sistemi di intelligenza artificiale sia coerente con i diritti alla privacy, i diritti e le libertà civili, nonché le questioni relative ai diritti dei disabili sollevate dall’uso di queste tecnologie.
Uno studio sull’impatto dell’AI sulla forza lavoro nella legge finanziaria della Difesa Usa
Nelle sezioni fin qui analizzate abbiamo anche potuto vedere una certa attenzione verso la formazione della forza lavoro su discipline attinenti all’intelligenza artificiale. La sezione 5105 della legge finanziaria della Difesa Usa se ne occupa in maniera specifica, chiedendo alla National Science Foundation di stipulare un contratto con il National Research Council della National Academies of Sciences, Engineering, and Medicine per condurre uno studio sull’impatto attuale e futuro dell’AI sulla forza lavoro degli Stati Uniti, in tutti i settori. Entro due anni dovrà essere presentato al Congresso un rapporto che includa i risultati e le raccomandazioni. Gli esiti di tale studio dovranno essere resi pubblici.
Il titolo LI si conclude con la sezione 5106, che istituisce la “National AI Research Resource Task Force”. Questa task force dovrà valutare la fattibilità per la creazione della National AI Research Resource, o in altre parole un cloud nazionale che metta a disposizione dei ricercatori abbastanza risorse (intese come potenza computazionale e dataset di qualità) per sviluppare i loro sistemi di intelligenza artificiale. Nel testo tale risorsa nazionale è descritta come “un sistema che fornisce a ricercatori e studenti di tutti i campi e discipline scientifiche l’accesso a risorse di calcolo, in co-locazione con dataset governativi e non governativi pubblicamente disponibili, e un ambiente di ricerca con strumenti educativi appropriati e supporto agli utenti”.
Da molti settori accademici, infatti, ci si lamenta spesso che il sistema universitario non è in grado di stare al passo con i colossi tecnologici, che hanno dalla loro imponenti risorse computazionali in grado di realizzare enormi modelli di deep learning. Si vuole creare quindi un “National Research Cloud” che dia la possibilità anche al settore pubblico e accademico di avere risorse adeguate a mantenere la ricerca in ambito AI al passo con quella delle grandi aziende private.
I finanziamenti governativi
Il titolo successivo, il LII, è fatto di una sola sezione. La 5201 riguarda un programma di finanziamenti governativi verso una rete di istituti opportunamente identificati e chiamata (con poca fantasia) la rete dei “National Artificial Intelligence Research Institutes”. Il direttore della National Science Foundation potrà creare una rete di istituti di ricerca che affrontano sfide trasversali per l’intelligenza artificiale, come l’affidabilità o la scienza fondazionale (intesa come ricerche e tecnologie che consentano o abilitino il progresso e l’applicazione dell’AI), o in alternativa che si concentrano su un particolare settore economico o sociale come la sanità, l’istruzione, l’industria manifatturiera.
Il caveat di tutto è però indicato proprio all’inizio della sezione: “con riserva della disponibilità di fondi stanziati a tale scopo”. Quindi se non si stanziano fondi specifici per questa rete, non se ne farà nulla.
Iniziative e programmi di AI
I seguenti tre titoli della legge finanziaria della Difesa Usa delineano le iniziative e i programmi di intelligenza artificiale che dovranno essere creati presso tre fondamentali istituti governativi: il Dipartimento del Commercio, la National Science Foundation e il Dipartimento dell’Energia.
Si inizia con il Dipartimento del Commercio, al titolo LIII, che espande la missione dell’importante National Institute of Standards and Technology (NIST) per includere la proposizione di framework di collaborazione, standard, linee guida per l’AI, il supporto allo sviluppo di un framework di riduzione del rischio per i sistemi di intelligenza artificiale e il supporto allo sviluppo di standard tecnici e linee guida per promuovere la creazione di sistemi AI affidabili.
Da notare che lo sviluppo di standard in ambito AI era stato uno dei temi toccati anche dalle disposizioni per il Pentagono. Gli Stati Uniti hanno compreso che per essere leader nell’intelligenza artificiale non possono perdere di vista la gestione degli standard tecnologici e il coinvolgimento diretto del NIST ne è la prova. Fra l’altro, la sezione – contrariamente a quella precedente sui National Artificial Intelligence Research Institutes – stabilisce già dei fondi che il NIST potrà usare per queste attività: la bellezza di 390 milioni di dollari spalmati su 5 anni, con 64 milioni di dollari da usare già nel 2021.
L’istituto dovrà compiere le sue attività sollecitando contributi sulla regolamentazione AI da parte di ricercatori accademici, esperti del settore privato, laboratori del settore pubblico e altri soggetti interessati, nonché di esperti esterni come scienziati sociali, avvocati ed esperti di etica tecnologica. Questo il senso della sezione successiva, la 5302, che si assicura che il NIST esegua i suoi compiti offrendo l’opportunità di un confronto pubblico su queste linee guida e sulle migliori pratiche.
La sezione successiva, la 5303, istituisce all’interno della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA), anch’essa in seno al Dipartimento del Commercio, un Centro per l’Intelligenza Artificiale. Oltre ai consueti compiti che ci si aspetta da un centro del genere, come ad esempio coordinare i progetti AI dell’istituto ed espandere le collaborazioni esterne, una delle sue priorità sarà quella di rendere “accessibili, disponibili e pronti per applicazioni di intelligenza artificiale i dati della NOAA”, ovvero i dati climatici e atmosferici. Dei dataset niente male per i ricercatori che volessero fare ricerca sul clima con modelli di intelligenza artificiale.
Per fare questo la NOAA avrà a disposizione 10 milioni di dollari per il 2021, ma c’è una clausola degna di nota proprio alla fine della sezione, definita “protezione degli interessi di sicurezza nazionale”, che recita: “a prescindere da qualsiasi altra disposizione della presente sezione, l’Amministratore (della NOAA), in consultazione con il Segretario della Difesa, se del caso, può trattenere i modelli o i dati utilizzati dal Centro se l’Amministratore ritiene che ciò sia necessario per proteggere gli interessi di sicurezza nazionale degli Stati Uniti.”
In altre parole, se l’agenzia – sentiti i militari – dovesse ritenere che pubblicare certi modelli AI o i relativi dataset mette a rischio la sicurezza degli USA, potrà mantenerli riservati.
Il titolo LIV, sezione 5401, si occupa delle attività di intelligenza artificiale della National Science Foundation (NSF), e in particolare di iniziative di ricerca e istruzione.
La NSF dovrà finanziare attività di ricerca e di educazione all’AI fra cui competizioni a premi, sovvenzioni o concorsi per gli istituti di istruzione superiore o le organizzazioni senza scopo di lucro che contribuiscano in maniera specifica allo sviluppo di un’AI affidabile e di altre ricerche sull’intelligenza artificiale che abbiano uno scopo sociale.
Oltre a finanziare borse di ricerca per la scuola e l’istruzione secondaria, la NSF istituirà borse di studio per reclutare docenti e borse per promuovere l’etica nella tecnologia. La NSF avrà inoltre la possibilità di istituire centri di eccellenza nazionali per l’AI al fine di sviluppare e diffondere programmi educativi, certificazioni e ricerche scientifiche e ingegneristiche interdisciplinari per programmi di formazione per adulti e programmi di riqualificazione professionale.
Al di là del riassunto di questa sezione, la quantità di finanziamenti che potrà elargire la National Science Foundation è stratosferica, e ciò è dimostrato dai fondi che le sono stati messi a disposizione dalla legge che sono (tenetevi forte): 868 milioni di dollari per il 2021, oltre 911 milioni di dollari per il 2022, quasi 957 milioni di dollari per il 2023, oltre un miliardo di dollari per l’anno 2024 e un miliardo e cinquantacinque milioni di dollari per il 2025.
Il totale dei cinque anni è di 4 miliardi 796 milioni 250mila dollari Usa. Solo per la NSF, cioè solo per iniziative di intelligenza artificiale.
Le iniziative del Dipartimento dell’Energia
Infine, come già preannunciato, le iniziative di pertinenza del Dipartimento dell’Energia. In generale il legislatore, al titolo LV sezione 5501, chiede al Segretario per l’Energia di concentrare gli sforzi sui sistemi di intelligenza artificiale che possano migliorare le simulazioni su larga scala e l’analisi di dataset provenienti da esperimenti scientifici e di ingegneria, comprese le simulazioni di energia e i sistemi di controllo per migliorare le capacità decisionali automatizzate. In particolare, il Dipartimento dovrà promuovere (anche attraverso finanziamenti):
- l’applicazione di sistemi AI per migliorare le simulazioni su larga scala di fenomeni naturali e di altro tipo;
- lo studio della matematica applicata, dell’informatica e della statistica, compresi i fondamenti, l’inferenza causale e statistica e lo sviluppo di algoritmi per i sistemi di intelligenza artificiale;
- lo sviluppo di sistemi operativi e di controllo che migliorino le capacità decisionali automatizzate e intelligenti;
- lo sviluppo di sistemi di intelligenza artificiale affidabili, quindi affrontando temi come la “spiegabilità” algoritmica (per ridurre il noto problema della “black box” dei sistemi AI), facendo ricerca su metodi analitici per identificare e mitigare i bias nonché migliorando la sicurezza e la robustezza dei modelli.
Le iniziative AI del Dipartimento dell’Energia potranno contare su fondi per 200 milioni di dollari nel 2021, 214 milioni di dollari nel 2022, quasi 229 milioni di dollari nel 2023, 245 milioni di dollari nel 2024 e oltre 262 milioni di dollari nel 2025.
Altre disposizioni della legge finanziaria della Difesa Usa
Per l’ultima disposizione degna di nota in merito all’AI dobbiamo andare in fondo, fino al titolo XCIV, sezione 9412, intitolata “Industries of the Future Act of 2020”.
Questa disposizione impartisce all’Office of Science Technology Policy, che – lo ricordiamo – è l’istituzione della Casa Bianca a cui farà capo l’ufficio per la “National AI Initiative”, l’incarico di presentare al Congresso una relazione sugli investimenti in ricerca e sviluppo, in infrastrutture e nella formazione della forza lavoro governativa che consentano di mantenere la leadership degli Stati Uniti nelle industrie del futuro.
In particolare, questa relazione dovrà contenere una valutazione degli attuali investimenti governativi in ricerca e sviluppo civile nelle industrie del futuro e un piano per raddoppiare tali investimenti nell’intelligenza artificiale e nelle tecnologie quantistiche entro l’anno fiscale 2022.
Oltre a questo, vi dovrà essere un piano per incrementare gli investimenti governativi in dette industrie del futuro spendendo 10 miliardi di dollari ogni anno fino al 2025.
Conclusioni
Gli Stati Uniti confermano di voler restare leader del settore, ma non sono gli unici a investire pesantemente sull’AI. Ricordiamo che il budget dell’Unione Europea 2021-2027 comprende il Digital Europe Programme (DEP) che prevede 2,5 miliardi di euro di investimenti in intelligenza artificiale. Ovviamente, vi è soprattutto la paura dei massicci investimenti cinesi, che in mancanza di dati ufficiali erano stati stimati fra i 2 miliardi e 8,4 miliardi di dollari solo nel 2018, con ambienti militari che parlavano addirittura di 70 miliardi di dollari entro il 2020.
Ad ogni modo il crescente tintinnare di soldi che si riversano fragorosamente nel settore indica che molti Paesi hanno finalmente compreso come sulle tecnologie di intelligenza artificiale ci si gioca il futuro.