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L’automazione intelligente in scena al SAP Executive Summit 2024. Focus sulla Generative AI



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La 17a edizione dell’evento ha visto sul palco esponenti di spicco del panorama politico e della ricerca, clienti e manager dell’azienda tedesca. “Generiamo futuro” il payoff di quest’anno, un chiaro rimando alla GenAI, che si diffonde in modo ubiquo nelle Business Application

Pubblicato il 7 mag 2024



SAP

Si è tenuta di recente a Villa d’Este a Cernobbio (CO) l’edizione 2024 del SAP Executive Summit, l’evento organizzato dalla filiale italiana della tech company tedesca che, con cadenza annuale, si propone di fare il punto sul ruolo del digitale negli scenari economici attuali.

Il titolo di quest’anno, “Generiamo futuro”, fa chiaramente comprendere come la GenAI sia ormai da considerare uno degli elementi fondanti dei nuovi modelli di creazione del valore per le aziende. Un valore che al momento è legato in prevalenza all’automazione intelligente – non più solo di specifici compiti ma di interi processi aziendali. Un valore che, però, in futuro si realizzerà soprattutto grazie alla capacità dell’AI generativa di supportare in modo efficace processi decisionali data-driven e predittivi muovendosi all’interno di scenari di business sempre più incerti, che cambiano rapidamente.

Automazione intelligente, bisogna ragionare in ottica Human Centric

Dal palco di Cernobbio, Dino Pedreschi, professore ordinario di Informatica all’Università di Pisa e tra i principali contributori dell’AI Act europeo, ha sottolineato l’importanza di guardare all’intelligenza artificiale generativa con occhi nuovi perché «in definitiva parliamo di macchine per pensare, non di macchine per non pensare». Un cambio di prospettiva non banale, a cui deve corrispondere la trasformazione stessa del modello di GenAI «da Human Like, con algoritmi in grado di produrre contenuti del tutto simili a quelli ideati dalla mente umana, a Human Centric, con algoritmi in grado di risvegliare, aumentare e potenziare le capacità umane senza, però, sostituirle». Esattamente come fanno l’assistente solerte del professore universitario o lo specializzando brillante che aiuta il primario di medicina a fare la diagnosi corretta. Proprio come fanno i copilot come Joule, che supporta gli utenti delle Business Application SAP garantendo un’esperienza d’uso più naturale e intuitiva possibile.

SAP AI
Immagine SAP

Efficienza e produttività

L’automazione intelligente basata sulla GenAI investe già oggi «decine di soluzioni SAP, che saranno centinaia nel giro di qualche mese», assicura Scott Russell, Chief revenue officer di SAP e membro del board dell’azienda. «Con l’AI generativa – ha sottolineato il manager – si spalancano nuove opportunità per abbattere definitivamente i silos di dati», organizzarli, elaborarli, correlarli più facilmente e condividerli, trasformando completamente i processi aziendali per come li abbiamo sempre conosciuti, sbloccando livelli di efficienza e produttività mai sperimentati prima.

«Se riusciremo a usare bene l’AI, l’impatto sul Prodotto Interno Lordo del nostro Paese sarà nell’ordine del +2% anno su anno – ha commentato l’Amministratore delegato di SAP Italia, Carla Masperi –. Le aziende italiane sembrano avere ben compreso queste opportunità, visto che secondo uno studio recente IDC sono quelle che investiranno di più in Europa nell’Intelligenza Artificiale, ben il 68% contro una media UE del 61%».

Rilevanza, affidabilità e responsabilità

Il modello AI che SAP promuove si basa su tre principi fondanti: rilevanza, affidabilità e responsabilità. In merito al primo aspetto, non va dimenticato che «per fornire risposte il più possibile pertinenti e utili al business – ha spiegato il Presidente EMEA di SAP, Emmanuel Raptopoulos – l’AI deve essere allenata con i dati di business, per tenere conto del contesto in cui si muove l’azienda». La conoscenza approfondita dei processi e delle logiche che sottendono le principali applicazioni aziendali, la mappatura dei principali casi di successo e best practice vanno proprio in questa direzione, discostandosi dai modelli generalisti di cui tanto si parla in questo periodo.

Quanto all’affidabilità, non va dimenticato che ogni singola decisione aziendale ha ricadute rilevanti, a cascata, sull’organizzazione, i dipendenti, i clienti, i fornitori e il futuro stesso del business. «Ecco perché – sottolinea Masperi – i risultati dei processi di automazione intelligente devono essere quanto più possibile precisi», per supportare efficacemente i processi decisionali anche, e anzi soprattutto, nei contesti mutevoli e incerti che viviamo.

Il nodo dell’etica

Quanto all’ultimo aspetto, quello della responsabilità, l’impegno di SAP verso un uso etico dell’intelligenza artificiale è tangibile e prescinde dai vincoli normativi. «I dati gestiti dalle applicazioni e dalle piattaforme SAP rimangono di proprietà dei clienti, che decidono in autonomia se concedere l’autorizzazione a utilizzarli, ovviamente in modo sicuro e anonimo, per addestrare modelli linguistici di grandi dimensioni e algoritmi», ha ricordato Russell.

Maggiore sarà la quantità di use case e buone prassi sulle quali sarà possibile allenare i modelli statistici, maggiore sarà la capacità di rispondere in modo granulare alle esigenze più comuni e trasversali. «Per quelle più specifiche – ha aggiunto – si potrà sempre fare riferimento a SAP Business Technology Platform, che assicura ai nostri clienti la libertà di sperimentare in autonomia supportandoli anche nel traguardare quello che io definisco l’ultimo miglio dell’AI».

Dal palco, l’economista Carlo Cottarelli ha lodato l’impegno dai legislatori europei che, con l’AI Act, hanno dimostrato una grande lungimiranza nel voler normare la materia dell’intelligenza artificiale, ma ha esortato a «fare di più e meglio. Manca una vera e propria politica industriale sull’AI. Tra l’altro abbiamo, in Europa e in Italia, competenze eccellenti per supportare lo sviluppo di questa tecnologia, ma per ora ci limitiamo solo ad ampliare il ventaglio delle possibili applicazioni. Per colmare il gap con le altre grandi economie mondiali bisognerà agire su tre elementi chiave: risorse, riforme e ricerca».

Dal cloud-first al cloud-only

Il modello di sviluppo dell’AI di SAP è improntato a una strategia di «innovazione continua – sottolinea Russell – che richiede scelte infrastrutturali precise, per assicurare scalabilità, capacità di elaborazione e sostenibilità adeguate. Tutta questa innovazione sarà disponibile esclusivamente in cloud, letteralmente intessuta e intrecciata in ogni singolo processo aziendale, dalle HR alla Supply Chain».

Il cloud rappresenta, dunque, l’unica scelta percorribile per mettere i clienti nella condizione di accedere a miglioramenti continui e incrementali delle funzionalità, all’insegna dell’automazione intelligente. E l’impegno della casa tedesca è proprio quello di “accompagnare” le organizzazioni a intraprendere, ciascuna con i propri tempi e modalità, questa strada. SAP S/4HANA Cloud, rappresenta non più una piattaforma ma LA piattaforma. Un vero e proprio ecosistema adattivo, che si aggiorna sulla base delle esigenze degli utenti e dell’evoluzione della tecnologia, per garantire non solo automazione intelligente di compiti e processi sempre più complessi, ma anche la capacità di fornire analisi predittive e insight a sostegno dei processi decisionali tattici e strategici.

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