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L’evoluzione dell’intelligenza artificiale nei social media: il caso di Meta



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Il rapporto tra intelligenza artificiale e social media è molto diretto, perché facilita l’engagement degli utenti e dà visibilità ai marchi. Al di là delle prerogative commerciali, i social media portano con loro responsabilità di alto livello

Pubblicato il 31 ott 2023



Meta AI

Tra intelligenza artificiale e social media c’è un rapporto di parentela stretto, si influenzano e si spingono a vicenda in un connubio molto naturale, considerando che gli algoritmi su cui i social media si ergono servono sia a comprendere come gli utenti interagiscono tra di loro, sia a capire come le aziende possono raggiungere i consumatori. Il caso più eclatante è quello di Meta.

Le piattaforme sociali raccolgono una quantità di dati tale da richiedere l’Intelligenza artificiale per potere essere elaborati e questo, oltre a rendere AI e social indivisibili, ne rinnova in continuazione le dipendenze reciproche.

Entriamo nelle profondità di questa convivenza che non sente il bisogno di convolare a nozze e bene rappresentata da Miquela, un bot influencer generato da un’AI che ha 2,7 milioni di follower su Instagram.

Il ruolo dell’Intelligenza artificiale nel futuro dei social media

Miliardi di utenti nel mondo pubblicano e condividono messaggi di testo, video, fotografie, audio, link e altro ancora. Un flusso enorme e continuo di dati che sono il combustibile di ogni piattaforma social e dai quali queste intendono estrarre un valore che prende forma nei bilanci annuali plurimiliardari.

L’Intelligenza artificiale che, giova ricordarlo, è un costrutto eretto anche sui pilastri del Machine learning e del Deep learning, permette alle aziende di analizzare queste informazioni in modo efficace e di raggiungere platee mirate con contenuti appropriati.

Le piattaforme sociali stesse, grazie all’AI, premiano contenuti e fanno in modo che questi possano essere visti dai contatti di chi li ha creati ma anche secondo logiche, per esempio, legate alle zone geografiche o alle aree di interesse di ognuno.

L’IA fornisce contenuti personalizzati basati sugli interessi degli utenti e questo consente di creare engagement e fidelizzazione, discorso che ha valenza in ambito commerciale ma anche nelle sfere prettamente sociali. Un utente può scegliere di seguire un brand oppure una comunità, un artista o un gruppo tematico.

Il risultato è un identikit di ogni singolo utente ricostruito dall’AI grazie ai comportamenti che questi assumono, i commenti che scrivono o che di mostrano di apprezzare, le pagine e i profili che visitano, i gusti che palesano e le necessità che esprimono.

La migliore comprensione degli utenti e l’automazione di azioni immediate saranno sempre più centrali. In questo, come vedremo, Meta sale in cattedra.

Meta AI

Come Meta utilizza l’intelligenza artificiale per migliorare l’esperienza social

Partiamo da un dato significativo. Meta gioca a carte scoperte e sostiene che, entro la fine del 2023, l’AI raddoppierà la quantità di contenuti che suggerisce agli utenti di Facebook (passando dal 15% al 30%). Miquela, da questo punto di vista, è qualcosa di più di un esperimento, è una nave rompighiaccio.

La raccomandazione dei contenuti è solo uno degli ambiti nei quali Meta fa affidamento sull’Intelligenza artificiale:

  • metriche: gli strumenti e le tecniche di misurazione saranno sempre più precise, affinché Meta e gli inserzionisti potranno comprendere meglio il comportamento degli utenti, con beneficio per il marketing e la pubblicità
  • targeting: l’AI sarà sempre più cruciale nel fornire strumenti affinché le inserzioni siano sempre più mirate e creative
  • comprensione: comprendere i contenuti coincide con la possibilità di conoscere meglio chi li pubblica e chi ne usufruisce, oltre a rendere più efficaci i sistemi di censura a vantaggio sia delle persone sia delle democrazie.

L’esperienza degli utenti sui canali di Meta (Facebook, Instagram – Threads e WhatsApp) sarà sempre migliore, appagante e fidelizzante.

L’intelligenza artificiale al servizio delle connessioni umane

Al centro non ci sono soltanto le interazioni tra utenti, ma anche quelle tra aziende e consumatori. Creare connessioni tra persone è l’anima dei social media e queste possono essere rese più snelle e fluide grazie all’interpretazione del linguaggio naturale (NLP) che, nella propria ampia sfera, include anche le traduzioni.

Per le imprese il discorso si amplia fino al servizio clienti. L’AI può migliorarne l’efficienza garantendo risposte alle domande più frequenti, informazioni sulla soluzione di problemi riscontrati oppure gestire le richieste più articolate, indirizzandole in modo automatico verso il reparto competente.

Facoltà questa che ha due marce: oltre all’assistenza post-vendita, l’Intelligenza artificiale è una miniera per fornire ai clienti tutte le informazioni relative a prodotti e servizi, guidandoli così verso un’esperienza d’acquisto assistita nei minimi particolari, conferendo all’azienda attendibilità e, di conseguenza, fidelizzando i consumatori.

I vantaggi e le sfide dell’intelligenza artificiale nei social network secondo Meta

Argomento vasto che non può essere esaurito in un articolo e che pone problemi anche nel riassumerne i punti salienti, perché le reti sociali come le conosciamo oggi non esisterebbero senza l’AI e questa non sarebbe così evoluta in assenza di quella miniera inesauribile che sono i dati forniti dai social network.

Tra i vantaggi è possibile elencare:

  • personalizzazione: l’Intelligenza artificiale aiuta a comprendere meglio gli utenti (e quindi i clienti) e aumenta la qualità delle connessioni
  • automazione: l’AI coadiuva la creazione dei contenuti e la loro programmazione. Questo permette alle imprese di aumentare la produttività. L’integrazione con le AI generative consente anche di raggiungere livelli di creatività superiori
  • analisi dei dati: non ci sono soltanto le finalità commerciali ma, considerando la quantità di persone che usano le reti sociali, l’impatto è benefico per l’informazione e le democrazie. Questo ci porta alle sfide.

Ci sono delle criticità che Meta (e tutti i player del social networking) deve affrontare e che, ciclicamente, la pone al centro dell’attenzione mediatica a causa di qualche scandalo (Cambridge Analytica su tutti) e di diverse ammende inflitte dalle autorità garanti della privacy. Tra queste:

  • gestione dei dati: una gestione dei dati accorta e rispettosa delle norme (scritte e non scritte) è per Meta, nel medesimo tempo, parte del core business e parte delle responsabilità
  • privacy, security e bias: essere in possesso di dati e informazioni (anche sensibili), obbliga Meta a ricorrere ai più alti standard in materia di cybersecurity, a tutelare la privacy delle persone fisiche e di quelle giuridiche e a scovare pregiudizi e bias nei dati che elabora
  • comprendere contesti: l’intercettazione di bias e incongruenze nei dati riconducono alla comprensione dei messaggi che gravitano nelle orbite di Meta. Un compito sensibile e importante dal quale prescindono l’uso e i vantaggi che le IA si portano appresso.

A grandi moli di dati corrispondono grandi responsabilità. Questo vale per Meta e per tutte le grandi organizzazioni, indipendentemente dai mercati sui quali operano.

Profondità e personalizzazione: l’AI di Meta ridefinisce lo spazio sociale online

Non è un segreto che in cima ai sogni ricorrenti dell’amministratore delegato Mark Zuckerberg si posizioni il Metaverso. Una voce imponente dei bilanci di Meta, che investe miliardi in quella che sarà una piattaforma (o un insieme di piattaforme) capace di cambiare ogni tipo di esperienza social, a partire dall’informazione fino alle interazioni o dallo studio fino allo shopping.

L’IA di Meta è quindi anfiteatro, una sorta di immensa palestra al cui interno farsi esperienza e muscoli prima di salire sul ring del Metaverso, progetto a tendere che – senza avere una data certa – sta assorbendo molti degli sforzi su cui si concentra il colosso di Mountain View.

I sistemi AI introdotti oggi da Meta vanno tutti nella medesima direzione. Lo testimoniano i sistemi di traduzione e l’enfasi sui modelli AI per gli assistenti virtuali, lo testimoniano gli sforzi fatti per introdurre BuilderBot, strumento che alimenta la creatività (nel Metaverso) sfruttando i comandi vocali.

L’integrazione di intelligenza artificiale nei social network

Parlando di social network in modo generico, va sottolineato che questi vivono grazie alle rispettive capacità di analisi dei dati (grazie al Deep learning). Capacità che si fanno sempre più affilate al fine di comprendere pensieri e gusti delle persone, tanto in materia commerciale quanto in materia sociale, politica ed economica. Da qui la necessità di un supporto etico agli sviluppi futuri delle AI e all’integrazione di tali sistemi nelle piattaforme sociali.

Stringendo il campo e limitandolo a Meta, le AI generative, il Natural Language Processing, la visione computerizzata e le infrastrutture diventano sempre più centrali nello sviluppo della piattaforma che segue la rotta del Metaverso, obiettivo a cui Zuckerberg tende e al quale non sembra voglia rinunciare.

Tutto questo spiega perché Miquela incarna l’evoluzione che porterà a un livello superiore il marketing e l’assistenza clienti, entrambe discipline che saranno immediate, affidabili, precise e non conosceranno né giorni festivi né fusi orari.

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