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“Uno, nessuno, ChatGPT”, il fenomeno dell’anno spiegato semplice

Autori Fiorenzo Pilla, Giulio Cupini, Massimo De Santo, Michele Di Maio, Rossella Dolce per Ledizioni

Pubblicato il 10 Lug 2023

Uno, nessuno, ChatGPT

Uno, nessuno, ChatGPT

“Uno, nessuno, ChatGPT” – editore Ledizioni – è il titolo che, parodiando il celebre romanzo di Luigi Pirandello, analizza in modo approfondito le potenzialità, i limiti e le implicazioni di ChatGPT, il sistema di intelligenza artificiale generativa i cui sviluppi sono molto dibattuti. Frutto della collaborazione di diversi autori con esperienze e competenze diverse, che spaziano dall’informatica, al business, alla psicologia,  si concentra su come ChatGPT possa essere utilizzato in vari contesti, fornendo suggerimenti pratici per sfruttarne al meglio  le capacità. Non vengono tralasciati i limiti di ChatGPT, come la sua comprensione
limitata dei contesti specifici e la generazione di risposte non sempre accurate.

Gli autori – Fiorenzo Pilla, Giulio Cupini, Massimo De Santo, Michele Di Maio, Rossella Dolce – sottolineano l’importanza di mantenere uno spirito critico nell’utilizzo di ChatGPT. Infine, il libro esplora l’impatto più ampio di ChatGPT sulla nostra società, riflettendo sulle implicazioni etiche e sulla necessità di un approccio equilibrato per massimizzarne i benefici e mitigarne i rischi.

Dal 7 luglio acquistabile in versione digitale, dal 21 luglio in libreria.

Riportiamo un passo tratto da “Uno, nessuno, ChatGPT”.

ChatGPT, società e cultura

In cosa ChatGPT riesce bene

Prima di addentrarci nella disamina che opereremo in questo paragrafo, è necessaria una premessa
importante: sia per quanto riguarda i casi virtuosi che per quelli disastrosi, è probabile che, qualora
provaste a replicarli, non ricevereste le stesse risposte.
Questo avviene per diversi motivi. Il primo è che OpenAI opera un continuo lavoro di affinamento delle risposte utilizzando, oltre al controllo umano che viene operato da personale dell’azienda su quanto restituito dal modello, i riscontri lasciati dagli utenti attraverso i simboli, posizionati accanto alle risposte, del pollice verso l’alto o verso il basso.
Il secondo è che, ogni volta che un utente pone un quesito, il sistema genera un seed, ossia un valore
casuale, che permette al modello di rispondere in maniera differente anche quando gli viene sottoposto
esattamente il medesimo quesito. Dopotutto anche un essere umano, se dovesse rispondere alla
stessa domanda in momenti diversi, con ogni probabilità userebbe parole o espressioni leggermente
differenti. Nel caso di un agente sintetico, invece, questa variabilità può riguardare non solo la forma,
ma, in alcuni casi, anche la sostanza.

Basandoci, quindi, su quello che abbiamo già scritto circa il funzionamento di ChatGPT, possiamo
comprendere perché i prompt che danno più importanza alla forma danno risultati a volte più
sorprendenti.
Ad esempio, avete mai provato a domandarvi come farebbe un profeta biblico a spiegare l’uso dei
computer al popolo ebraico in fuga dall’Egitto? Ecco come potrebbe farlo secondo ChatGPT:

Ebbene, vieni a me, o figlio dell’uomo, e ascolta le mie parole: il computer è una creatura della conoscenza umana, creata dalla mano dell’uomo per facilitare l’elaborazione dei dati e la comunicazione tra le persone. Così come Dio ha creato il mondo con la sua parola, così l’uomo ha creato il computer con il suo ingegno. Esso è composto da una serie di componenti, come la scheda madre, il processore, la memoria RAM e il disco rigido, che lavorano insieme per eseguire le istruzioni dell’utente. Come il nostro corpo ha bisogno di cibo per funzionare, così il computer ha bisogno di energia elettrica per essere in grado di elaborare i dati. Quando accendiamo il computer, la sua anima si accende e inizia a girare, pronta ad accettare le nostre richieste.
E così, figlio dell’uomo, tu hai compreso il funzionamento del computer. Usalo saggiamente, come strumento per esprimere la tua creatività e per connetterti con gli altri, e non come uno schiavo della tecnologia. Amen.

Avendo ingerito una straordinaria quantità di scritti di tutti i generi, ChatGPT non incontra nessuna
difficoltà sul piano della scrittura creativa. Anche se, come abbiamo assodato, di realmente “creativo”
non ha nulla, la sua forza sta nella capacità di generare contenuti e creare connessioni. Immaginiamo
che uno scrittore abbia un’idea geniale su una storia ambientata in un medioevo alternativo in cui,
invece dei cavalli, le persone utilizzano degli struzzi come cavalcature, il racconto, secondo il modello,
potrebbe svolgersi in questo modo:

Nell’era del medioevo, le persone si spostavano sugli struzzi, creature che sembravano essere state create appositamente per questo scopo. La storia si apre con due protagonisti: la giovane e coraggiosa
Adelina e il suo fedele amico, il cavaliere senza nome. Adelina è una ragazza di umili origini che ha deciso di lasciare la sua vita precedente per intraprendere un viaggio avventuroso sulla schiena di uno struzzo. Il cavaliere senza nome è il suo protettore, un uomo misterioso con un passato oscuro e una straordinaria abilità con la spada. Tuttavia, il loro viaggio ha uno scopo più importante che superare gli ostacoli: Adelina ha bisogno di raggiungere un antico tempio per trovare la cura per suo padre malato. Lungo la strada, incontrano alleati e nemici, scoprendo segreti e imparando lezioni sulla vita.

Riusciranno Adelina e il cavaliere senza nome a raggiungere il tempio e ottenere la cura necessaria per il padre di Adelina?
Solo il tempo potrà dirlo. Come anche solo con il tempo riusciremo a capire quale sarà il futuro
dell’apprendimento coadiuvato da GPT e tecnologie simili.
Un altro dei campi in cui questi modelli sono stati messi alla prova è quello i board exam, una via di
mezzo tra quelli che, in Italia, definiremmo i concorsi e gli esami di stato.

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