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L’intelligenza artificiale tra risorse umane e regolamentazione



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Quarta e quinta puntata di AI Talk, il format mensile organizzato da Video Backlight in collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia, I-Com Istituto per la competitività e lo studio legale E-Lex. Ospite istituzionale, l’On. Walter Rizzetto, presidente della XI Commissione (Lavoro Pubblico e Privato)

Pubblicato il 15 lug 2024



AI Talk giugno

Per l’On. Walter Rizzetto, Presidente della XI Commissione (Lavoro Pubblico e Privato), la cosa difficile oggi è che la politica segua esattamente e continuamente quelli che sono i cambiamenti repentini dovuti all’utilizzo e lo sviluppo della tecnologia. Inoltre “il pericolo numero uno dell’applicazione dell’intelligenza artificiale sui luoghi di lavoro non è la cancellazione di milioni di posti di lavoro, anche se importanti documenti ci dicono anche questo, ma sarà il fatto che se le mansioni saranno sempre più semplici, il problema sarà la vulnerabilità dei lavoratori qualificati”.

In chiusura dell’intervento nella puntata del 12 giugno, Rizzetto ha sottolineato che l’intelligenza artificiale applicata ci dà delle possibilità in termini di semplificazione, ma non sempre la semplificazione è un vantaggio.

AI Talk: regolamentazione europea tra ordine e sviluppo dei mercati

Per Ernesto Belisario, studio legale E-Lex, siamo alla vigilia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’AI Act, data prevista 12 luglio, ed abbiamo finalmente una data di pubblicazione, da quel momento scatterà una corsa all’adeguamento che prenderà diversi step fino a 2 anni. Sicuramente – ha aggiunto Belisario – l’AI Act diventa la norma di riferimento al mondo sull’intelligenza artificiale, su questo ci sono pochi dubbi che a livello globale il modello di gestione del rischio sia il modello corretto, ma servono delle regole neutrali dal punto di vista tecnologico, regole che non disciplinano una tecnologia, ma è disciplinino il rischio di quella tecnologia.

Concludendo, Belisario ha sottolineato che il tipo di obblighi e di richieste che il legislatore europeo fa ai provider sono molto stringenti, quindi capiremo se anche altri Paesi sceglieranno di seguire questa norma oppure andremo a uno scontro che non sarà soltanto uno scontro tra ordinamenti o tra metodi diversi di regolare un fenomeno, ma che comincerà a essere quello che fin qui non è successo in altri settori e che potrebbe con l’intelligenza artificiale rivelarsi come restrizione di determinati prodotti e di determinati servizi che potrebbero non essere disponibili per utenti dell’Unione Europea.

Stefano da Empoli, I-Com Istituto per la Competitività, continuando sull’aspetto della regolamentazione, che potrebbe arginare lo sviluppo economico, ha parlato dei casi Meta e Apple, entrambi fermati dalla regolamentazione europea, Il garante irlandese della privacy ha bloccato Meta, almeno per il momento, dal poter utilizzare i dati dei propri utenti su Facebook e Instagram per addestrare i modelli di intelligenza artificiale dall’altro lato Apple fermata a causa del Digital Markets Act (obblighi di interoperabilità). Abbiamo un Brussels effect – ha sottolineato da Empoli – al contrario che porta le aziende non solo a non conformarsi, ma a ritardare l’arrivo sul mercato europeo.

AI Talk: l’intelligenza artificiale al servizio dell’archeologia

In relazione alle novità tecnologiche sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale: Giulio Poggi, archeologo del Center for cultural Heritage Technology (Istituto Italiano di Tecnologia) che si occupa di sviluppare e di applicare tecnologie per lo studio e la conservazione dei beni culturali. Numerose le linee di ricerca del centro che vanno dalla caratterizzazione dei materiali, e anche nanomateriali, per lo sviluppo e la conservazione dei manufatti archeologici e dei beni museali alla digitalizzazione dei beni e dei testi antichi. Poggi, in particolare, si è soffermato sulla linea di ricerca che si occupa di sviluppare e applicare metodi di intelligenza artificiale per l’analisi di dati da telerilevamento, o remote sensing, con due finalità principali:

La prima è quella di detection, quindi individuazione di siti archeologici nel sottosuolo (non conosciuti), attraverso una mappatura su grandi estensioni territoriali e l’altro, invece, è il monitoring cioè osservare a distanza di tempo lo stesso sito e verificare se vi sono avvenuti dei fenomeni che hanno portato a un cambiamento del sito stesso (fenomeni naturali, distruzione antropiche come il caso di siti di zone di guerra o anche semplicemente di scavi clandestini).

AI Talk: l’AI per accrescere il benessere economico europeo e compiere progressi nelle sfide sociali

Nella puntata del 26 giugno, Andrea Stazi, Regulatory Affairs Lead South Europe Google, ha approfondito la competitività sull’utilizzo dell’AI nell’Europa sottolineando di come l’uso dell’intelligenza artificiale per l’Europa sia una grande opportunità, ma anche una grande sfida. l’Italia – ha aggiunto Stazi – deve entrare in questo percorso europeo con gli altri Stati e insieme spingere sull’acceleratore dell’innovazione per offrire alla stessa Europa questi vantaggi (invece di focalizzarsi su soluzioni nazionali). Serve una regolamentazione responsabile, pragmatica, ma serve anche una visione di leadership tecnologica per cui occorre stimolare l’innovazione nel settore privato e promuovere l’adozione dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie emergenti.

Stazi ha concluso indicando cinque punti su cui prestare attenzione:

  • aumento degli investimenti in ricerca e sviluppo sull’intelligenza artificiale
  • puntare all’allineamento internazionale (framework condiviso)
  • comprendere e prevenire l’utilizzo dannoso dell’intelligenza artificiale su internet
  • preparare la forza lavoro per la transizione lavorativa (una forza lavoro in casa ed evitare anche una fuga di cervelli e di imprese)
  • far avanzare le tecnologie di calcolo ad alte prestazioni.

AI Talk: l’Italia in prima linea con i propri modelli di AI. Almawave, in collaborazione con Cineca, lavora per il rilascio di Velvet

Approfondimento sullo sviluppo del mercato dell’AI con Raniero Romagnoli, Chief Technology Officer di Almawave, che ha parlato degli investimenti nell’ultimo anno e mezzo da parte di grandi corporation tendenzialmente americane, cinesi, inglesi e del mondo arabo più in generale, un po’ meno nel mondo europeo, pur sottolineando che comunque il fenomeno è globale. Spazio ai Transformer, ai Rag (Retrieval Augmented Generation) ai modelli generativi e ai bias culturali e linguistici.

Almawave – ha proseguito Romagnoli – oltre a lavorare da diversi anni su questo tipo di tecnologie su cui costruisce prodotti proprietari, sta addestrando il proprio modello in collaborazione con Cineca (che mette a disposizione un’infrastruttura di super calcolo), un modello con linguaggio multilingua (le principali lingue europee, il portoghese brasiliano e più lo swahili per la loro presenza in alcuni paesi del centro Africa che sono swahili speaker). Il modello AI sarà rilasciato verso la fine dell’anno in una modalità Open, ha concluso.

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