All’apertura ufficiale dell’edizione 2017 dell’Oracle Open World, il Presidente esecutivo e CTO, Larry Ellison ha puntato i riflettori sul Machine Learning, «tecnologia rivoluzionaria tanto quanto Internet», dice. Il Machine Learning è la base tecnologica delle nuove soluzioni targate Oracle: Oracle Autonomous Database Cloud, il primo database autonomo al 100% – chiamato 18c e disponibile a partire dal prossimo Dicembre 2017 – e le nuove applicazioni automatizzate di Cybersecurity che rilevano e risolvono gli attacchi in tempo reale
Un database totalmente autonomo che elimina il lavoro umano
A dire il vero, Ellison ha esitato inizialmente a definire il Machine Learning come tecnologia rivoluzionaria: «esistono molte tecnologie rivoluzionarie, non vorrei dire che questa lo sia qui all’Oracle Open World. Però, di fatto, lo è».
Con la totale automazione raggiungibile grazie al Machine Learning, Oracle Autonomous Database Cloud elimina il lavoro manuale legato alla gestione, all’aggiornamento, alla manutenzione del database con conseguente riduzione di eventuali errori e prestazioni più elevate grazie alla sincronizzazione continua dei dati. Risultati che si riflettono anche su eventuali downtime (pianificati o meno) che, si legge nella nota ufficiale rilasciata dall’azienda, si riducono a meno di 30 minuti all’anno.
«Non sarà più necessario prevedere più risorse di quante ne siano realmente necessarie», dice Ellison. «L’elasticità raggiungibile con il Machine Learning rappresenta davvero un computing on-demand».
Machine Learning anche per la Cybersecurity (che si integra direttamente con il database)
Ellison ha voluto puntualizzare anche il fatto che il nuovo database autonomo ed il sistema di Cybersecurity [che verrà presentato ufficialmente domani, martedì 3 ottobre – ndr] sono stati sviluppati insieme con un obiettivo molto semplice: «il sistema di Cybersecurity rileva e risolve in tempo reale gli attacchi e le minacce ed avverte il database affinché in modo autonomo possa effettuare e rilasciare le patch “on-air”, senza dover attendere che un essere umano pianifichi l’inattività e provveda al rilascio delle patch».
Su questo punto Ellison insiste particolarmente portando sul palco il recentissimo scandalo di Equifax [la più grande agenzia di crediti americana che poche settimane fa ha subito un pesantissimo attacco hacker con la violazione dei dati di proprietà di 143 milioni di utenti – ndr].
«Il più grave furto di dati della storia si è verificato dopo che la patch di sicurezza era già stata resa disponibile per prevenire l’attacco. Semplicemente, la patch non era stata installata e rilasciata. Com’è possibile?», è il commento di Ellison che non ha lesinato nel ricordare al pubblico che, conseguentemente a tale attacco, una persona ha perso il lavoro, il CEO di Equifax. «Nessuno può sentirsi al riparo», ha rincarato la dose Ellison.
«Ciò che abbiamo fatto è davvero una novità – ha poi proseguito il CTO riportando l’attenzione sugli annunci Oracle -; abbiamo portato il Machine Learning a livello di database permettendone una sua “sintonizzazione” intelligente e continua, in modo completamente autonomo».
«Potrete sperimentare una vera evoluzione delle database skills concentrandovi sul design, sulle differenti tipologie di Data Analytics (compreso il Machine Learning), sulle policy e su tutto ciò che è realmente mission critical per la vostra azienda, ciò che richiede per esempio disaster recovery e business continuity», è il suggerimento che Ellison lancia al pubblico riunito a San Francisco.
Il confronto (e l’attacco) con Amazon
Durante il suo speech Ellison ha dedicato parecchio tempo a parlare (ed attaccare) di Amazon, facendo un confronto diretto (frutto di diversi testi di benchmark) tra le prestazioni dell’Oracle Database su Oracle Cloud ed il miglior servizio di Amazon Oracle Database Cloud Service, ossia Amazon Relational Database Service (RDS).
«Non è insolito che i nostri concorrenti utilizzino la nostra tecnologia – è la premessa di Ellison -. Amazon è uno dei più grandi fruitori mondiali di tecnologia Oracle. Anche SAP lo è».
Premessa che non aiuta molto ad “addolcire” la pillola, dato che Ellison va subito all’attacco: «Amazon è tra le 5 e le 8 volte più costoso a parità di carico di lavoro rispetto all’Oracle Autonomous Database Cloud», dice senza tanti giri di parole il CTO. «Il benchmark ha evidenziato anche una differenza sul piano dell’affidabilità e degli SLA – Service Level Agreement di disponibilità: Amazon assicura il 99,95% mentre con il nostro Oracle Autonomous Database Cloud arriviamo a garantire il 99,995%».
«Con questi risultati possiamo assicurarvi – contrattualmente – di tagliare a metà la vostra bolletta Amazon; siamo confidenti di poterlo dire e fare», è il guanto di sfida che Ellison lancia pubblicamente dal palco di San Francisco.