- McKinsey stima che l’AI generativa possa aggiungere tra 2,6 e 4,4 trilioni di dollari all’economia globale ogni anno, paragonabile al PIL della Germania. Questa revisione al rialzo è dovuta alla rapida adozione della tecnologia da parte delle aziende, con investimenti significativi da parte delle big tech come Microsoft e Accenture.
- L’AI generativa avrà un impatto significativo su vari settori, tra cui banche, high tech e life sciences, con un valore aggiunto potenziale di centinaia di miliardi di dollari. Anche il retail e i beni di consumo potrebbero beneficiare di un incremento sostanziale nei ricavi annuali.
- Ciò potrebbe portare a un aumento annuale della produttività globale dallo 0,2 al 3,3% fino al 2040, ma richiede una riorganizzazione del lavoro e la riqualificazione dei lavoratori per mitigare i rischi occupazionali.
Nell’ultima indagine della società di consulenza McKinsey, “The economic potential of generative AI”, si valuta che l’AI generativa (GenAI) è in grado di poter aggiungere migliaia di miliardi di dollari di valore all’economia globale.
Indice degli argomenti:
Per McKinsey l’AI generativa vale trilioni di dollari
Per l’esattezza, i ricercatori di McKinsey stimano che, in base ai 63 casi d’uso esaminati, il giro d’affari addizionale dell’AI generativa è stimabile a partire da 2,6 trilioni di dollari fino a un massimo di 4,4 trilioni di dollari all’anno: l’equivalente del 4,4% della produzione mondiale. Una cifra di indubbio rilievo, pari al Prodotto interno lordo della Germania, la quarta economia del mondo.
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Rispetto a pregresse valutazioni di McKinsey, si tratta di una decisa revisione al rialzo dell’impatto complessivo dell’intelligenza artificiale che è determinata soprattutto dalla rapida adozione dell’AI generativa ad opera delle aziende, piccole e grandi. In questa fase, infatti, gli investimenti sul mercato AI si moltiplicano , con in prima fila big tech come Microsoft (10 miliardi di dollari su OpenAI) mentre, più di recente, è stata Accenture ad annunciare un impegno finanziario record di 3 miliardi di dollari.
L’impatto dell’AI generativa sui vari settori secondo McKinsey
Lo sviluppo dell’AI generativa è destinato ad avere un impatto significativo sulla produzione di tutti i settori industriali. In particolare, secondo McKinsey, saranno banche, high tech, e life science (farmaceutica, biotecnologie ecc.) ad ottenere i maggiori benefici sui loro ricavi. Nel comparto bancario, ad esempio, ci potrebbe essere un valore aggiunto annuo di 200-340 miliardi di dollari. Anche il settore del retail e beni di largo consumo, tuttavia, sarebbero in grado di ricevere una spinta considerevole da 400 a 660 miliardi di dollari in più all’anno.

Automazione delle attività
Stando alle valutazioni di McKinsey, inoltre, saranno principalmente quattro le attività aziendali a beneficiare dei maggiori guadagni di produttività: customer operations, marketing e vendite, software engineering e ricerca e sviluppo.
In queste aree di lavoro, la pressione dell’AI generativa avrà un forte impulso contribuendo in modo notevole ad automatizzare i task. In concreto, ciò vuol dire che i software AI aiuteranno a realizzare contenuti per il marketing, o a gestire i contatti con i clienti di banche e società di telecomunicazioni, per esempio.
In ambito customer operations, si prevede che l’AI generativa sarà in grado di ridurre i contatti assistiti dall’essere umano fino al 50 percento lasciando questo compito alle macchine. Nel marketing e vendite, sarà possibile creare contenuti più personalizzati che potranno incrementare la produttività dei settori in misura considerevole (5-15 per cento).
Anche il campo del software engineering aumenterebbe la produttività (20-45 percento) grazie all’ausilio dei sistemi AI per sviluppo, correzione e re-factoring del codice.
Quanto al comparto ricerca e sviluppo, per gli analisti di McKinsey l’AI generativa potrà aiutare a diminuire i costi attraverso l’uso e la selezione efficiente del materiale. E anche ottimizzando i progetti sarà possibile ridurre costi di logistica e produzione.
Più complessivamente, la tecnologia GenAI ha il potenziale di automatizzare attività che oggi assorbono il 60-70 per cento del tempo di lavoro contro il 50 per cento stimato in precedenza prima dell’introduzione di innovazioni come ChatGPT.
Questa accelerazione del processo di automazione è data fondamentalmente dalla comprensione del linguaggio naturale dell’AI generativa, che si richiede in attività che rappresentano il 25 per cento del tempo di lavoro totale.
Implicazioni sulla produttività del lavoro
Nell’ultimo decennio (2012-2022) la crescita economica globale ha rallentato. Tra i fattori che hanno concorso a questo risultato, a parte la pandemia, vanno annoverati l’invecchiamento della popolazione, il calo delle nascite e dell’occupazione. In molti grandi paesi, la dimensione della forza lavoro decresce.
Dal 1992 al 2022, la produttività è stato il principale motore della crescita economica globale. Ma, in questi anni, i suoi effetti hanno cominciato a spegnersi, in concomitanza col declino occupazionale.
Ecco, secondo McKinsey, lo sviluppo e la diffusione dell’AI generativa sarebbero in grado di riaccendere il motore della produttività che compenserebbe in parte il calo dell’occupazione, dando nuova linfa alla crescita economica.
Sulla base delle stime riportate in “The economic potential of generative AI“, l’automazione delle singole attività lavorative potrebbe portare un incremento annuale della produttività dallo 0,2 al 3,3 percento nel periodo 2023-2040. Con un contributo dell’AI generativa di 0,1-0,6 punti percentuali di questa crescita. A condizione, però, che i lavoratori estromessi dal processo produttivo siano impiegati in altre attività lavorative, corrispondenti almeno ai livelli di produttività del 2022.
Vulnerabilità dei knowledge workers
I processi di automazione indotti dall’AI generativa avranno un impatto sul lavoro basato sulla conoscenza. La qual cosa non deve sorprendere, sottolineano i ricercatori di McKinsey, dal momento che questa tecnologia è progettata per svolgere compiti cognitivi. In modo particolare, saranno le attività che implicano decision making e collaborazione a subire le maggiori conseguenze.
In passato, l’automazione tendeva a incidere principalmente sui lavori delle fasce meno istruite. L’avvento dell’AI generativa mette in crisi, invece, il mondo dei knowledge workers, degli operatori intellettuali e della conoscenza.

Molte attività che riguardano la comunicazione, la supervisione, la documentazione e l’interazione con le persone in generale sono potenzialmente annesse alla sfera della tecnologia GenAI. Educatori, professionisti e creativi restano vulnerabili all’aumento della capacità e abilità della tecnica AI. È probabile, per di più, che l’AI generativa possa stravolgere la parte delle attività con salari più alti, in ragione del potenziale di automazione delle attività svolte in questo segmento, in passato considerate immuni al processo di sviluppo tecnologico. Che, peraltro, sta avvenendo a una velocità che richiede una immediata presa di coscienza da parte delle aziende e dei decisori. Specialmente, nelle economie dei paesi più avanzati nei quali l’AI generativa sta avendo e potrà avere maggior presa.
Riorganizzazione del lavoro
In molti casi, precisa il report di McKinsey, che analizza 47 paesi che rappresentano l’80 percento della forza lavoro globale, i lavoratori continueranno a ricoprire i loro ruoli ma il mix delle loro attività cambierà. In altri saranno costretti a cambiare occupazione. È in atto, dunque, una riorganizzazione del lavoro, come evidenzia anche uno studio del National Bureau of Economic Research sui cambiamenti della composizione della forza lavoro statunitense, nella quale è fondamentale il supporto alla formazione per la riqualificazione e l’intervento per la gestione della transizione.
Non ci sarà necessariamente una perdita massiccia di posti di lavoro, è il giudizio di Alex Sukharevsky, senior partner di QuantumBlack, co-autore della ricerca di McKinsey. L’AI generativa, in sostanza, consentirà di svolgere le attività con più efficienza, più rapidamente e precisamente. Ma i rischi, in termini occupazionali, ci sono. Siamo in un passaggio critico che potrà presentare nuove opportunità per poter far sì che la tecnologia AI possa contribuire alla crescita economica e a uno sviluppo più sostenibile e inclusivo.
Conclusioni
L’era dell’AI generativa è appena cominciata avendo il potenziale di trasformare l’anatomia del lavoro. Tuttavia, per poterne cogliere i vantaggi è necessario più tempo e la capacità da parte dei dirigenti di aziende e società di affrontare le difficili e impegnative sfide, sul fronte della riorganizzazione del lavoro e dei processi aziendali, che questo cambiamento comporta.
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