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Metaverso, risposta a una domanda ancora inespressa

I risultati dell’indagine “Il futuro del Web3 e del Metaverso” svolta da The Innovation Group e Web3 Alliance, primo consorzio italiano delle aziende impegnate nel Metaverso, Blockchain, intelligenza artificiale, realtà virtuale, realtà aumentata e Non Fungible Token (NFT)

Pubblicato il 17 Ott 2022

Metaverso Alliance

Il 75% delle imprese italiane (l’80% se consideriamo quelle medie e grandi) è interessato al mondo rappresentato dal Web 3.0, la nuova frontiera di Internet che comprende augmented reality (AR), virtual reality (VR), Non Fungible Tokens (NFT), Blockchain, intelligenza artificiale, Metaverso.

D’altra parte, solo il 4% fa seguire alla conoscenza un’azione concreta per utilizzarlo. Il 64% dichiara di essere in una fase di studio, il 7% ha invece un progetto pilota.

I dati emergono dall’indagine “Il futuro del Web3 e del Metaverso” svolta da The Innovation Group e Web3 Alliance, primo consorzio italiano delle aziende impegnate nel Metaverso, Blockchain, intelligenza artificiale, realtà virtuale, realtà aumentata e Non Fungible Token, mettendo a fuoco il livello di conoscenza e maturità delle aziende italiane nel percorso verso il Web 3.0.

Obiettivo della survey è da un lato misurare il livello di conoscenza raggiunto in tema Web3 e Metaverso, dall’altro, focalizzandosi su un insieme di aziende più avanzate che hanno già attività di studio e primi sviluppi in corso, capire quali obiettivi si stanno dando.

Elena Schiaffino, Presidente di Web3 Alliance

Elena Schiaffino, Presidente di Web3 Alliance e coFounder di Engitel, dichiara: “Dalla ricerca di The Innovation Group e Web3 Alliance emerge un elevato livello di conoscenza del Web 3.0 presso il mondo delle imprese (ben il 75% degli intervistati). D’altra parte, la consapevolezza del fenomeno non si ferma ad un livello superficiale, bensì viene declinata per ciascuna delle tecnologie, rispetto alle quali si osserva già, nello stesso tempo, la previsione di alcuni utilizzi, soprattutto per l’innovazione di prodotti e servizi e per gli aspetti di marketing e comunicazione. Ma non mancano altre potenziali aree di intervento prospettate nella survey – continua Schiaffino – come l’onboarding di dipendenti piuttosto che la manutenzione e il digital twin. In questo senso, l’evento di oggi costituisce un deciso propellente non solo per diffondere l’awareness del Web 3.0 ma anche per coinvolgere, attraverso use case concreti e ben identificabili, nuovi potenziali first mover in tale contesto così sfidante”, conclude Schiaffino.

Solo il 4% delle imprese intervistate non conosce l’AI

Nello specifico, prendendo in considerazione le singole tecnologie, risulta che il 4% delle imprese sentite non conosce bene l’intelligenza artificiale, il 39% ne ha una conoscenza limitata, il 46% la conosce bene, il 12% è conoscitore e utente. Sul versante della virtual reality (VR) la conoscenza è così declinabile: l’1% non ne ha mai sentito parlare, il 3% non la conosce bene, il 42% ne ha solo una conoscenza limitata, il 45% ne ha una buona conoscenza, il 9% conosce e utilizza la VR.

Parallelamente, i dati sulla realtà aumentata evidenziano che il 2% non ne ha mai sentito parlare, il 6% non ne conosce bene il significato, il 43% ne ha una conoscenza limitata, il 42% ha una buona conoscenza, il 7% ne è conoscitore e utente. Della Blockchain, nello stesso tempo, non ne ha sentito parlare il 2%, il 9% non ne conosce bene il significato, il 51% ha una conoscenza limitata, il 34% ne ha una buona conoscenza, il 3% la conosce e ne fa uso. Gli Nfts, infine, risultano ignorati del tutto dal 9%, il 17% non ne conosce bene il significato, il 45% ne ha una conoscenza limitata, il 25% ne ha buona conoscenza, il 4% è conoscitore e utente.

Metaverso: per il 52% delle aziende è un’occasione per entrare in nuovi mercati

Sulla possibilità di creare valore per il business, prosegue il Report, per il 52% delle aziende intervistate il Metaverso è un’occasione di fare ingresso in nuovi mercati, per il 51% è una modalità di creare un’esperienza diversa per i clienti, per il 45% una strada per fare leva su modelli di business che rispecchiano la socialità delle persone, per il 42% un’occasione di partecipazione a ecosistemi innovativi. Percentuali inferiori ricoprono quanti sono dell’idea che il Metaverso costituisca un fattore di differenziazione competitiva (35%), risparmio su tempi e costi per il 31%, salvaguardia dell’ambiente – transizione ecologica (26%). I principali ambiti di utilizzo, che nei prossimi anni potrebbero interessare le aziende coinvolte nella survey, sono riconducibili alla conoscibilità del brand (45%), al lancio di nuovi prodotti (40%), alla consapevolezza che il Metaverso rappresenta il futuro (37%), a ottime opportunità per il business (37%), all’allargamento della customer base (34%), alla partecipazione come first mover (33%), la facilitazione dell’interazione tra le persone (25%), l’accesso a informazioni/dati sui clienti (19%). L’8% sta attendendo, prima della partecipazione, che altre aziende siano presenti.

Dobbiamo considerare il Metaverso come una risposta a una domanda che ancora non c’è – ha sottolineato Andrea De Micheli, VP Web3 Alliance e Presidente e Amministratore Delegato di Casta Diva Group nessuno ha richiesto la creazione di un mondo immersivo quale si propone di essere il Metaverso non è pertanto un’esigenza impellente che le persone sentono o hanno espresso. Ma l’intuizione di uno sarà il futuro per tutti, come la storia delle grandi invenzioni ci insegna – aggiunge De Micheli – Per questo motivo dobbiamo essere imprenditori visionari, soprattutto noi che operiamo in questo settore, e fornire a tutte le aziende che vorranno far parte di questo nuovo mondo gli strumenti per massimizzare il ritorno sugli investimenti”.

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