OpenAI ha richiesto la protezione del marchio “GPT-5” all’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti. Il creatore di ChatGPT non ha dichiarato di stare sviluppando GPT-5, che si presume sarà il successore del suo fiore all’occhiello, GPT-4.
Dai registri risulta che OpenAI ha effettuato il deposito il 18 luglio presso l’USPTO. La domanda è per un marchio di caratteri standard GPT-5, cioè riguarda solo il termine, non un particolare stile di carattere, dimensione o colore.
La documentazione descrive GPT-5 come un “software per computer per la creazione e la generazione di testi, programmi per computer scaricabili, software per lo sviluppo e l’implementazione di reti neurali artificiali”, oltre a una serie di altri usi.
Il deposito si estende anche al Software as a service, alla traduzione text-to-speech e ai servizi di ricerca e sviluppo dell’AI.
Nessuna novità sul rilascio effettivo di GPT-5
Sebbene OpenAI abbia presentato domanda di protezione, non è certo quando e se ci sarà un GPT-5. Le domande di marchio possono rimanere attive per non più di quattro anni, se si utilizzano tutte le estensioni disponibili. Il rilascio di GPT-5 potrebbe non essere poi così lontano.
GPT-5 dovrebbe essere il successore di GPT-4, l’attuale modello di punta di OpenAI, rilasciato a marzo. Un modello più grande del precedente GPT-3, che è stato utilizzato per alimentare ChatGPT Plus, il servizio in abbonamento da 20 dollari al mese.
Tuttavia, OpenAI non ha rivelato il funzionamento del modello, mantenendo le sue dimensioni e la sua potenza come un segreto aziendale strettamente custodito, con grande disappunto della comunità degli sviluppatori e preoccupazione di alcuni ricercatori, che temono che non possa essere valutato veramente.
OpenAI ha già depositato il marchio GPT
OpenAI ha alle spalle una storia di marchi registrati. All’inizio di quest’anno si è saputo che l’azienda sostenuta da Microsoft ha richiesto la protezione del marchio “GPT”.
L’acronimo, che sta per Generative Pre-trained Transformer, è il nome che OpenAI attribuisce alla maggior parte dei suoi modelli di intelligenza artificiale.
La mossa ha sollevato non poche polemiche, poiché una serie di modelli open source utilizzano GPT nei loro nomi. Ci sono Auto-GPT e Cerebras-GPT. Esistono anche modelli sviluppati dalle aziende, come Einstein GPT di Salesforce, che però è stato realizzato in collaborazione diretta con OpenAI.
La domanda di registrazione del marchio “GPT” è stata depositata lo scorso dicembre, ma inizialmente è stata respinta poiché OpenAI non aveva pagato le relative tasse. L’ufficio ha poi accettato la domanda, che è ora in fase di revisione.