Per Jeff Bezos, Perplexity AI stravolgerà il modo in cui cerchiamo informazioni. Il fondatore di Amazon ne è tanto convinto da averci messo del suo, partecipando a una cordata di investitori che ha iniettato 73,6 milioni di dollari nella startup che, ancora, non ha una sede propria e riunisce meno di quaranta collaboratori in uno spazio coworking a San Francisco.
Per capire cosa è Perplexity AI, come funziona e perché riscuote tanto interesse soprattutto da parte di persone molto bene introdotte nel tech, è opportuno partire dai presupposti e dagli obiettivi della startup californiana le cui origini, peraltro, risalgono a una manciata di mesi fa.
Perplexity AI: la nuova frontiera della ricerca online con intelligenza artificiale
Perplexity AI è un chatbot e un motore di ricerca conversazionale che sfrutta GPT-4 di OpenAI miscelandolo a un modello linguistico di grandi dimensioni (LLM) che usa il linguaggio naturale (NLP) e l’apprendimento automatico (Machine learning) per comprendere nel modo più puntuale il contesto al cui interno una domanda viene posta.
In parole spicce: Perplexity AI è un motore di ricerca che si presenta come un chatbot e che offre la possibilità di essere interrogato in modo consequenziale al fine di contestualizzare meglio la query (tipicamente una domanda) formulata dall’utente.
I modelli linguistici sui quali fa leva Perplexity AI attingono al web per proporre le risposte e si basano sulla tecnologia Open source di Mistral e di Meta (Llama2).
Breve storia di Perplexity AI
La startup è stata fondata ad agosto del 2022 da Andy Konwinski, Aravind Srinivas, Denis Yarats, e Johnny Ho, un quartetto con un passato nello sviluppo di grandi modelli linguistici che si prefigge lo scopo di estendere l’accesso alla conoscenza. Una frase che necessita un approfondimento, perché rimanda ai motori di ricerca che, di fatto, partecipano già a tale estensione.
Riuscire a combinare l’elaborazione del linguaggio naturale, i modelli di linguaggio di grandi dimensioni e il web coincide con una maggiore contestualizzazione delle domande degli utenti e, di conseguenza, con la possibilità di restituire risposte puntuali anche a fronte di quesiti complessi e articolati. Ciò che per il momento smarca Perplexity AI dai tanti concorrenti è proprio la capacità di raggiungere un elevato grado di profondità grazie all’uso dei modelli di linguaggio e la capacità di attingere ai dati prelevati dal web mediante un sistema di ricerca basato su Bing, il motore di ricerca di Microsoft.
Tutto ciò è propedeutico alla rapidità con cui Perplexity AI è in grado di restituire risultati e all’affidabilità di questi ultimi.
Perplexity nel contesto dell’analisi del linguaggio naturale
Come detto, Perplexity AI svolge ricerche sul web e, facendo leva sul linguaggio naturale e sull’apprendimento automatico per restituire risposte accurate e complete.
Per scandagliare il web fa uso di un modello linguistico di grandi dimensioni al fine di individuare contenuti coerenti con la domanda posta dall’utente, valutando anche l’affidabilità delle fonti interrogate con lo scopo di ridurre le allucinazioni, ossia il ricorso a fatti e dati che non hanno riscontro nella realtà.
Gli utenti possono porre quesiti usando il linguaggio naturale ai quali Perplexity AI risponde in linguaggio naturale, adeguando così il tenore delle risposte al livello di conoscenza con cui le domande sono state formulate. La procedura di follow-up consente di approfondire un argomento mediante domande più particolareggiate e approfondite.
Come funziona Perplexity AI
Quando un utente formula una domanda, Perplexity AI esegue una ricerca sul web selezionando le pagine più pertinenti e, successivamente, subentrano i modelli di linguaggio di grandi dimensioni che estrapolano le informazioni più aderenti alla domanda.
Questa sequenza di passaggi vuole rappresentare una saggia proporzione tra le funzioni tipiche di un motore di ricerca e quelle di un modello di linguaggio: da una parte la necessità di consultare più link (tipica dei motori di ricerca) e dall’altra la velocità di esecuzione di un modello di linguaggio il quale, però, può peccare di superficialità.
Video
Per aumentare il grado di affidabilità delle risposte, Perplexity AI è stato addestrato a dare rilievo alle citazioni – ovvero il medesimo meccanismo che premia gli articoli accademici – fornendo anche un set di domande pertinenti che hanno l’obiettivo di scandagliare ulteriormente l’argomento sollecitato dall’utente.
Gli utenti sono parte attiva, tant’è che possono rimuovere – tra quelle restituite da Perplexity – delle informazioni che risultano essere errate, prive di fondamento oppure non sufficientemente corroborate dai dati.
Perplexity, prova sul campo
A prima vista, l’interfaccia desktop di Perplexity assomiglia molto a quella di Google: una casella di testo centrata su una pagina di destinazione.
Ma non appena si inizia a digitare, le differenze diventano evidenti. Quando si pone una domanda, Perplexity non restituisce un elenco di collegamenti, ma esplora il Web e utilizza l’intelligenza artificiale per scrivere un riepilogo di ciò che trova. Queste risposte sono annotate con collegamenti alle fonti utilizzate dall’intelligenza artificiale, che appaiono anche in un pannello sopra la risposta.
Abbiamo testato Perplexity su decine di domande, comprese domande sugli eventi attuali. Ogni volta abbiamo ricevuto una risposta generata dall’intelligenza artificiale, generalmente lunga un paragrafo o due, densa di citazioni a siti web, insieme a un elenco di domande di follow-up suggerite che avremmo potuto porre.
Una funzionalità molto utile di Perplexity è “Copilot”, che aiuta l’utente a restringere la query ponendo domande chiarificatrici. Abbiamo chiesto idee su dove organizzare una festa di compleanno per un bambino di 2 anni, ad esempio, Copilot ha domandato se volevamo suggerimenti per gli spazi esterni, interni o entrambi. Quando abbiamo selezionato “interno”, ci è stato chiesto di scegliere un budget approssimativo per la festa. Solo allora ha fornito un elenco di possibili sedi.
Perplexity consente inoltre agli utenti di effettuare ricerche all’interno di un insieme specifico di fonti, come documenti accademici, video di YouTube o post di Reddit. Un’altra caratteristica da rilevare, di Perplexity, sta nell’ammettere di non sapere qualcosa. A volte dà una risposta parziale alla domanda, con un avvertimento del tipo: “Nei risultati della ricerca non vengono forniti ulteriori dettagli”. La maggior parte dei prodotti di chat basati sull’intelligenza artificiale mancano di questo tipo di umiltà: le loro risposte sembrano sicure anche quando dicono sciocchezze.
Strategie pratiche per integrare Perplexity AI nei processi aziendali
Ci sono diversi modi per integrare Perplexity AI nei processi aziendali ma, a scanso di equivoci, per ottenere risultati soddisfacenti occorre che l’organizzazione abbia una solida conoscenza degli atout conferiti dall’uso delle AI in genere. Pensare che Perplexity AI possa adeguarsi alle necessità interne all’impresa senza un’opportuna cultura è rischioso e fuorviante.
Uno degli ambiti in cui Perplexity AI può essere d’aiuto è la fase di ricerca: scandagliare fonti diverse potendo contare su risultati attendibili dà una spinta alle attività di analisi del mercato e di intelligence, ossia di analisi della concorrenza. Più in generale, può essere prezioso nell’estrarre valore dai dati, facendo leva su rapidità ed efficienza.
Entrando nel dominio del marketing, Perplexity AI può assistere chi crea contenuti. Ci sono, tuttavia, delle strategie di impiego che entrano maggiormente nella profondità dei processi aziendali:
- ricerca e sviluppo, grazie alla possibilità di identificare idee in rapporto alle esigenze del mercato;
- automazione dei processi;
- supporto ai clienti, fornendo risposte rapide e precise ai quesiti che questi pongono;
- supporto interno, facilitando il trasferimento di conoscenze e le informazioni all’interno dell’azienda, rispondendo a domande specifiche formulate dai collaboratori.
Qualsiasi sia l’uso che si intenda farne, è opportuno che i dati siano consistenti e di qualità.
Quanto costa Perplexity AI
La versione Perplexity Pro è accessibile al prezzo di 20 dollari al mese (18,30 euro circa) oppure 200 dollari l’anno (183 euro) se si opta per il pagamento anticipato.
Nella versione gratuita ci sono alcune limitazioni ma è un buon viatico per testarne le qualità.