Al Pure Acccelerate 2018 di San Francisco Pure Storage dice a clienti e partner che è giunto il momento di ridisegnare le infrastrutture data center modellando computing, networking e storage verso una architettura data centrica. È l’unico modo per accelerare i nuovi progetti di business incentrati su Intelligenza Artitificiale e nuovi workload
«Lo storage è una componente importantissima affinché l’innovazione di business accada, è il posto dove stanno i dati, il patrimonio dell’azienda». È con queste parole che Charlie Giancarlo, CEO di Pure Storage accoglie i propri clienti e partner a San Francisco, al Pure Accelerate 2018, la convention annuale dell’azienda che, ricorda il numero uno, «è riuscita a raggiungere (e superare) il miliardo di dollari di fatturato dopo solo 5 anni dalla nascita».
E in effetti potrebbe essere considerata una vera startup, una di quelle che dal debutto continua a crescere e poi decolla: «lo abbiamo fatto seguendo sempre la nostra natura e la chiarissima strategia iniziale: puntare tutto sull’all-flash», ribadisce Giancarlo.
I numeri gli danno ragione: un fatturato 2018 di 1,1 miliardi di dollari [Pure Storage ha iniziato l’anno fiscale 2019 il 1° febbraio 2018 – ndr], con una crescita anno su anno del 40%; un aumento significativo del numero di clienti che oggi sono in totale oltre 4800 più del 30% dei quali appartengono alla classifica Fortune500 (+43% annuo, un aumento di circa 300 nuovi clienti a trimestre).
«Siamo la migliore azienda B2B per quanto riguarda customer experience e fedeltà dei clienti con un punteggio di 83.7 NPS (Net promoter score)», aggiunge poi con un certo orgoglio il “padrone di casa”.
Pure Accelerate 2018: il messaggio principale, verso una Data-Centric Architecture
Entrando nel vivo dei messaggi chiave che il CEO Charlie Giancarlo intende lasciare al suo pubblico, è con una metafora che spiega la visione dell’azienda sul futuro delle infrastrutture data center: «ciò che serve per accelerare l’innovazione delle aziende è uno sgabello a tre gambe; lo sgabello è l’architettura data center e le tre gambe sono: 1) compute, 2) network, 3) storage».
Con la forte accelerazione che sta avvenendo sul fronte del Machine Learning e delle tecnologie di Intelligenza Artificiale, i dati si sono spostati dall’essere asset informativi a vero e proprio centro dell’innovazione. «Non è più sufficiente, per le organizzazioni, essere data-drive, devono essere data-centriche, basate sui dati», è la visione raccontata da Giancarlo. «Le aziende più innovative in questo momento sono quelle che stanno già sfruttando l’Intelligenza Artificiale (e quindi i dati) per ottenere crescita e vantaggio competitivo. A queste imprese serve una architettura data center moderna, disegnata appositamente per conservare in modo ottimale, condividere e analizzare i dati in un mondo multi-cloud».
Nella strategia di Pure Storage, una data-centric architecture ha un disegno infrastrutturale che pone al centro dati ed applicazioni e la tecnologia è “costruita” attorno ad essi, il dato è l’elemento core.
In passato si è sempre seguito un approccio che il CEO chiama “Big Compute”, applicazioni big (monolitiche o comunque molto estese e complesse) con pochi dati che richiedevano una capacità computazionale elevata per poter funzionare; oggi la visione di Pure Storage la porta a collocarsi ed avvicinarsi alle aziende che si stanno muovendo verso un approccio “Big Data”, dove le applicazioni diventano un mix di microservizi containerizzati, snelle e molto veloci, che catturano però una grandissima mole di dati, anche e soprattutto esterne all’azienda e destrutturate (come per esempio le applicazioni di Intelligenza Artificiale).
In un disegno come questo, alla base della data-centric architecture, l’elemento chiave su cui puntare non è più il computing ma lo storage: «non commettiamo l’errore di parlare ancora di storgae tier 1, tier 2…. non ha più senso; le architetture di domani avranno un livello software di intelligence per gestire pool di risorse disaggregate con una nuova architettura data center, nuove modalità di computing e networking, e con uno storage abilitato dalle tecnologie Nvme (NVM Express; Non-Volatile Memory)», è la puntualizzazione di Matt Kixmoeller, VP, Marketing & Product Management di Pure Storage che, dal palco di San Francisco, introduce il concetto di “Shared Accelerate Storage” basato su NVMe, un’unica, consolidata, condivisa e più efficiente data-centric architecture che unisce SAN – Storage Area Network e DAS – Direct-attached storage.
Gli annunci più importanti al Pure Accelerate 2018
L’idea di Shared Accelerate Storage prende forma con la nuova famiglia di FlashArray//X che unifica le precedenti famiglie di prodotti Pure Storage e consente ai partner di poter scegliere la tipologia di soluzione più vicina (per dimensionamento e capacità) alle esigenze dei workload aziendali. La nuova famiglia all-NVMe FlashArray//X comprende cinque configurazioni, da NVMe-ready //X10 per applicazioni di piccole dimensioni fino ad all-NVMe //X90, il FlashArray più denso e veloce di Pure Storage pensato per i workload emergenti.
Tutti i FlashArray//X sono pensati per concretizzare il disegno di una data-centric architecture che consente una maggiore flessibilità della componente di computing e abilita la connettività verso un pool di Shared Accelerated Storage rapido, affidabile e denso, tramite una rete veloce. Un’architettura di questo tipo permette di disaccoppiare storage e computing, consentendo di scalare le risorse in modo indipendente mantenendo prestazioni ed efficienza.
L’evoluzione verso architetture applicative che necessitano un’alta scalabilità ha portato a cambiamenti significativi nei requisiti relativi allo storage. Le aziende che oggi adottano un modello IT cloud si trovano spesso a dover gestire una miriade di tipologie di storage: SAN per applicazioni classiche e DAS per applicazioni di modern analytics e web-scale. La risposta di Pure Storage con i nuovi FlashArray//X è un’architettura Shared Accelerate Storage che unifica e consolida SAN e DAS.
L’altro importante annuncio fatto direttamente dal palco di San Francisco è tutto in chiave IA – Intelligenza Artificiale. Si tratta del nuovo modello, mini, di AIRI, l’Artificial Intelligence Ready Infrastructure che nasce dalla sinergia tra Pure Storage e NVIDIA.
AIRI Mini è basata su FlashBlade di Pure Storage, la prima piattaforma storage creata per l’AI e i modern analytics, configurati con 7x 17TB blade e su 2 server NVIDIA DGX-1, in grado di supportare fino a 2 petaFLOP di performance Deep Learning. Questi sistemi sono interconnessi con switch da 100GbE, che supportano GPUDirect RDMA per le migliori performance di training distribuite. AIRI è dotato inoltre di GPU Cloud Deep Learning Stack di NVIDIA e di AIRI Scaling Toolkit di Pure Storage, consentendo così ai data scientist di avviare iniziative nel campo dell’Intelligenza Artificiale non più in settimane o mesi, ma in ore.
Infine, altra importante iniziativa annunciata al Pure Accelerate 2018, Pure Storage rende disponibile AIRI e AIRI Mini con gli switch di Cisco Nexus9000 100Gb Ethernet.
MIT Tech Review: IA per sbloccare l’intelligenza dei dati
Al Pure Accelerate 2018 annunciati anche i risultati di una ricerca condotta dal MIT Tech Review su oltre 2300 business leader in tutto il mondo per capire come le aziende si stanno muovendo per “sbloccare” l’intelligenza contenuta nei dati grazie all’Intelligenza Artificiale.
In linea generale le aziende nutrono grandi aspettative sull’Intelligenza Artificiale, in particolare la vedono come un’opportunità per migliorare le operation, la customer experience dei clienti, migliorare le performance aziendali attraverso iniziative data-driven. Tuttavia, esistono ancora preoccupazioni elevate rispetto non solo ai costi di adozione e all’adeguamento delle infrastrutture ma anche, e soprattutto, rispetto a temi quali la sicurezza, l’etica e le competenze.
Queste le evidenze principali dell’indagine, il cui report finale può essere scaricato qui:
- l’82% dei leader IT e di business pensano che l’Intelligenza Artificiale avrà un impatto positivo;
- l’83% pensa che l’IA sia importante per effettuare analisi avanzate facendo crescere l’efficienza e riducendo gli errori umani;
- oltre l’80% prevede maggiore creatività e iniziative di business più innovative e customer-focus proprio grazie all’IA;
- Il 79% degli intervistati pensa che ci siano ancora questioni etiche e legale che debbano essere chiarite.
In aggiunta a questa visione complessiva, la maggior parte delle persone intervistate ritiene non ci siano sufficienti risorse (intese sia come competenze sia come tempo) da dedicare al data mining e alla data intelligence:
- il 78% degli intervistati dice che deve affrontare sfide nella comprensione, analisi ed interpretazione di grandi volumi di dati;
- il 79% sostiene che la sfida maggiore sia nell’identificare le fonti di dati rilevanti e pertinenti;
- l’81% pensa che in futuro tutto si giocherà sulla capacità di analizzare ancora più dati ad una velocità maggiore. E’ da qui che le imprese trarranno ispirazione per fare innovazione.