Quella in atto è una nuova rivoluzione industriale, che ci proietterà – da qui a dieci anni – in un contesto in cui l’AI, soprattutto quella Generativa, trasformerà diversi settori e mercati. Appare però distopico uno scenario in cui l’AI sostituirà l’essere umano. Piuttosto ipotizziamo che ci saranno due campionati: quello sugli LLM o foundational model – in cui competono player come OpenAI e Google – e quello relativo agli sviluppi su casi d’uso specifici che richiedono dataset granulari e ricchi di informazioni necessarie a risolvere problemi complessi.
Da questa rivoluzione passa anche la crescita del settore RegTech, neologismo creato nel 2015 dalla crasi dei termini inglesi “regulation” e “technology”, utilizzato dalla Financial Conduct Authority.
Un mercato globale da 12,82 miliardi di dollari (dati 2023) con una crescita prevista di 15,80 miliardi di dollari nel 2024, che porterà, in soli 8 anni (2024-2032) a raggiungere gli 85,92 miliardi di dollari, con un CAGR del 23,6%.
Nuove applicazioni nel settore RegTech
Un mercato con sviluppi significativi anche in Italia, dove si contano varie migliaia di documenti normativi oggi in vigore. Anche per questo, tutti coloro che necessitano di informazioni legali aggiornate e accurate si trovano in grande difficoltà nella fruizione e, a maggior ragione, nell’analisi delle norme. Come scrivevo già in tempi non sospetti, però, non c’è da aspettarsi una riduzione del numero di normative a cui adeguarsi. Anzi. Le continue innovazioni tecnologiche e sociali, unite alla crisi climatica in corso e all’instabilità politica globale, porteranno a un incremento delle norme, contestuale all’aumento delle esigenze dettate dai fattori appena elencati.
Fortunatamente lo sviluppo di nuove applicazioni nel settore RegTech trova terreno fertile grazie al supporto delle istituzioni e all’interesse crescente da parte degli investitori, anche in un paese come l’Italia che ha tutto il potenziale per diventare un hub europeo in questo mercato, se guardiamo alla combinazione di talento tecnologico, infrastrutture robuste e un ecosistema finanziario dinamico.
Non a caso, l’ipotesi di sfruttare l’intelligenza artificiale per la “semplificazione normativa” è arrivata fino ai gruppi di lavoro del governo, ed è al centro del dibattito anche a livello europeo da diverso tempo, come dimostra la recente entrata in vigore dell’AI Act.
Portare gli operatori del settore legale e della compliance nell’era dell’AI
La prevista espansione del settore RegTech – con un aumento delle collaborazioni tra start-up, istituzioni finanziarie e regolatori – non soltanto faciliterà le attività di compliance, ma anche l’innovazione del settore, grazie a soluzioni che renderanno il sistema finanziario italiano più sicuro, trasparente e competitivo a livello internazionale. Assisteremo a una crescita trainata dall’inevitabile necessità di tutti gli stakeholder finanziari di affrontare la crescente complessità normativa, ridurre i costi operativi, migliorando anche la trasparenza e l’efficienza nei processi aziendali.
Per quanto strutturate possano sembrare, anche le grandi corporate, gli istituti bancari e le società finanziarie devono infatti stare al passo delle numerose fonti normative che pubblicano centinaia di documenti al giorno. Consob, Banca d’Italia, IVASS – a livello nazionale -, Commissione Europea, BCE, EIOPA – a livello europeo -, sono soltanto le più note le autorità che pubblicano quotidianamente documenti rilevanti per le istituzioni finanziarie che operano in Italia.
La questione si complica ulteriormente per gruppi complessi che operano in diversi paesi.
L’intelligenza artificiale, in questo senso, può essere utilizzata per analizzare grandi volumi di dati, identificando gli impatti delle normative sul business e sui processi aziendali, supportando chi oggi deve svolgere questa attività manualmente. Il Machine learning, poi, può migliorare continuamente questi processi, imparando dai dati storici e adattandosi alle nuove minacce e ai cambiamenti normativi. Siamo di fronte all’opportunità di portare gli operatori del settore legale e della compliance nell’era dell’intelligenza artificiale.
Identikit di un’azienda nata da un progetto di ricerca dell’Università di Pisa
Aptus.AI è frutto di un progetto di ricerca nato tra i banchi dell’Università di Pisa, dai due co-founder Andrea Tesei e Lorenzo De Mattei. La mission è proprio quella di rispondere al bisogno degli stakeholder finanziari di far fronte alla crescente complessità normativa nazionale e internazionale, grazie alla tecnologia proprietaria di AI capace di generare un innovativo formato elettronico machine-readable dei documenti normativi, consentendo di automatizzare i processi di compliance e ridurre il lavoro manuale, minimizzando anche il rischio di errori.
Supportiamo tutti coloro che hanno bisogno di informazioni legali rapide, accurate, aggiornate in tempo reale, e di un monitoraggio costante e puntuale della normativa in continua evoluzione. E non soltanto tramite il tradizionale approccio reattivo della compliance, ma offrendo anche la possibilità senza precedenti di anticipare i trend normativi e prepararsi con largo anticipo all’entrata in vigore di una norma, grazie alla funzione della piattaforma che permette di analizzare anche i testi legali nelle fasi precedenti alla loro pubblicazione ufficiale.
In questo modo, la compliance può essere trasformata da “blocker” in una leva di business strategica, considerando anche che l’automazione di alcuni passaggi dei processi di compliance consente di liberare risorse da dedicare a innovazione e sviluppo.
Inoltre, la scalabilità della tecnologia di Aptus.AI la rende applicabile a lingue, giurisdizioni e testi legali di ogni tipo, abilitando l’utilizzo della piattaforma anche in un contesto internazionale. Come dimostra anche la scelta operata da uno dei principali gruppi bancari in Europa, il Gruppo Intesa Sanpaolo.
Conclusioni
L’adozione dell’intelligenza artificiale, inclusa l’ultima frontiera rappresentata dall’AI Generativa, rappresenta una svolta nel modo in cui gli istituti finanziari affrontano la compliance, ma può rivelarsi un game-changer anche in altri settori altamente regolamentati (assicurativo, energetico, farmaceutico), grazie alla capacità di monitorare costantemente le fonti normative, analizzare il contenuto dei testi legali in tempi ridotti e identificare i cambiamenti rilevanti.
Non si tratta soltanto di un modo per essere conformi alle normative, ma di un’opportunità per trasformare la compliance in un motore di crescita e innovazione, consolidando la fiducia e la reputazione sul mercato. Trasformando un obbligo normativo in una risorsa strategica, queste tecnologie consentono di migliorare l’efficienza e ridurre i rischi. Automatizzando i processi ripetitivi e dispendiosi in termini di tempo con l’aiuto delle macchine, gli esseri umani possono concentrarsi su attività a maggior valore aggiunto, come l’analisi strategica e l’innovazione dei servizi, consentendo alle istituzioni finanziarie di essere più reattive e adattabili in un mercato in rapida evoluzione.