Il metaverso sembra destinato a ridefinire completamente lo standard dell’esperienza nell’educazione, nello shopping, nella pubblicità e in generale nell’uso del computer e nell’interazione tra persone, abbracciando dall’intrattenimento all’assistenza sanitaria. Secondo Bloomberg Intelligence, entro il 2024 il valore dei cosiddetti “3D virtual social worlds” raggiungerà gli 800 miliardi di dollari e già oggi tutte le più grandi aziende del mondo sono pronte a mettere piede in questo nuovo universo senza distinzione di settore. Quello immobiliare non fa eccezione e, anzi, sembra essere particolarmente permeabile a questa rivoluzione. Il virtual real estate, cioè, è già realtà.
Il real estate si muove verso NFT e metaverso
A dimostrarlo, ancora una volta, sono i numeri: DappRadar, sito che tiene traccia delle vendite di terreni virtuali e NFT (Non-Fungible Token), ha registrato un volume di scambi di 500 milioni di dollari per il 2021; di questi, 330 milioni negli ultimi tre mesi dell’anno, un terzo solo nell’ultima settimana di novembre. Da quando Facebook ha annunciato il suo interesse per il metaverso, poi, le valutazioni sono esplose in un solo mese da una media di 2.600 dollari a particella a oltre 11.000 dollari. Ma per il 2022 questi scambi potranno arrivare a toccare 1 miliardo di dollari.
Molte le società che hanno già deciso di mettere un piede nell’immobiliare virtuale. Tokens.com, ad esempio, ha investito 1,7 milioni di dollari in terreni digitali, mentre Republic Realm, costruttore virtuale, ha pagato ben 4,3 milioni di dollari per 2.500 lotti di terreno digitale in 19 mondi su una delle principali piattaforme di settore. Ma come si stima il valore di un terreno in questo mondo virtuale? Il valore dei terreni è dato dall’importanza percepita della piattaforma in cui si trovano, ma anche dalla loro centralità o rilevanza all’interno della mappa. I meccanismi sono simili a quelli del real estate tradizionale: posizione, prospettive di crescita e potenzialità di collegamento, non c’è grossa differenza fra reale e virtuale da questo punto di vista.
Le piattaforme principali del metaverso
Attualmente le piattaforme principali del metaverso che consentono una prospettiva real estate sono The Sandbox e Decentraland, con la prima che cuba tre volte il giro di affari della seconda. Per avere un ordine di grandezza: Sandbox dichiara circa 500mila utenti attivi al mese, Decentraland 300mila. Nel novembre del 2021 un lotto di terra virtuale è stato venduto alla cifra record di 2,4 milioni di dollari su Decentraland e solo una settimana dopo un altro pezzo di terra digitale è stato venduto per 3,4 milioni di dollari su The Sandbox. Nel futuro non avremo una piattaforma dominante, ma ogni piattaforma tenderà a sviluppare una propria nicchia, un po’ come è successo a Facebook, Linkedin e Instagram che consentono finalità diverse agli stessi utenti. In questo senso la previsione è che Decentraland continuerà a svilupparsi sul fronte degli eventi live, mentre The Sandbox lo farà nell’ambito dei giochi, ma non smettiamo di guardare con interesse al di fuori di questo “duopolio”: fra le piattaforme emergenti le più interessanti sono Axie Infinity, Treeverse, Somnium e Upland.
Video: Cos’è Sandbox (in inglese)
Anche il mondo del fashion è interessato al metaverso
Attesissima la prima Virtual Fashion Week che si terrà su Decentraland dal 24 al 27 marzo, a cui parteciperanno grandi marchi come Dolce&Gabbana, Cavalli, Etro, Hogan, Elie Saab, Guo Pei, Tommy Hilfiger, Jacob&Co, Vogue Arabia, Dundas, Paco Rabanne e molti altri. Immediatamente risulta più chiaro, attraverso un evento come questo, quali potenzialità per il consumatore e per le aziende assume lo sviluppo “immobiliare” nel metaverso. Esattamente come uno spazio fisico (negozio, centro commerciale, ecc) ha un’alta valorizzazione tanto più riesce a mettere in contatto fisico il cliente e l’azienda, allo stesso modo avviene per un “luogo” virtuale se riesce ad assolvere allo stesso scopo.
Conclusioni
Quindi: la scelta di acquistare un lotto per il semplice “partecipare” al trend speculativo è priva di strategia e non esente da rischi. Se invece la scelta di investire nasce da una scommessa sullo sviluppo della tecnologia e della sua monetizzazione futura, allora il discorso cambia e, ai corretti parametri di valutazione, l’investimento ha la sua ragion di esistere.