Il computer quantistico è terreno di battaglia di molti player tecnologici e centri di ricerca che stanno battagliando per la cosiddetta supremazia quantistica ma la “cronaca tecnologica” ci ha abituati, negli ultimi anni, ad attendere in particolare le mosse di Google contro IBM e viceversa.
Era il luglio del 2018 quando, in occasione della Conferenza Internazionale sulle Tecnologie Quantistiche (ICQT) di Mosca, John Martinis, fisico pluripremiato responsabile del laboratorio di ricerca quantistica di Google, dichiarò al mondo che Big G «è vicina alla creazione di un computer che sarà in grado di dimostrare la “quantum supremacy”, la supremazia quantistica, ossia la superiorità del calcolatore quantistico sui supercomputer tradizionali». Superiorità che Google, in quell’occasione, sembrava proclamare anche in relazione al mercato e alla concorrenza, in particolare quella che vede ormai da diversi anni Google sfidare IBM.
A poco più di un anno di distanza torniamo a parlare del computer quantistico di Google perché pochissimi giorni fa, sul sito della NASA, è apparso un documento – intercettato immediatamente dal Financial Times, prima redazione ad averne dato notizia – nel quale i ricercatori di Google affermavano che il loro processore era in grado di eseguire un calcolo in tre minuti e 20 secondi su un problema che Summit, il computer classico più avanzato di oggi, potrebbe risolvere solo impiegando circa 10.000 anni.
L’utilizzo del verbo al passato è d’obbligo dato che il documento, intitolato “Quantum supremacy using a programmable superconducting processor” (supremazia quantistica che utilizza un processore superconduttore programmabile) è stato rimosso poche ore dopo la sua pubblicazione.
Supremazia quantistica: troppo presto per annunciarla
Quando si parla di supremazia quantistica (termine coniato nel 2012 dal fisico teorico John Preskill) ci si riferisce al momento in cui un sistema costruito utilizzando la nuova tecnologia (il computer quantistico) può risolvere un problema che, a tutti gli effetti pratici, è impossibile da gestire anche per i supercomputer più potenti.
Secondo i reporter Madhumita Murgia e Richard Waters del FT, nel documento i ricercatori annunciavano di fatto l’arrivo della supremazia quantistica (la capacità di un computer quantistico di risolvere problemi irrisolvibili se non con enormi capacità computazionali e in centinaia – se non migliaia – di anni), ammettendo però che si trattava di un esperimento e che tale supremazia quantistica si concretizzava solo per lo specifico caso/calcolo tecnico oggetto della sperimentazione.
Nel documento si parlava infatti di un test tecnico che prevedeva l’utilizzo del chip quantistico (un processore con un design a 53 qubit dal nome in codice Sycamore) per provare che le cifre prodotte da un generatore di numeri casuali erano davvero casuali. Al sistema è stato assegnato il compito di dimostrare questa casualità, problema che ha risolto in tre minuti e 20 secondi.
L’utilizzo di un computer quantistico per la risoluzione di problemi pratici (per esempio per il machine learning, la ricerca e la scienza dei materiali, la ricerca in campo chimico, la crittografia…) è ancora un traguardo lontano che richiederà diversi anni di ricerca e sperimentazione. E’ forse proprio per questo che la comunità scientifica non si è ancora espressa in merito alla proclamazione della supremazia quantistica; gli stessi manager e ricercatori di Google sono cauti e, per ora, non rilasciano dichiarazioni.
Sebbene dunque si sia ancora lontani dall’avere un computer quantistico veramente programmabile per scopi generici, è innegabile che questa notizia possa rappresentare una svolta, se non altro come incentivo per incrementare gli investimenti in questa tecnologia.
PER APPROFONDIMENTI SUL COMPUTER QUANTISTICO, COS’E’ E LE SUE POSSIBILI APPLICAZIONI, CONSIGLIAMO LA LETTURA DEL SERVIZIO “Computer quantistico (o computer quantico): cos’è, come funziona e qual è il suo futuro“