Tempo fa suscitò molto scalpore l’apertura a Torino di una “casa chiusa” in cui, al posto di persone in carne e ossa, si prostituivano dei robot in tutto e per tutto simili ad esseri umani.
In realtà, in quel caso in particolare, non si trattava di veri e propri robot ma di oggetti più simili a bambole gonfiabili di ottima fattura, ciononostante l’episodio è comunque da considerarsi molto importante perché ha, per la prima volta, permesso di parlare di uno scenario che di qui a breve diventerà sicuramente realtà. Esatto, avete capito bene. A breve l’uomo farà sesso con dei robot.
Se ne parla ancora poco ma è una realtà che si sta avvicinando sempre di più. Gli esperti parlano di sex robot per definire questi sistemi avanzati che potranno essere utilizzati come intrattenimento sessuale. Ma di cosa si tratta?
Cos’è un sex robot?
Per parlare di sex robot è necessaria la coesistenza di tre fattori:
- esoscheletro capace di movimenti autonomi;
- una qualche intelligenza artificiale;
- sembianze umane (o umanoidi).
Ora, basta guardarsi attorno per capire che non siamo molto lontani dalla creazione di veri e propri robot del sesso. Il cane Spot di Boston Dynamic ha raggiunto una elevata capacità di movimento e poco manca prima che possa erigersi in posizione eretta. Da qui a inserire tale esoscheletro dentro a bambole simili a quelle presenti nella casa di piacere di Torino il passo è davvero breve. Se a questo umanoide si inserisce poi un’intelligenza come quella di Alexa, il gioco è fatto.
Perché i sex robot sono un fenomeno importante
Negli anni ottanta imperversava la guerra commerciale tra i dispositivi Betamax e i dispositivi VHS. Quest’ultima a un certo punto riuscì a superare di gran lunga le vendite della rivale decretandone del tutto la fine. Sapete come fece? Semplicemente il formato VHS venne scelto da diverse case di produzione di film hard per la distribuzione dei loro film. Stessa cosa accadde diversi anni dopo con la tecnologia DVD.
Questo per dire che il mercato dell’intrattenimento sessuale è stato in molti casi un apripista capace di indicare la strada per gli altri tipi di business. Non sorprende quindi che i primi robot a cui si sta pensando sono sex robot e non robot avvocati o robot camerieri.
Non solo, pensandoci bene si comprende come l’ambito sessuale sia, ad oggi, forse l’unico ambito in cui la profilazione e il trattamento dati non siano ancora delle realtà. Per capirci, Google e Amazon conoscono tutto di noi, ma difficilmente conoscono gli aspetti relativi alla nostra intimità. È facile quindi capire come questo aspetto potrebbe fare gola a molti. I sex robot potrebbero quindi essere usati come “cavallo di Troia” per carpire informazioni e segreti dei clienti.
I robot del resto sarebbero dotati di intelligenza e non è difficile pensare che, come Alexa sia soggetta a human review, anche i sex robot potrebbero esserlo. Pensateci, quello che oggi facciamo e diciamo nell’intimità, resta tra noi e il nostro partner. Quello che faremo con un sex robot resterebbe tra noi, il robot, l’azienda produttrice del robot, l’azienda che fornisce il servizio di hosting e così via…
E lo scenario non è ancora il peggiore ipotizzabile. Si pensi difatti a cosa accadrebbe in caso di data breach con relativa diffusione di audio e immagini…
Si capsice quindi che questo problema dei sex robot, a cui ci si può approcciare con leggerezza, si presta a numerose riflessioni di carattere giuridico, ma non solo.
Sex robot ed etica
Sono molti gli aspetti da considerare anche sotto il piano etico. In un’intervista a cui ho partecipato con il giornalista Ayzad e Maurizio Balistreri dell’Università di Torino, è emerso come potrebbe essere problematica a livello etico sociale la creazione di sex robot con le sembianze di un vip, della propria ex ragazza o addirittura di bambini. I sex robot potrebbero andare a stimolare menti deviate con conseguenze anche molto pericolose. Si possono picchiare i robot? Possono essere violentati? Sono solo pezzi di metallo o sono qualcosa di più? Potremmo sostenere che fino a quando la macchina non supererà il test di Turing, non possiamo considerarla come un essere senziente. Probabilmente è vero, ma il fatto di abituarci a simili violenze (seppur su dei robot) non rischia di renderci meno empatici anche con gli esseri umani?
Intelligenza emotiva
L’ultimo aspetto da considerare in questa che vuole essere meramente un’introduzione al vasto mondo dei sex robot è l’aspetto che riguarda la sfera emotiva. In un interessante Ted Talk, nonché in un recente libro, Maurizio Balistreri parla di amore al tempo delle macchine. L’uomo, probabilmente, nel momento in cui i sex robot avranno sembianze e movimenti da umano non avrà grossi problemi a innamorarsene. Viceversa, prima che il robot si innamori sarà necessario che l’intelligenza artificiale passi dall’essere una mera intelligenza razionale all’essere intelligenza emotiva. Non più solo calcoli ma anche emozioni quindi, come l’amore, l’affetto ma anche come l’odio la rabbia e la voglia di ribellarsi. Senza andare a scomodare scenari come quelli di “Westworld” o “Terminator”, è evidente come la possibilità che un essere senziente si rivolti contro l’uomo, anche solo aggredendolo per opporsi alle sue violenze, sia qualcosa da prendere in considerazione.
Del resto, emotività non vuol dire solo amore ma anche odio. Dotare un sistema di tali funzioni significa accettarne ogni implicazione. Siamo pronti a questo scenario?