I social robot sono robot domestici, più comunemente oggi identificati anche come personal robot, che hanno come obiettivo primario fare compagnia alle persone svolgendo diversi compiti, dall’intrattenimento di bambini e animali fino alla gestione della smart home e alla sorveglianza.
Quello dei social robot è, secondo le stime di ResearchAndMarkets.com, uno degli ambiti della robotica domestica che avrà la maggior crescita nei prossimi due-tre anni: si parla di una crescita superiore al 13% annuo da qui al 2023, con un volume d’affari globale che sfiorerà i 700 milioni di dollari (se guardiamo al mercato della robotica consumer, includendo in quest’ambito non solo i social robot ma tutti i robot domestici, compresi quindi robot da cucina, robot aspirapolvere, robot tagliaerba e robot da giardino, ecc., ABI Research stima un fatturato globale di 23 miliardi di dollari entro il 2026).
Sul mercato iniziano a vedersi parecchi esemplari di social robot. Nei prossimi paragrafi ne elenchiamo alcuni tra i più noti (seguendo l’ordine alfabetico dei nomi dei social robot).
Nota: questa parte del servizio viene regolarmente aggiornata con l’inserimento di nuove informazioni dei social robot monitorati e l’aggiunta di eventuali nuovi robot che arrivano sul mercato
Aido robot, il social robot amico di famiglia
Senza braccia né gambe ma con un collo lungo e curvo che porta subito al ricordo di E.T. (l’extra-terrestre protagonista del film di fantascienza del 1982 diretto da Steven Spielberg), Aido è un robot pensato per le famiglie e nonostante non sia un robot antropomorfo è dotato di sensori tattili.
Interagisce facilmente con i membri della famiglia, che riconosce grazie ad un sistema di riconoscimento biometrico dei volti, e può intrattenere i bambini oppure fare da assistente in alcune “faccende domestiche”, per esempio in cucina oppure ricordando appuntamenti e scadenze.
Come quasi tutti i social robot disponibili oggi è in grado anche di sorvegliare animali e abitazioni e fare da “guardiano” quando non c’è nessuno in casa. Aido robot può anche fungere da hub multimediale e da centro di controllo della smart home, interfacciandosi e gestendo elettrodomestici od oggetti connessi.
Alpha 2, il robot umanoide che vuole entrare nelle case di tutto il mondo
Alpha 2 è un robot umanoide progettato e realizzato da Ubtech Robotics, azienda di robotica cinese, che nell’aspetto ricorda tantissimo un altro robot umanoide, Nao (prodotto dalla Softbank Robotics, la stessa azienda che ha realizzato il robot Pepper, una delle aziende di robotica più note al mondo specializzata proprio nella produzione di social robot).
Alpha 2 si posiziona sul mercato come un “family robot”, un robot sociale pensato per fare compagnia, intrattenere ed assistere le famiglie. È dotato di braccia e gambe e riesce a muoversi abbastanza liberamente (anche se i movimenti non sono molto fluidi); Alpha 2 è equipaggiato di videocamera e sensori che gli consentono di rilevare suoni ed immagini, nonché sensori per controllare movimento, inclinazione ed eventuali urti del robot.
Alpha 2, come tanti suoi “amici” social robot, riconosce i volti e gli ambienti in cui si muove, diventando così un ottimo sistema di sorveglianza. Alpha 2 robot è inoltre un valido assistente in grado di ricordare scadenze e impegni, leggere e-mail e messaggi, girare un video o prendere appunti, avvisare su meteo e traffico, cercare e leggere le notizie…
Come altri social robot Alpha 2 è un simpatico intrattenitore per bambini (ma non solo) che può leggere fiabe e storie, invogliare a fare ginnastica, aiutare ad imparare alfabeto, grammatica o una lingua straniera (in questo senso può anche essere considerato un robot educativo).
Può essere connesso ad altri oggetti e quindi fare da hub di controllo di elettrodomestici o di sistemi di domotica, controllando illuminazione, chiusure di porte e finestre, ecc.
Amy, un social robot per la famiglia e un assistente personale
Dotato di rotelle per muoversi e sensori che gli consentono di riconoscere e memorizzare l’ambiente circostante, Amy è un robot sociale pensato per assistere la famiglia in diversi compiti e può diventare un assistente personale anche in contesti non domestici.
Amy è un social robot che può aiutare chi sta cucinando suggerendo ricette e modalità di preparazione, può sorvegliare gli animali in casa o controllare i bambini che giocano o fanno i compiti di scuola, può ricordare appuntamenti e scadenze, fare da guardiano quando in casa non c’è nessuno.
Amy è in grado di reggere alcune piccole conversazioni per cui potrebbe in realtà essere impiegato anche fuori dalle mura domestiche, per esempio in alberghi, ristoranti o negozi, per l’accoglienza dei clienti.
Amy non ha né braccia né gambe ed al posto della testa ha un display, simile ad un tablet; Amy è un robot che può essere controllato da remoto tramite app o interfaccia web, sistema che permette alle persone, per esempio, di verificare che in casa sia tutto tranquillo o che gli animali stiano bene quando non c’è nessuno.
Nelle fattezze Amy robot ricorda moltissimo un altro social robot (di cui abbiamo parlato sopra), Aido.
Buddy robot, un robot per tutti, dai bambini agli anziani
Sviluppato dall’azienda francese Blue Frog Robotics, Buddy robot è pensato per le famiglie stimolando empatia e vicinanza anche grazie ad un aspetto “morbido” nelle linee e nel display che mostra un volto da cartoon con due grandi occhioni.
Buddy robot non è un robot antropomorfo e nemmeno un robot umanoide, è una specie di bauletto che si muove con tre rotelle ed ha un monitor con i contorni arrotondati. Le linee tondeggianti, non spigolose, lo rendono un robot adatto anche ai bambini più piccoli.
Compagnia, assistenza, intrattenimento, sicurezza sono le aree di “lavoro” di Buddy robot che può essere utilizzato anche come robot educativo per bambini (è dotato di un kit che consente ai bambini stessi di “programmare” le espressioni ed i movimenti del robot, insegnando quindi ai più piccoli qualche micro lezione di coding), oppure come robot badante per l’assistenza agli anziani (ricordando di prendere medicinali, mandando alert in caso di malori e chiamando i soccorsi al posto delle persone).
Buddy robot è dotato di telecamere e sensori che gli consentono di fare da “vigile” a casa, animali, bambini, ma anche di sorvegliare gli ambienti non solo fungendo da “antifurto intelligente” ma anche da controllore di guasti o imprevisti. Può interfacciarsi con altri oggetti connessi e gestire la smart home in autonomia, così come può diventare un perfetto assistente sia per le questioni domestiche (ricordare gli appuntamenti dal dentista o gli allenamenti sportivi dei bambini, i compleanni e gli impegni presi con gli amici, ecc.) sia per quelle professionali (leggere le e-mail, i messaggi ricevuti, gli appuntamenti in calendario, ecc.).
Dumy, il piccolo panda amico della famiglia
Come Buddy, anche Dumy nasce come robot per le famiglie, con un aspetto che ricorda le fattezze di un piccolo panda un po’ stilizzato e con un display che mostra due grandi occhioni che catturano subito l’attenzione, soprattutto dei più piccoli.
Dumy è un robot da compagnia, non ha né braccia né gambe ma ha una testa tonda che può ruotare ed un display che funge da volto. Si muove grazie a due rotelle nascoste dentro a due piccole palle nere che, nell’insieme, sembrano le due gambette del piccolo panda.
Dumy, esattamente come Buddy, è un robot tuttofare pensato per tenere compagnia alle persone ma anche per svolgere una serie di compiti, dall’intrattenimento e la sorveglianza dei bambini, fino al controllo della casa (è dotato di parecchi sensori per cui può fungere da antifurto ma anche essere controllore e primo alert in caso di incendi, fughe di gas, imprevisti che accadono nelle abitazioni).
Come quasi tutti gli altri social robot, Dumy può assistere gli anziani ricordando di fare ginnastica, di bere acqua o prendere una pillola, ricordando gli impegni presi oppure leggendo storie e libri per loro.
Può essere anche un ottimo assistente per i bambini, non solo per farli giocare, ma anche per seguirli nei compiti e nelle attività scolastiche.
Dumy memorizza le abitudini della famiglia per cui può anche diventare un centro di comando della casa domotica, della smart home, per esempio facendo trovare la casa calda in inverno o fresca d’estate quando i membri della famiglia stanno per rientrare.
L’amatissimo social robot Pepper
Pepper è un robot umanoide molto amato dalle persone, in particolar modo dai bambini, per il suo aspetto. Alto circa un metro e 20 centimetri, Pepper ha un corpo esile ed una testa rotonda con due grandissimi occhi tondi che ricordano le fattezze di un bambino suscitando quindi empatia e tenerezza.
Il robot Pepper è prodotto dal noto gruppo Softbank Robotics (lo stesso che ha realizzato anche altri robot umanoidi già molto noti come Nao ed Alpha 2) e anche se l’idea iniziale era quella di produrre un social robot per le famiglie, oggi Pepper viene commercializzato anche nella versione “business” con alcune funzionalità pre-integrate che lo rendono, per esempio, un ottimo receptionist o sistema di accoglienza di ospiti e clienti in negozi, hotel, ristoranti, ecc.
Come social robot, Pepper riesce a interagire in modo naturale con le persone riconoscendo non solo i volti ma anche le espressioni e le emozioni. Le sue capacità di riconoscimento ed utilizzo del linguaggio naturale lo rendono un ottimo compagno per tutti i membri della famiglia, anche perché, grazie a una semplice connessione a Internet, è in grado di fornire supporto di qualsiasi tipo: può aiutare a cucinare suggerendo ricette e “trucchi” culinari, può raccontare fiabe ai bambini o far imparare loro le tabelline, può far vedere un video o mostrare immagini, messaggi, e-mail sul tablet che ha posizionato sul petto, può sorvegliare gli ambienti e gli animali…. insomma può fare davvero innumerevoli attività.
Pepper è un social robot a tutti gli effetti, impara dall’interazione con gli esseri umani e quindi si adatta alle situazioni ed al comportamento delle persone che interagiscono con lui. Ancor di più quando viene connesso ad un sistema di machine learning e intelligenza artificiale come quello di IBM (nel 2016 IBM e Softbank Robotics hanno siglato un accordo per integrare il sistema di intelligenza artificiale IBM Watson all’interno del robot Pepper, dando all’umanoide una nuova “intelligenza” ed al sistema Watson un avanzato strumento di raccolta dati dai quali poter migliorare ulteriormente sia il software Watson sia l’hardware Pepper).
Pepper muove testa, braccia a dorso e per “camminare” non usa gambe ma tre ruote che gli consentono di girare abbastanza agilmente in diversi ambienti. Sfrutta diversi microfoni direzionali (posizionati sulla testa) per riconoscere la provenienza dei suoni (girandosi e muovendo la testa di conseguenza) ed il tono delle comunicazioni, negli occhi integra due videocamere ad alta risoluzione che gli permettono di riconoscere le persone con le quali interagisce fino a tre metri di distanza.
R1 il robot domestico creato dall’Istituto Italiano di Tecnologia
È tutto italiano R1, il robot umanoide realizzato dall’IIT, l’Istituto Italiano di Tecnologia, “nato” nel 2016 e lanciato sul mercato come l’umanoide personale.
R1 è un robot pensato appositamente per applicazioni in ambito domestico e professionale (anche se ci vorrà del tempo perché possa essere industrializzato e commercializzato ad un prezzo accessibile, quanto meno per le famiglie).
Il robot R1 è stato realizzato partendo dall’esperienza maturata dall’Istituto Italiano di Tecnologia su iCub, un robot impiegato prevalentemente ai fini della ricerca e oggi uno dei robot umanoidi più avanzati al mondo.
Per la realizzazione di R1 hanno lavorato in team diversi designer, creativi e neuroscienziati per capire quali aspetti della forma e movimento del robot lo avrebbero fatto sembrare più “umano”. R1 è infatti stato è progettato studiando le reazioni umane durante l’interazione con lui.
L’intelligenza artificiale applicata su questo robot è stata studiata e sviluppata direttamente sull’umanoide stesso. Aspetto da non sottovalutare dato che la maggior parte degli studi sull’intelligenza artificiale sono condotti in ambito software e indipendentemente dall’esistenza di un corpo robotico. Eppure, gli ultimi studi sulle neuroscienze, fanno sapere dall’IIT, dicono che l’intelligenza si sviluppa in maniera funzionale al corpo che la ospita.
R1 è alto un metro e 25 ma può allungarsi di ulteriori 20 centimetri, ha braccia allungabili e mani prensili che gli consentono di afferrare gli oggetti. Non solo, avambracci e mani sono ricoperte da una pelle artificiale che funziona da sensore tattile (conferisce al robot R1 il senso del tatto che lo aiuta a “sentire” – o meglio riconoscere ed analizzare – l’interazione con gli oggetti che manipola). Nello specifico, le mani hanno la forma di due guanti a manopola agganciate a un polso sferico che permettono a R1 di sollevare pesi fino a 1,5 kg e chiudere completamente la presa attorno ad oggetti cilindrici come bottigliette e bicchieri.
Il volto è rappresentato da un display a colori che mostrano diverse facce stilizzate con le quali il robot riproduce le espressioni utili nell’interazione con le persone, in particolare nella comunicazione non verbale.
R1 è in grado di percepire gli spazi attorno a sé e di riconoscere le persone grazie a diversi sensori come telecamere stereo e scanner 3D; riesce a controllare i propri movimenti sia attraverso sensori come quelli per l’equilibro sia grazie a tre computer alloggiati nel corpo che gestiscono le funzionalità e le abilità di R1, dal calcolo al movimento della testa fino al controllo dei sensori.
R1 è pensato per svolgere diverse funzioni di supporto e assistenza, sia in casa sia in contesti più professionali. Come Romeo robot (altro esempio dell’avanzamento della ricerca sulla robotica cui partecipa anche l’IIT) può diventare un robot badante o un robot infermiere, può assistere la famiglia come robot maggiordomo ma può anche essere impiegato come social robot, un robot da compagnia per tutta la famiglia.
Robelf, un simpatico robot per la famiglia
Robelf è un robot da compagnia, un robot domestico abbastanza simile a Buddy robot, pensato per supportare le famiglie.
Robelf robot riconosce i volti e gli spazi in cui si muove, quindi come altri social robot diventa un ottimo guardiano per la sorveglianza della casa quando tutti i membri della famiglia sono fuori oppure per monitorare animali e bambini.
Il robot Robelf tiene compagnia ai bambini leggendo fiabe e racconti ma può anche essere programmato per insegnare e tenere piccole lezioni quotidiane, diventando così un robot educativo. Può anche fare da robot assistente ricordando scadenze e meeting, leggendo messaggi ed e-mail, ecc.
Robelf è un robot umanoide anche se non ha gambe (si muove su rotelle come tanti suoi “cugini” social robot) e le piccole braccia che ha compiono solo piccoli movimenti. Riesce a evitare gli ostacoli e a percepire anche i più piccoli movimenti (anche quando è in carica). La testa è un display a colori dalle forme arrotondate e il volto è stato disegnato per replicare espressioni facciali simili a quelle delle persone (anche se stilizzate), una scelta che facilita l’interazione e la comunicazione non verbale.