Per migliorare l’efficienza operativa e raggiungere gli obiettivi organizzativi, con una gestione ottimale di competenze e di ruoli, è necessario un allineamento globale che coinvolga tecnologie, persone e processi aziendali. Questa sinergia può portare benefici, operando lungo tutta la catena del valore.
AI e gestione della conoscenza
Un aspetto da tenere in forte considerazione sono le opportunità che nascono dall’AI in relazione alla gestione del sapere (knowledge management) all’interno dell’azienda. Uno strumento prezioso, basato sulle connessioni che abilitano la raccolta e, quindi, l’interpretazione e l’analisi del dato. Ma anche connessioni tra persone, che attraverso lo scambio di esperienze e conoscenze creano innovazione. Al centro c’è la condivisione del sapere, in un processo che vede l’AI come strumento abilitatore.
Il Gruppo E80, un pioniere nel knowledge management
E80 Group, sempre attento ai temi dell’innovazione e della sostenibilità, ha anticipato già negli anni ‘90 il concetto di Industry 4.0 sviluppando la smart factory interconnessa e sicura. Il gruppo realizza una vasta gamma di soluzioni di automazione, supervisionate da un unico software proprietario. Nello specifico, stiamo parlando di:
- veicoli a guida automatica e laser;
- robot di palettizzazione;
- fasciatori robotizzati ad alta velocità;
- sistemi di controllo palette, etichettatrici robotizzate;
- magazzini automatici ad alta densità e soluzioni di case e layer picking.
L’intelligenza artificiale facilita la conoscenza condivisa
“Con l’AI e il digitale, l’innovazione non è mai stata così accessibile”, spiega Gabriele Grassi, Digital Innovation & Communication Director di E80 Group. “Creare una cultura d’impresa significa però anche porsi interrogativi e stimolare un dibattito ampio su temi che superano il perimetro di una singola azienda. Oltre a generare valore per il mercato e per il territorio, un’azienda all’avanguardia oggi deve riflettere sul senso e sulle modalità del proprio lavoro e su come una tecnologia a rapido sviluppo può impattare nella società”.
Oltre all’elemento culturale, un’altra sfida strettamente correlata all’evoluzione tecnologica riguarda le competenze interne all’azienda.
Accanto a quelle più “tecniche” (come, ad esempio, la conoscenza di una macchina), sono proprio quelle interpersonali ad assumere un ruolo sempre più importante.
Come costruire queste competenze? E80 Group, in base alla sua lunga esperienza nel percorso di digitalizzazione, individua quattro fattori chiave:
- forte commitment da parte del management dell’azienda;
- costruire una rete di persone con percorsi formativi diversi, in modo da cogliere tutte le sfaccettature del cambiamento trainato dalle tecnologie;
- alimentare l’attitudine a sperimentare per essere preparati a cogliere le opportunità che l’avanzamento tecnologico digitale può portare nel futuro ;
- avere il coraggio di passare dall’esperimento alla produzione.
Un progetto per organizzare flussi di informazioni destrutturate
Grazie alla sua capacità di cogliere il potenziale delle tecnologie digitali, E80 Group ha avviato progetti che tendono a esplorare le potenzialità dell’AI, nell’ambito del knowledge management. In particolare, parliamo di un progetto orientato al recupero e all’organizzazione di un flusso di informazioni destrutturato. Dopo aver specificato ambiti di intervento e attività, sono stati dati “in pasto” a una soluzione di AI una serie di documenti – testi, immagini, video, registrazioni di call – al fine di creare una sorta di mappa della conoscenza.
“Abbiamo così ottenuto un hub della conoscenza fatto di parole chiave e relazioni tra queste e i concetti adiacenti in termini di significato”, interviene Luca Mondini, Digital Transformation Specialist di E80 Group. “Una struttura dei dati era già esistente, ma mancava ancora un elemento fondamentale: la contestualizzazione. E così abbiamo iniziato a spiegare al software che cos’è E80 Group, come lavoriamo e quali sono i processi principali. In questo modo la mappa ha iniziato un processo di miglioramento, incrementando la propria utilità”.
Una relazione uomo-macchina che non sostituisce la relazione uomo-uomo
“Quello che ci ha stupito in questo progetto – prosegue Mondini – è come la collaborazione tra umano e macchina sia stata in grado di mettere a fattor comune i punti di forza di ciascuno delle due componenti. La macchina con le sue potenzialità di elaborazione nel gestire una mole enorme di dati, nel trovare pattern e nell’organizzare informazioni destrutturate; l’uomo con la sua capacità di dare contesto e significato, facendo un collegamento tra realtà e rappresentazione della realtà”.
Le macchine sono sempre più complesse. Per questo è fondamentale farle diventare sempre più intelligenti e sapere come farle dialogare con noi e tra loro. L’intelligenza artificiale è uno degli strumenti per raggiungere questo obiettivo, ma non potrà mai sostituire l’uomo. L’intelligenza umana rimane al centro, creando un nuovo sistema ibrido.
“La tecnologia corre veloce, quindi occorre dedicare tempo allo studio, al confronto e condividere punti di vista ed esperienze”, conclude Mondini.
in collaborazione con E80 Group